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2014: luci e ombre dell’azione di Governo e Parlamento

LE OMBRE Tra  le ombre, che emergono dai fatti in campo ambientale realizzati del Governo Renzi nel 2014 il WWF segnala : 1.    ENERGIA:ANCORA PRO-FOSSILI   la mancanza nei decreti e nella Legge di Stabilità 2015 di una…

LE OMBRE

Tra  le ombre, che emergono dai fatti in campo ambientale realizzati del Governo Renzi nel 2014 il WWF segnala :

1.    ENERGIA:ANCORA PRO-FOSSILI  
la mancanza nei decreti e nella Legge di Stabilità 2015 di una soluzione di continuità dai vecchi indirizzi di politica energetica pro-fossili della Strategia Energetica Nazionale del 2013 che consenta di dotare il Paese di una Nuova Strategia su Energia e Clima che definisca un vero Piano di decarbonizzazione dell’economia, invece di attestarsi sulla difesa e il sostegno alle centrali termoelettriche a carbone (da Vado Ligure a Civitavecchia) favorire la trivellazione selvaggia (con lo Sblocca Italia) e colpire con interventi miopi le energie rinnovabili (con le misure “spalma incentivi” del Decreto Sviluppo). Un’ impostazione che manca di capacità di guardare alla realtà e al futuro del Paese, attingendo al petrolio presente nei nostri mari e nel sottosuolo (concentrato soprattutto in Basilicata) il totale delle riserve certe nel nostro Paese verrebbe consumato in appena 13 mesi  (fonte: Ministero dello Sviluppo Economico), mentre si mettono a rischio i settori del turismo e della pesca;

2.    IL PATRIMONIO NATURALE LANGUE
la scarsa attenzione dedicata sinora alla valorizzazione del patrimonio naturale del Paese,  che non solo non vede nella Legge di Stabilità 2015, ancora alcuna risorsa economica adeguata dedicata alla piena attuazione della Strategia Nazionale sulla Biodiversità, approvata nel 2010, ma difficoltà incomprensibili nel garantire la semplice governance delle Aree protette nazionali, con gli ingiustificati ritardi accumulati per il  rinnovo dei consigli direttivi, o il futuro di parchi storici come quello dello Stelvio, istituito nel 1935, che è stato di fatto denazionalizzato, come è stato ribadito nel decreto Sviluppo, e devoluto alle Province autonome di Trento e Bolzano di intesa con la regione Lombardia,  senza più una gestione e pianificazione unitaria, creando un ibrido fuori dalla legge quadro sulle aree protette;

3.    MOBILITA’: LE ‘SOLITE MOSSE’
la proroga delle concessioni autostradali senza gara, in violazione delle normative comunitarie, contenuta nello Sblocca Italia,  che, secondo il calcolo dei maggiori economisti del Paese, darà benefici ai padroni dell’asfalto attorno ai 16 miliardi di euro, grazie ad aumenti dei pedaggi e all’allargamento dei poteri delle concessionarie autostradali sul territorio per realizzare tratte interconnesse, contigue o complementari, mentre il Paese, oltre che del prezioso apporto dell’Autorità Anticorruzione, avrebbe bisogno di emanciparsi dall’ipoteca insostenibile per la legalità,  l’ambiente e i conti pubblici del Primo Programma delle Infrastrutture strategiche (il cui costo è salito dai 125,8 miliardi di euro del 2001 ai 375 del gennaio 2014) in favore di un Piano nazionale della Mobilità e della Logistica (che parta dalla domanda di mobilità dei cittadini e del Paese), indirizzando al potenziamento e all’ammodernamento delle reti ordinarie esistenti soprattutto nel Mezzogiorno (prima di tutto la ferrovia);

4.    TERRITORIO A RISCHIO
la pericolosità per il nostro territorio del combinato disposto delle norme deregolatorie a favore degli speculatori edilizi e fondiari relative alle deroghe alla pianificazione urbanistica, alla elusione del nulla osta paesaggistico delle soprintendenze e  del via libera agli appetiti dei privati sul patrimonio pubblico sulla base di semplici accordi di programma (contenute nel decreto Sblocca Italia), aggravate dalle misure contenute nel disegno di legge Madia sulla riforma della pubblica amministrazione relative all’estensione del meccanismo del silenzio assenso anche alle amministrazioni preposte alla tutela ambientale paesaggistico-territoriale e dei beni culturali e della salute dei cittadini e  l’introduzione del voto a maggioranza invece che sulla base delle posizioni prevalenti,  a difesa della tutela, nelle Conferenze di Servizi decisorie;

5.    ‘VIA’ LIBERA AGLI INTERVENTI IMPATTANTI
la forzatura voluta, a scapito delle valutazioni e dei controlli ambientali e con un rischio forte su trasparenza e partecipazione, con l’insieme di norme del decreto Sblocca Italia che definiscono  come strategiche intere categorie di interventi (incenerimento dei rifiuti, gasdotti, rigassificatori, stoccaggio di gas, ricerca, prospezione, coltivazione e stoccaggio del gas naturale nel sottosuolo)  in deroga alle procedure ordinarie di valutazione ambientale ed economico-finanziario e cancellando le ineludibili intese con le Regioni, stabilite dal Titolo V della Costituzione, mentre, tra l’altro, si riporta con il decreto Sviluppo sotto il controllo politico del Ministro dell’Ambiente la scelta dei membri della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale, quando invece nel Collegato Ambientale finalmente si disponeva una selezione pubblica con gara di esperti qualificati tra docenti, ricercatori e tecnici qualificati della pubblica amministrazione (ora scomparsa).

