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Chieti: taglio abusivo di alberi lungo il fiume Pescara, intervengono le guardie WWF

Un cittadino deferito alla Procura della Repubblica. Il degrado del fiume avanza nel silenzio delle istituzioni. Bisogna aumentare i controlli e vietare nuove cementificazioni: le alluvioni insegnano. Continuano le azioni di controllo delle Guardie volontarie del WWF nel…

Un cittadino deferito alla Procura della Repubblica. Il degrado del fiume avanza nel silenzio delle istituzioni. Bisogna aumentare i controlli e vietare nuove cementificazioni: le alluvioni insegnano.

Continuano le azioni di controllo delle Guardie volontarie del WWF nel territorio regionale.
In particolare una operazione condotta nei giorni scorsi lungo i fiumi del Chietino ha portato, oltre che alla contestazione di alcuni illeciti e a sequestri in materia di pesca, al deferimento alla Procura di Chieti di un cittadino sorpreso sulle sponde del fiume Pescara a tagliare senza alcuna autorizzazione alberi di proprietà pubblica per ricavarne legname.
 
Nell’occasione le guardie WWF hanno con rammarico constatato ancora una volta le difficili condizioni ambientali in cui grava il più grande fiume d’Abruzzo.
Colpisce in particolare il fatto che il degrado è maggiormente evidente proprio nel cosiddetto “parco fluviale”, che dovrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della città, parziale ristoro del danno ambientale rappresentato da un enorme centro commerciale costruito in quella che era un zona di esondazione naturale della Pescara. Le Guardie volontarie del WWF hanno constatato la presenza di discariche abusive, pescatori illegali e, appunto, il taglio abusivo di alberi.
 
Claudio Allegrino, coordinatore regionale delle Guardie Giurate Volontarie del WWF, lancia un appello con molta amarezza: “Percorrendo la strada che affianca il corso del fiume Pescara si ha ancora oggi la possibilità di godere di paesaggi interessanti ma occorre fare presto, perché tra poco non ci sarà ben poco da ammirare. Gli alberi, ad esempio: in un solo giorno abbiamo censito oltre 20 punti in cui sono stati abusivamente abbattuti per ricavarne legname (un reato penale). Si percepisce in queste zone una sensazione di abbandono da parte delle istituzioni, degli amministratori e degli Organi di polizia. Se non si avviano subito attività di repressione degli illeciti, si corre il rischio che queste aree siano perdute per sempre nel degrado. Non è possibile lasciare la risoluzione di questi problemi unicamente sulle spalle di cittadini, come le guardie giurate, che volontariamente e gratuitamente cercano di tamponare le emergenze. Abbiamo denunciato più volte la situazione di illegalità diffusa nella zona del fiume Pescara, ma non abbiamo notizie di interventi di polizia oramai da tanto tempo”.
 
Conclude Nicoletta Di Francesco, presidente del WWF Chieti: “Il patrimonio verde è fondamentale per la qualità della nostra vita e gli alberi in particolare andrebbero sempre tutelati e controllati, soprattutto quando sono inseriti in ambienti naturali. Troppo spesso accade esattamente il contrario. È grave quando un singolo cittadino li abbatte a danno di tutti gli altri; ancora più grave, e purtroppo accade spesso, quando i tagli sono autorizzati e pianificati da enti pubblici, a volte con motivazioni risibili. Una scelta che denota una gravissima mancanza di cultura contro la quale dovremmo tutti impegnarci a fondo anche scegliendo amministratori in grado di dimostrare un maggiore rispetto verso il patrimonio della collettività e la difesa dell’ambiente. Il fiume è una ricchezza per tutti, non possiamo continuare a trattarlo con sufficienza. Le alluvioni che provocano danni e morte non sono colpa della natura ma dell’uomo che continua a costruire dove non dovrebbe e lungo la Pescara gli esempi in tal senso, realizzati e ancora assurdamente progettati, purtroppo non mancano”.
 

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