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Il bilancio ambientale 2014 del WWF

Il bilancio WWF per il 2014 segnala un governo incapace di concepire una nuova economia basata su innovazione, efficienza sostenibilità ambientale, e valorizzazione del capitale naturale che faccia annoverare l’Italia tra i Paesi più avanzati dell’Europa nell’affrontare la…

Il bilancio WWF per il 2014 segnala un governo incapace di concepire una nuova economia basata su innovazione, efficienza sostenibilità ambientale, e valorizzazione del capitale naturale che faccia annoverare l’Italia tra i Paesi più avanzati dell’Europa nell’affrontare la crisi di sistema che attraversa il continente. Sia nella campagna elettorale per le Europee che negli atti del Governo in carica il WWF, infatti, non ha colto quella spinta innovativa in grado di cambiare l’attuale modello di sviluppo economico che continua a dissipare le nostre risorse energetiche, produttive, sociali e ambientali.

Anzi, a giudizio del WWF nei fatti il Governo, a colpi di decreti legge (dal decreto Sviluppo 91/2012 allo Sblocca Italia 133/2014), si attesta ancora sulla difesa delle rendite di posizione e degli interessi corporativi, spesso solo speculativi (dei petrolieri,  dei big dell’industria energetica e dell’incenerimento, dei concessionari autostradali, degli speculatori edilizi) mentre indebolisce le tutele e le valutazioni ambientali derivanti dalla migliore legislazione comunitaria. Rimangono invece solo come Intenzioni,  i passi verso la qualità delle scelte, contenuti nei programmi sul dissesto idrogeologico in disegni di legge  sui reati ambientali, il consumo del suolo e il collegato ambientale alla Legge di Stabilità 2014, che attendono migliori definizioni o languono in Parlamento, mancando di una spinta decisa e univoca dell’esecutivo e della maggioranza.

L’indicatore della qualità dell’impegno del Governo per il WWF è la Legge di Stabilità 2015 in cui non viene nemmeno presidiata la tradizionale governance ambientale (difesa del mare e del suolo, la tutela della biodiversità, delle aree protette e delle specie a rischio, i controlli e le bonifiche ambientali) a cui è stato assegnato nel 2015 poco più di 253 milioni di euro,  pari appena allo 0,8%  dell’ammontare complessivo dell’intera manovra (il fabbisogno totale per il 2015 è 30,4 miliardi di euro). Nessun ripensamento invece per quanto riguarda la cementificazione del territorio: prova ne è la destinazione di ingenti risorse al fallimentare programma delle infrastrutture strategiche (autostrade e linee ad alta velocità) che pesano ancora oggi per una quota del 10,6% (3,255.701 miliardi di euro) dell’ammontare totale della Manovra 2015.

Il WWF ritiene che non abbia alcun senso che il Governo  prosegua sulla strada di uno sviluppo economico “Business As Usual”. Dovrebbe essere chiaro a tutti, in primis al Governo, che la grave crisi economico finanziaria globale, che si riverbera nel nostro Paese è drammaticamente legata ad un deficit ecologico sempre più imponente a cui, con il passare del tempo e dell’inazione politica, sarà impossibile porre rimedio e questo avrà effetti molto pesanti sul tessuto sociale e ambientale. Per questo il WWF ha promosso un fronte di ben 16 associazioni che hanno chiesto e ottenuto un incontro con il Sottosegretario Delrio presentando alla Presidenza del Consiglio l’Agenda per la ri-conversione ecologica dell’economia.

“Un primo segnale di attenzione apprezzabile, seppur tardivo, del Governo – secondo la Presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi  – ma che dovrà concretizzarsi in una chiara inversione di tendenza. Restano troppe questioni irrisolte come la difesa del suolo, le trivellazioni facili e la mancanza di un piano di decarbonizzazione, le nomine dei consigli direttivi dei Parchi Nazionali per salvarli dall’immobilismo e scongiurando la distruzione di aree protette storiche come il Parco Nazionale dello Stelvio, e ancora i disastri ambientali impuniti che hanno ricadute pesanti sui cittadini in termini economici e sociali”

Semestre Europeo: occasione persa
Il WWF si sarebbe atteso che nel Semestre Europeo il Governo cogliesse un’occasione per qualificare la nostra azione su scala internazionale, ma nella presentazione al Parlamento Europeo di  Strasburgo del Semestre del Governo italiano il Presidente del Consiglio non ha dato la giusta accentuazione alle scelte in favore del Capitale Naturale, dei cambiamenti climatici e della Green Economy ed è mancata un’azione forte e concordata nel Governo, tra Ministero dell’Ambiente e Ministero dello Sviluppo Economico, per dispiegare tutta la sua azione diplomatica  in vista della COP 20 di Lima del dicembre 2014 sui cambiamenti climatici.
Il WWF ha guardato con interesse l’impegno istituzionale per aprire una riflessione nell’ottobre scorso a Bruxelles “oltre il PIL”  per la valutazione del progresso e del benessere, facendo riferimento al System of Environmental Economic Accounting (SEEA) delle Nazioni Unite e al processo dell’Unione Europea “Beyond GDP”, così come  l’impegno profuso in vista della COP12 sulla Biodiversità di PyongChang che ha ridato slancio alla definizione di un Piano strategico globale per attuare gli obiettivi della Convenzione internazionale sulla biodiversità. Ma l’impegno per difendere e valorizzare il Capitale naturale su scala europea e nazionale deve essere convinto, coerente e continuativo, mentre l’azione del Governo italiano risulta essere ancora contraddittoria e discontinua.
 

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