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Le banche non finanzino la APP

Questo è ciò che chiedono al mondo finanziario in una lettera, firmata dalla rete europea “European Environmental Paper Network”, 60 tra associazioni e ONG ambientaliste e sociali mondiali tra cui il WWF. La APP non ha mantenuto le…

Questo è ciò che chiedono al mondo finanziario in una lettera, firmata dalla rete europea “European Environmental Paper Network”, 60 tra associazioni e ONG ambientaliste e sociali mondiali tra cui il WWF.
La APP non ha mantenuto le promesse fatte agli investitori di abbandonare la sua politica di assalto e distruzione delle foreste e delle sempre più rare specie animali a serio rischio di estinzione
di Sumatra, specie come tigri, rinoceronti, oranghi ed elefanti.

“Crediamo che i potenziali investitori dovrebbero essere interessati e responsabilizzati sulle
implicazioni di ciò che finanziano” ha detto Massimiliano Rocco responsabile Specie, TRAFFIC
& Foreste WWF Italia .”Se il potenziale rischio di rovinarsi la reputazione non è sufficiente e la
responsabilità nel cancellare alcune tra le foreste e le specie animali più belle che il nostro pianeta
possa ancora annoverare, il campanello d’allarme dovrebbe suonare per il default della società che
aveva accumulato quasi 14 miliardi di dollari di debito nel 2001 e che alcuni dei suoi ex investitori
hanno portato davanti ai tribunali degli Stati Uniti con la richiesta di conformarsi all’obbligo di non
proseguire con la distruzione della foresta, come elemento chiave per poter accedere a nuovo
credito .”

Con i nuovi impianti in progetto la APP produrrebbe tra 1,5 e 2,0 milioni di tonnellate all’anno di
pasta legno sbiancato, diventando così il più grande produttore al mondo. Come stimato dalla ONG
di Sumatra Eyes on the Forest la APP e i suoi fornitori hanno già mandato al macero più di due
milioni di ettari di foreste pluviali naturali nella sola provincia di Riau, sull’isola di Sumatra.
La lettera inviata mette in evidenza come la APP abbia fallito nell’onorare gli impegni ambientali dichiarati durante la ristrutturazione del suo debito e abbia perso e continui a perdere clienti importanti (come ad esempio Disney, Hasbro, Mattel, Unilever, Nestlé, Danone, Xerox, Mondi) a seguito di preoccupazioni crescenti sulle sue pratiche di deforestazione, conflitti con le comunità locali e rischi per il business e la reputazione dei suoi acquirenti. “L’Indonesia è un luogo potenzialmente promettente per condurre investimenti in pasta di legno e carta, con il suo clima umido che consente alle piante da cui si produce la pasta di legno di maturare molto più velocemente rispetto ai paesi subtropicali. Purtroppo questo gioca a favore delle pratiche distruttive di APP che continua a fare affidamento sulle foreste naturali per il suo
approvvigionamento di polpa.

L’impegno per salvare le ultime foreste di Sumatra e la sua ricchissima biodiversità deve essere un
impegno di tutti noi e il nostro settore privato non può esimersi dal considerarlo” dichiara Rocco
“Invitiamo le nostre aziende che continuano ad usare quella carta e quei prodotti a cancellare i loro
ordini, ad interrompere ogni relazione economica con la APP, a offrire ai cittadini italiani prodotti
sostenibili, verdi e non responsabili della distruzione delle ultime foreste vergini del nostro pianeta
e della sua fauna. Chi fa scelte diverse deve avere anche il coraggio di dire alle generazioni future
che sta cancellando così anche le ultime tigri e gli ultimi rinoceronti di Sumatra, ed estinzione è per
sempre” .

Per approfondire questi temi e capire meglio il ruolo delle aziende italiane lunedì 19
novembre si terrà il convegno “CARTA BIANCA PER DEFORESTARE La deforestazione
in Indonesia e la responsabilità delle imprese italiane” organizzato da Terra! in
collaborazione con Greenpeace, Legambiente e WWF e con il patrocinio della Provincia di
Roma, alle ore 11:00, presso la Sala Liegro della Provincia di Roma.

Uno dei più importanti ecosistemi del pianeta, la foresta dell’Indonesia, viene ogni giorno intaccato
per produrre carta e altri prodotti a basso prezzo; questo provoca un enorme impatto ambientale
basti considerare che il 20% delle emissioni globali di gas serra proviene dalla distruzione delle
foreste, e l’Indonesia si è trasformato nel terzo emettitore mondiale, dopo Cina e USA.
Negli ultimi anni l’Italia ha incrementato esponenzialmente le proprie importazioni dall’Indonesia
fino a diventare il più importante acquirente europeo di carta indonesiana contribuendo, in questo
modo, ad accelerare il fenomeno della deforestazione. In una situazione come questa diventa
indispensabile un approccio critico e consapevole, perché dietro le scelte di mercato esistono
spesso, come in questo caso, responsabilità sociali e ambientali che non possono essere e non
devono essere più ignorate.

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