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WWF appello e petizione contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia

WWF chiede di bloccare la ricerca di idrocarburi nel Canale di Sicilia Il WWF ha promosso la campagna “il petrolio mi sta stretto” per chiedere alla commissione del Ministero dell’Ambiente per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di…

WWF chiede di bloccare la ricerca di idrocarburi nel Canale di Sicilia

Il WWF ha promosso la campagna “il petrolio mi sta stretto” per chiedere alla commissione del Ministero dell’Ambiente per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) di bocciare i progetti di ricerca idrocarburi nel Canale di Sicilia presentati da ENI ed Edison. 

Le compagnie petrolifere vorrebbero trivellare un’area marina al centro del Mediterraneo, ricchissima di biodiversità, di turismo, ma anche di vulcani sottomarini ancora attivi, considerata ad alto rischio sismico. L’impatto delle trivelle su un’area del Mediterraneo estremamente delicata dal punto di vista dell’equilibrio ecologico e geologico, potrebbe essere devastante e mettere a rischio il nostro mare. 

Dal punto di vista ambientale il Canale di Sicilia è un’area estremamente ricca di biodiversità e strategicamente importante per il Mediterraneo. Vi nuotano moltissime specie a rischio:  delfini, balenottere, mante mediterranee, aquile di mare, squali, tonni, pesci spada e tartarughe marine. Per questo il WWF ha lanciato una petizione online, che ha già raccolto migliaia di firme per chiedere di fermare le trivelle, e per istituire un’area protetta a Pantelleria; un isola vulcanica vero gioiello del Mediterraneo, unica isola del Canale di Sicilia non ancora tutelata, nonostante sia una delle aree del Mediterraneo di maggiore pregio ambientale e culturale. 

Il WWF ha pubblicato un video sul rapporto uomo-biodiversità nel Canale di Sicilia. Il video realizzato da WWF è il secondo del Manuale di Active Citizen Mediterraneo, la piattaforma che stimola i cittadini a informare e generare azioni a tutela del Mediterraneo di Qualità.  Il video è visibile sul sito della campagna “Il petrolio mi sta stretto”

Impatto ambientale delle trivellazioni nel Canale di Sicilia: le osservazioni di WWF 

La ricerca e l’eventuale estrazione di idrocarburi nel Canale di Sicilia rischia di provocare gravi danni ambientali e mette a rischio le tante specie che popolano quest’area unica e dall’equilibrio ecologico estremamente delicato. Le trivellazioni in Sicilia potrebbero avere ripercussioni anche sugli operatori di pesca e turismo che lavorano in una delle zone più belle e incontaminate del Mediterraneo. 

I rischi derivanti dalla ricerca di aree di estrazione di idrocarburi vengono dalla tecnica utilizzata denominata air gun; questo sistema utilizza l’espansione di un grande volume di aria compressa nell’acqua che genera onde di pressione acustica nelle acque circostanti. l suono si propaga in acqua e nel sottosuolo marino per individuare i giacimenti. Queste fortissime onde sonore sono dannose ed a volte letali per molte specie marine come i cetacei, le tartarughe marine, i banchi di pesci pelagici.

Inoltre il WWF sottolinea l’altissima pericolosità sismica dell’intera zona, data dalla presenza di vulcani marini ancora attivi a poche decine di km dalle zone interessate. Le attività di estrazione petrolifera, generano fattori di rischio che non sono conciliabili con l’alta sismicità dell’intera area. Al rischio vulcanico e sismico si andrebbe infatti a sommare quello industriale. 

Secondo il WWF, le valutazioni di impatto ambientale presentate dalle compagnie petrolifere sono poco coerenti e non danno alcuna garanzia a protezione di un ecosistema così delicato e prezioso. Per questo WWF auspica che la commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente accolga le osservazioni presentate da WWF e respinga le istanze delle compagnie petrolifere a tutela del Canale di Sicilia.

Una delle specie simbolo del Canale di Sicilia è la tartaruga marina, una specie già a rischio di estinzione che oggi viene minacciata anche dalle trivelle.

Aiuta la tartaruga marina >>  

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