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Il Governo fermi il Ponte sullo Stretto

  “Decisione pilatesca degna della Prima Repubblica, e ingiustificabile per un Governo dei tecnici quella assunta ieri notte dal Consiglio dei Ministri sul ponte sullo Stretto di Messina di sospendere per 2 anni il progetto del ponte sullo…

 
“Decisione pilatesca degna della Prima Repubblica, e ingiustificabile per un Governo dei tecnici quella assunta ieri notte dal Consiglio dei Ministri sul ponte sullo Stretto di Messina di sospendere per 2 anni il progetto del ponte sullo Stretto di Messina e per fare verifiche sulla fattibilità dell’opera e sulla sua bancabilità”, è il primo commento del WWF Italia, che aggiunge: “Il Governo dopo ben 9 anni di studi (il progetto preliminare è stato presentato nel 2003!) ha già oggi tutti gli elementi per chiudere con il progetto, con il General Contractor (senza pagare penali) e con quell’ente inutile che è la Stretto di messina SpA. Sarebbero decisioni conseguenti al de-finanziamento di 1.300 milioni deciso in CIPE lo scorso 20 gennaio e con la proposta di andare a transazione contenuta nella Legge di Stabiltà 2013, nonché con la decisione della Commissione Europea che già a fine ottobre 2011 ha escluso il ponte dal piano di investimenti per le opere prioritarie su scala continentale per il periodo 2014-2020 Connecting Europe Facility.”

Il WWF ricorda al Governo che l’esecutivo in carica sa perfettamente già oggi che questa opera:
1. costerebbe al Paese ben 8,5 miliardi di euro, un costo ingiustificato che è più che doppio da quello con cui il General Contractor Eurolink, capeggiato da Impregilo, ha vinto la gara (4,4 miliardi di euro posti a base di gara e 3,9 miliardi di euro di ribasso);
2. non si ripaga con il traffico stimato, visto che le previsioni degli stessi progettisti valutano, a regime, un utilizzo del ponte che si aggirerebbe attorno all’11% della capacità complessiva (11,6 milioni di auto l’anno, a fronte, appunto, di una capacità complessiva teorica dell’opera di 105 milioni di auto l’anno nelle due direzioni);
3. è irrealizzabile dal punto di vista tecnico: si tratterebbe di costruire, in una delle aree a più alto elevato rischio sismico del Mediterraneo, un ponte sospeso, ad unica campata di 3,3 km di lunghezza a doppio impalcato stradale e ferroviario, sorretto da torri di circa 400 metri di altezza (quando allo stato attuale delle conoscenze tecniche il ponte più lungo esistente al mondo con queste caratteristiche è quello del Minami Bisan-Seto in Giappone di 1118 metri di lunghezza);
4. va ad incidere su un’area ampiamente vincolata per gli straordinari paesaggistici e severamente tutelata dall’Europa poiché l’opera ricade interamente nell’area di due ZPS – Zone di Protezione Speciale (“Costa Viola” (Calabria) e dei “Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennammare e Area marina dello Stretto” (Sicilia) e interferisce in Calabria e Sicilia con 11 SIC – Siti di Interesse comunitario.
Alla luce di questi elementi il Governo, come sembrava orientato a fare, può chiudere questa vicenda anche
oggi, senza tra l’altro contribuire a devastare il territorio pur di accontentare i gruppi di potere locali con infrastrutturali immediatamente cantierabili connesse ad un’opera che non si farà, come incredibilmente viene sostenuto nel comunicato del Conisglio dei Ministri

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