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Santuario Pelagos: analisi e valutazione

Rafforzamento della  governance con un piano di gestione rivisto e più operativo, maggiori risorse economiche, definizione di obiettivi precisi sui temi più caldi come inquinamento, il traffico marittimo per limitare o eliminare i rischi di collisioni tra navi…

Rafforzamento della  governance con un piano di gestione rivisto e più operativo, maggiori risorse economiche, definizione di obiettivi precisi sui temi più caldi come inquinamento, il traffico marittimo per limitare o eliminare i rischi di collisioni tra navi e balenottere nell’area del Santuario e in quelle limitrofe. Solo in questo modo il Santuario Pelagos, l’habitat principale della balenottera comune,  il più grande mammifero del Mediterraneo e il secondo al mondo, potrà difendere questo splendido abitante del mare insieme a capodogli,  delfini e stenelle e rendere  sostenibili tutte le attività che vi si svolgono tra cui gli insediamenti civili e industriali costieri, i trasporti marittimi via mare, la pesca, il whale-watching.  
Senza il rafforzamento di Pelagos il Mediterraneo è in grado di proteggere realmente solo l’1% del nostro bacino, una percentuale ben al di sotto del 10%  entro il 2020 richiesto al livello internazionale (Obiettivo Aichi  n. 11 in attuazione della Convenzione internazionale sulla diversità biologica):  con un Santuario ben funzionante l’area del Mediterraneo effettivamente tutelata salirebbe al 4,56%. 
Purtroppo il Santuario è ancora un gigante dai piedi di argilla: grandi responsabilità in capo alla Conferenza delle Parti (organo decisionale, che vede la partecipazione dei tre Paesi interessati Italia, Francia e Principato di Monaco), ma strumenti unitari insufficienti per l’implementazione di attività coordinate di tutela e di controllo. Manca un Ente gestore vero e proprio mentre il Segretariato Permanente non possiede ancora responsabilità chiare né i mezzi finanziari per garantire uno stato di conservazione favorevole. Anzi le risorse destinate al Santuario ammontano complessivamente a 490.000 euro l’anno, appena 6 centesimi di euro l’anno per ettaro quando l’UICN (Unione internazionale per la conservazione della natura) stima che il budget necessario per un’area protetta simile al Santuario oscilli tra 32 e 110 euro l’anno per ettaro.
 
Sono alcuni degli elementi della prima Analisi condotta sull’area protetta e realizzata da WWF Italia e WWF Francia dal titolo “Santuario Pelagos: valutazione dello Stato attuale e proposte per una migliore gestione”, presentata il 10 settembre 2015 a Montecarlo, nel ‘cuore’ del Santuario.
 

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