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© M.Angelici

Calanchi di Atri

L’Oasi WWF Calanchi di Atri è la prova della varietà del paesaggio naturale italiano e della biodiversità delle zone collinari. La Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF Calanchi di Atri si trova in una Zona Speciale di Conservazione (IT7120083) nel Comune di Atri (TE). L’area si estende per circa 600 ettari e presenta una delle forme più affascinanti del paesaggio collinare adriatico – i calanchi – a cui si aggiungono fossi, torrenti, laghetti, vegetazione boschiva e campi coltivati.

Ambiente, flora e fauna

I calanchi sono forme di erosione note anche con il nome di “Bolge” o “Scrimoni”. L’aspetto brullo di queste formazioni deriva dall’azione erosiva delle acque superficiali che agiscono sul substrato argilloso.

In poco spazio sono presenti habitat diversificati, insieme ai calanchi, che sono l’elemento più caratteristico, sono infatti presenti fossi, laghetti, macchie, boscaglie e campi coltivati che formato un mosaico in continua evoluzione. In Abruzzo, i calanchi sono presenti in numerose zone collinari, ma solo ad Atri caratterizzano così fortemente il paesaggio. L’erosione porta alla luce fossili marini che si sono depositati negli strati argillosi in epoche passate, quando questa zona era sommersa dal mare.

I boschi sono formati da salice bianco, pioppo bianco, frassino, leccio, pino nero, pino d’Aleppo, sorbo domestico, roverella e ulivi, mentre tra gli arbusti e altre specie vegetali sono presenti prugnolo, rosa selvatica, biancospino, sanguinella, rovo, acero campestre, rosmarino, asparago, vischio, edera, ginestra, tamerice, liquirizia e carciofo selvatico. Dove ristagna l’acqua troviamo le specie idrofile: tifa, equiseto, canna di palude e lenticchia d’acqua.

L’avifauna presente include rapaci diurni e notturni, oltre passeriformi come la sterpazzola e il canapino. Tra i rettili sono presenti il cervone, la natrice dal collare, l’orbettino; mentre tra i mammiferi la lepre e vari mustelidi, segnalato anche il lupo e l’istrice. In primavera non mancano le farfalle, tra cui la Melanargia arge, la Melanargia galathea e il bellissimo macaone Papilio machaon.

L’istrice, simbolo della riserva, è un animale elusivo ma si possono rinvenire gli aculei o anche incontrarlo durante le escursioni notturne.

Alcune immagini dell’Oasi

© Davide Ferretti
© Cristina Mancinelli
© Cristina Mancinelli

Visita e contatti

L’Oasi può essere visitata liberamente percorrendo i sentieri segnalati che partono dal centro visite. Alcune visite si svolgono nelle serate di luna piena, in un’atmosfera di grande suggestione.
Lungo il percorso è possibile utilizzare un’audioguida scaricando l’app gratuita dell’Oasi chiamata Picus. In primavera e in autunno si svolgono visite guidate rivolte ai ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori, con la presenza di operatori specializzati WWF. E’ necessaria la prenotazione. Si consiglia comunque di passare prima per la sede per informazioni e materiale propedeutico.
La Riserva ogni anno propone un ricchissimo calendario di appuntamenti culturali ed escursionistici che spaziano in vari campi da quello naturalistico a quello antropologico. 

Come raggiungere l’oasi

Si trova nel comune di Atri (TE). Dalla A14, uscita Atri-Pineto, raggiungere Atri e seguire le indicazioni per l’Oasi. Dalla A24 uscita Villa Vomano-Roseto degli Abruzzi imboccare la S.S. 150 fino al bivio per Atri.
In treno: stazione ferroviaria Pineto-Atri.

Gestione dell’Oasi

La Riserva è gestita dal Comune di Atri con il supporto tecnico-scientifico e operativo dello IAAP (Istituto Abruzzese per le Aree Protette)

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