Tonno rosso

Aiutaci a salvare il tonno rosso!
  • 70km/h
    la velocità che può raggiungere.
  • 750kg
    il peso che può raggiungere.
  • 3.76m
    la lunghezza massima raggiunta

L’ABC DELLA SPECIE

Il tonno rosso è uno dei più grandi pesci del Mediterraneo ed è il più grande della sua specie: arriva a misurare i 3 metri di lunghezza e pesare fino a 650 kg. Solitamente non vive in acque con temperature inferiori ai 10 -14°. Ha un corpo massiccio e allungato con una colorazione blu acciaio sul dorso, a volte molto scura, quasi nera mentre il ventre e i fianchi sono invece bianco-argentei. È un predatore vorace e temibile si nutrono principalmente di banchi di pesci più piccoli come aringhe, sgombri e sardine ma si nutre anche di cefalopodi pelagici.
Durante il periodo riproduttivo smette di mangiare. In primavera migliaia di tonni maturi lasciano l’Atlantico settentrionale dove vivono abitualmente   e migrano verso il Mediterraneo passando per lo stretto di Gibilterra. Seguendo la corrente superficiale si dirigono verso oriente dove si riproducono, per tornare poi nell’oceano in autunno. 

Questa specie alterna due fasi di vita: una erratica in cui il tonno vive in piccoli gruppi, e una gregaria, che coincide con l’inizio della stagione riproduttiva, ed è il periodo in cui si raggruppa in grossi branchi e migra verso le aree riproduttive che si trovano nel Mediterraneo.

I branchi tendono a passare negli stessi luoghi anno dopo anno: la conoscenza di queste rotte ha permesso la costruzione di impianti di pesca fissi dette “tonnare”. Questa pesca avveniva in forma sostenibile e faceva parte di quelle attività tradizionali che si praticavano lungo le coste italiane fino a pochi decenni fa. 

CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ

Il tonno viene mangiato da migliaia di anni, anche gli antichi greci avevano imparato ad apprezzarlo e a cacciarlo. I tonni sono in grado di coprire distanze enormi, sono resistenti e veloci: possono raggiungere una velocità di 70 km/h e immergersi fino a 500 m di profondità alla ricerca di cibo, cacciano utilizzando la vista, la migliore tra tutti i pesci ossei. 

Viene definito un “pesce a sangue caldo”, arterie e vene sono posizionate sotto la pelle e scorrono parallelamente, così vicine che il sangue caldo venoso riesce a riscaldare quello freddo arterioso, questo sistema è chiamato scambio in controcorrente, in questo modo buona parte del calore viene recuperata e conservata.  Mantenere il calore consente al tonno di sostenere alte velocità per lunghi periodi, permettendogli di compiere le grandi migrazioni che caratterizzano questa specie. 

LE MINACCE

I grandi pesci pelagici da molti anni subiscono la pressione delle flotte pescherecce asiatiche anche nel Mediterraneo. La pesca tradizionale con le tonnare a terra sfruttava il passaggio dei tonni durante le migrazioni e il prelievo avveniva in forma sostenibile.
Negli ultimi anni il tonno rosso è diventato uno dei pesci più pregiati sul mercato. Questo ha portato ad una richiesta di pescato impossibile da sostenere. La pesca eccessiva ha spinto le popolazioni di tonno rosso sull’orlo dell’estinzione, con un crollo degli stock dell’85% in pochi anni. Oggi, 80% di tutto il tonno pescato viene venduto al Giappone.

La pesca non è l’unica minaccia, l’introduzione di allevamenti di tonno rosso nel Mediterraneo, dove i pesci ancora giovani e quindi di modeste dimensioni vengono fatti ingrassare per essere venduti, ha aperto un nuovo mercato finalizzato alla cattura dei giovani tonni. Prima che i tonni avessero la possibilità di riprodursi, venivano catturati per essere trasportati negli allevamenti, causando un decremento repentino degli stock riproduttivi. 

COSA FA IL WWF

Misure inefficaci di gestione della pesca del tonno e una insufficiente applicazione delle regole da parte delle Organizzazioni Regionali di Gestione della Pesca (RFMO) e dei loro Paesi membri (compresa l’UE e quindi i suoi membri), hanno permesso che le pratiche di pesca eccessiva e insostenibile mettessero a rischio le popolazioni del tonno e gli ecosistemi marini di cui fanno parte. Chiediamo perciò una pesca del tonno rispettosa della “salute degli oceani”, ma il WWF non può realizzare da solo questo obiettivo: ha bisogno della collaborazione di tutte le parti interessate del settore per poterlo raggiungere. Vogliamo lavorare attivamente con i governi, i fornitori, i rivenditori, i pescatori, le istituzioni accademiche e le altre organizzazioni per garantire la sostenibilità a lungo termine della pesca del tonno. Da oltre dieci anni siamo impegnati nella tutela del tonno rosso: una delle nostre vittorie più recenti, riportata all’ICCAT (Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tunnidi dell’Atlantico), è quella di aver vietato l’aumento delle quote di pesca di tonno rosso. 

In Italia la lista rossa nazionale valuta la specie come Quasi minacciata (NT), poiché il suo status dipende strettamente dalle diverse misure di conservazione adottate negli anni. Grazie alle misure di gestione del “Piano di ricostituzione del tonno rosso”, la specie risulta recentemente essere in notevole aumento. Tuttavia, l’efficacia delle misure di controllo e di gestione sono fondamentali per evitare un peggioramento della situazione in breve tempo. 

Negli ultimi anni si stanno affacciando sul mercato marchi che certificano la pesca sostenibile di diverse specie, compresa la pesca del tonno. Tuttavia, il WWF si è opposto a questa certificazione perché non la ritiene in grado di garantire il raggiungimento della sostenibilità dello stock di tonno rosso. Si tratta di una certificazione rilasciata oggi per un obiettivo di sostenibilità al 2025, che non rispecchia però gli standard di certificazione rigorosi necessari a salvaguardare uno degli stock ittici più preziosi dei nostri mari. 

In collaborazione con altre organizzazioni, abbiamo fornito prove scientifiche a dimostrazione che lo stock pescato, non è tuttora entro i limiti della sostenibilità. In questo caso come in molti altri, è dimostrato che un efficace tutela della biodiversità deve passare attraverso ricerca scientifica, azioni politiche e di lobby, istruttorie legali e conoscenza dell’ecologia delle specie.  

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