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LE LUCI

Tra  le luci, che emergono  dalle molte Intenzioni e dai pochi fatti messi in campo dal Governo Renzi nel 2014 il WWF segnala:

1)    IL CAPITALE NATURALE PRENDE FORMA
il contenuto innovativo delle misure contenute nel disegno di legge Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2014 (ancora in discussione al Senato) nel quale si prevede l’istituzione del Comitato per il capitale naturale  – per la valutazione ex ante ed ex post degli effetti delle politiche pubbliche sul capitale naturale e sui servizi eco sistemici nell’ambito del processo di programmazione economica nazionale -,  del Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli e la delega al Governo per l’introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali.  Il disegno di legge contiene, tra le altre, anche misure sugli appalti verdi delle pubbliche amministrazioni, tese a ridurre i rifiuti, favorire la filiera dei prodotti derivanti dai materiali post consumo e incentivare la raccolta differenziata, o la rimozione e demolizione degli immobili abusivi realizzati in aree soggette a rischio idrogeologico.

2)    FONDI PER DISSESTO IDROGEOLOGICO
Il  Programma da  2 miliardi di euro, individuati nella legge di Stabilità 2014, che oggi sono allocati sulle contabilità speciali relative al dissesto idrogeologico e non impegnati al 31 dicembre 2013 e che sono stanziati dal CIPE, di cui bisogna verificare  congruità e efficacia dei progetti a suo tempo selezionati, che viene completato con i 7 miliardi che dovrebbero provenire dai fondi di sviluppo e coesione (5) e dal cofinanziamento delle Regioni o dai fondi europei a disposizione delle Regioni (2). A cui bisogna aggiungere le disposizioni del Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2014 che sbloccano l’atteso passaggio dalle Autorità di bacino alle Autorità di distretto dando applicazione ai piani di Gestione idrografico (Direttiva quadro Acque, 2000/60/CE) e ai  Piani di gestione del rischio alluvioni (Direttiva Alluvioni 2007/6’0/CE).

3)    IL SUOLO COME RISORSA ECOLOGICA
La riproposizione da parte del Governo del disegno di legge innovativo sul contenimento del consumo del suolo,  che è servito come base per le ulteriori elaborazione del Comitato ristretto della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, per dotare finalmente il Paese di un provvedimento (presentato nel febbraio scorso e ancora purtroppo in prima lettura) che individua il suolo come risorsa ecologica non rinnovabile e bene comune e che punta, tra l’altro, alla riduzione progressiva del consumo di suolo, al riuso e alla rigenerazione urbana come alternativa al consumo di suolo, alla  destinazione vincolata dei proventi dei titoli abilitativi edilizi; ad una moratoria nella fase transitoria.

4)    TUTELA PENALE DELL’AMBIENTE
L’attenzione dedicata alla  tutela penale dell’ambiente,  che  ha come riferimento il testo unificato approvato a larghissima maggioranza dalla Camera dei deputati e che ora fermo nelle Commissioni Ambiente e Giustizia del Senato  sul quale bisognerebbe procedere speditamente visti i segnali negativi che emergono dalle Sentenze relative ai casi Eternit, Bussi e Marzotto, e al quale bisogna dedicare particolare attenzione perché non deve essere minato dagli effetti che potrà avere il prossimo decreto legislativo in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto – in esecuzione della legge delega 28 aprile 2014, n. 67.

5)    IMPEGNI SU HABITAT E BIODIVERSITA’
L’impegno profuso in campo internazionale, nell’ambito del Semestre europeo, in vista della COP 12 sulla Biodiversità di Pyongchang (ottobre 2014)  con i meeting dedicati nel tempo al coinvolgimenti dei tecnici dei Ministeri dei Paesi europei  a partire dalla riunione informale sulla mobilizzazione delle risorse economico-finanziarie del luglio scorso sino al meeting dei direttori della Protezione Natura dei Ministeri dell’Ambiente europei del novembre scorso, con l’approvazione della Carta di Roma sul Capitale Naturale e Culturale, che punta al rafforzamento della Direttive Comunitarie Habitat e Uccelli e al sostegno, conservazione e valorizzazione del capitale Naturale in sinergia con il Capitale Culturale.

6)    CON LA UE PER DECARBONIZZARE L’ECONOMIA
L’adesione recente del Ministro dell’Ambiente italiano, insieme ad altri suoi 13 colleghi europei al Manifesto per il Pacchetto Europeo 2030 su Clima e Energia, in cui si punta ad una progressiva decarbonizzazione dell’economia da conseguire attraverso il sostegno alle fonti rinnovabili e grazie alla definizione di obiettivi chiari di efficienza energetica e ad una riforma sostanziale del Sistema ETS, per lo scambio di quote di emissione di gas serra.

7)    UNA “CARTA” PER DIFENDERE IL MARE
La redazione della  “Carta di Livorno per la tutela e lo sviluppo del mare” risultato finale della due giorni di lavori di metà novembre scorso  su ‘Il mare: la sostenibilità come motore di sviluppo’ – organizzati dal ministero dell’Ambiente nell’ambito delle iniziative del semestre di presidenza italiana dell’Ue in cui si chiede una governance unitaria del mare,  strategie integrate terra-mare, una maggiore efficacia dei controlli e  la partecipazione alle scelte che riguardano gli ecosistemi marini e costieri.

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