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Dal WWF un secco NO agli inceneritori in Abruzzo

In Abruzzo si torna a a parlare di inceneritori. Il presidente della regione Chiodi, è tornato a parlare di “termovalorizzazione”, auspicando la costruzione di tali impianti quando, rispolverando una vecchia normativa del centro sinistra, la percentuale di raccolta differenziata…

In Abruzzo si torna a a parlare di inceneritori. Il presidente della regione Chiodi, è tornato a parlare di “termovalorizzazione”, auspicando la costruzione di tali impianti quando, rispolverando una vecchia normativa del centro sinistra, la percentuale di raccolta differenziata superi il 40%, evento ritenuto ormai imminente dal presidente. 

Il WWF replica alle sue recenti dichiarazioni sottolineando come l’incenerimento provochi ingenti danni alla salute dei cittadini e all’ambiente. L’associazione ambientalista precisa quanto il termine “termovalorizzatore” sia fuorviante, trattandosi sempre e soltanto di inceneritori, unico termine utilizzato, per altro, nella normativa europea di riferimento.

<< Gli unici modi per “valorizzare” davvero un rifiuto sono il riuso e, in seconda battuta, il riciclo. L’incenerimento, anche nel caso sia prevista una qualche forma di recupero energetico, costituisce sempre e soltanto un semplice smaltimento—- sottolinea il presidente di WWF Abruzzo, Luciano Di Tizio —  L’incenerimento provoca danni all’ambiente e alla salute dei cittadini, in particolare dei bambini, senza risolvere il problema.>>

L’associazione ambientalista fa notare che ad oggi, nonostante i progressi tecnologici, non vi sia un inceneritore davvero sicuro, anche gli inceneritori più moderni inquinano, riuscendo infatti a trattenere solo una parte del particolato generato dalla combustione e immettendo nell’aria micro e nano polveri (dal PM 2,5 al PM 0,01), in grado di accumularsi nell’organismo umano e pericolosissime per la salute.

Gli inceneritori inoltre non aiutano la raccolta differenziata, poiché per raggiungere il pareggio economico, servono grandi quantità di combustibile, quindi tanta spazzatura indifferenziata da sottrarre al riciclo. Tanto è vero che la Germania, citata ad esempio dal presidente Chiodi, ha più raddoppiato dal 2000 al 2006 le quantità di rifiuti importati dall’estero.  Per questo ha deciso di fermare la costruzione di nuovi inceneritori perseguendo la strada del riuso e del riciclo, fino ad arrivare a una progressiva scomparsa dell’incenerimento. 

Inoltre il WWF fa notare come un ulteriore problema sia rappresentato dalle ceneri da combustione, che possono arrivare al 30% del materiale bruciato e che sono considerate rifiuti speciali, destinati a discariche particolari, con notevoli costi per la collettività.

«In natura – conclude Luciano Di Tizio – non esiste neppure il concetto di rifiuto: tutto ciò che viene scartato viene assorbito dall’ambiente e rimesso in circolo. Dovremmo ispirarci proprio alla natura producendo esclusivamente o almeno prevalentemente oggetti e beni che, una volta concluso il loro ciclo vitale, possano rientrare in questo circolo virtuoso. In concreto la strada da perseguire anche a breve termine è non produrre né comprare beni inutili; allungare la vita degli oggetti attraverso le riparazioni e il riuso; riciclare i componenti delle cose non più utilizzabili. L’obiettivo dev’essere quello di deturpare meno possibile l’ambiente che ci circonda, certamente senza bruciare nulla e senza immettere nell’aria inquinanti cancerogeni».

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