Pandanews

Salviamo gli elefanti

Massicce quantità di avorio africano vengono vendute ogni giorno nei negozi della Thailandia, alimentando il drammatico fenomeno del bracconaggio degli elefanti, ogni anno uccisi a decine di migliaia per l’avorio delle loro zanne. Fino al 14 marzo, il…

Massicce quantità di avorio africano vengono vendute ogni giorno nei negozi della Thailandia, alimentando il drammatico fenomeno del bracconaggio degli elefanti, ogni anno uccisi a decine di migliaia per l’avorio delle loro zanne.

Fino al 14 marzo, il WWF lancia contemporaneamente in 156 paesi nel mondo una petizione globale  che vuole raggiungere un milione di firme per chiedere al Primo Ministro thailandese Yingluck Shinawatra di vietare ogni forma di commercio di avorio in Thailandia al fine di contenere l’uccisione illegale di elefanti africani. Alla prossima Conferenza delle parti della CITES (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) che si terrà a marzo in Thailandia, i Governi europei, Italia in testa, hanno l’opportunità di prendere le decisioni giuste per ridurre la domanda di prodotti provenienti da specie in via di estinzione, rafforzare la legislazione, aumentare i controlli e le sanzioni.

 Nonostante la vendita di avorio di elefanti africani sia vietata in Thailandia, l’avorio degli elefanti thailandesi può essere venduto legalmente. Le reti criminali sfruttando questa scappatoia legale per inondare i negozi tailandesi con il sangue dell’avorio africano.

“Le leggi esistenti non sono efficaci per tenere fuori dal mercato tailandese l’avorio illegale africano. L’unico modo per impedire alla Thailandia di contribuire al bracconaggio degli elefanti è quello di vietare tutte le vendite di avorio”, dichiara Massimiliano Rocco, Responsabile del Programma Specie e Traffic del WWF. “Oggi le principali vittime sono gli elefanti africani, ma gli elefanti della Thailandia potrebbero essere i prossimi. Il ministro Shinawatra può contribuire a porre fine a queste uccisioni e credo che anche i cittadini thailandesi darebbero il loro sostegno per una maggiore protezione di questi animali”.

Il bracconaggio ha raggiunto livelli record in Africa, dove decine di migliaia di elefanti vengono uccisi ogni anno per le loro zanne d’avorio.
I dati sul traffico di avorio raccolti nella ETIS , la più importante banca dati al mondo realizzata per registrare i sequestri di avorio che registra più di 18.000 eventi ad oggi, presentati di recente mostrano come il traffico internazionale di avorio abbia raggiunto nel 2011 il tasso più elevato mai registrato prima, con tre dei quattro più importanti sequestri di avorio registrati dal 2009.

Continua Rocco” Nel solo 2011 si sono registrati 17 importanti sequestri di avorio più del doppio di quanti ne siano stati registrati nell’altro anno comunque critico per i sequestri, il 2009,  e con più del doppio di quanto avorio sequestrato sia stato raggiunto nei precedenti otto anni  per un totale di circa 26,4 tonnellate”.
Dopo un periodo di stabilità dal 2008 si è registato un incremento nei casi di sequestri scoperti ed oggi più che mai il mercato illegale sembra avere avuto un incremento esponenziale che deve essere fermato a tutti i costi. La Thailandia rappresenta il più grande mercato d’avorio non regolamentato del mondo divenendo, in questo modo, capofila nel bracconaggio e nel commercio illegale.

“Il permesso per commerciare legalmente in Thailandia zanne d’avorio provenienti da elefanti asiatici viene sfruttato per  il mercato dell’avorio di elefanti africani come prodotti lavorati attraverso centinaia di punti vendita al dettaglio”, secondo il Rapporto 2012 sul Elephant Trade Information System 

“Molti turisti stranieri proverebbero orrore se sapessero che i numerosi ninnoli d’avorio in mostra accanto ai tessuti di seta nei negozi thailandesi possono provenire da elefanti massacrati in Africa. È illegale portare a casa avorio che non dovrebbe più essere venduto in Thailandia “, ha dichiarato Rocco.

Nel mese di marzo, i rappresentanti di 176 governi si riuniranno a Bangkok per discutere le problematiche globali legate al commercio di specie selvatiche, tra cui il bracconaggio dilagante degli elefanti in Africa. Il WWF chiede al ministro Shinawatra di cogliere quest’ occasione per annunciare al Paese il divieto sul commercio di avorio in Thailandia – FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE.

 Il WWF Italia è direttamente impegnato nel contrasto al commercio illegale, dai traffici di animali da compagnia alle peli di rettile o lane pregiate, anche con un particolare sostegno al Cuore verde dell’Africa, il bacino del Congo, dove la deforestazione unita ad un incremento della caccia e al commercio illegale sta portando all’estinzione non solo di specie simbolo come i gorilla e gli elefanti di foresta ma di molte altri animali meno conosciuti ma fondamentali per la sopravvivenza della foresta e delle sue comunità:
“E’ un vero circolo vizioso: in questi paesi i ricchi proventi derivati dall’uccisione e dal commercio illegale di animali e delle loro parti nutrono un mercato diffuso e pericolosissimo di armi. E così i fucili, i kalashnikov, entrano capillarmente nella foresta rinforzando quel massacro di animali grandi e piccoli di cui si nutrono i signori delle armi – ha detto Isabella Pratesi, Direttore Conservazione Internazionale del WWF Italia.

Le attività anti bracconaggio del WWF vanno avanti anche sul web: da alcuni mesi in tutto il mondo il WWF ha avviato la campagna globale “Kill the trade that kills”, che vede nel 2012 l’attivazione di tutti i 156 uffici nazionali del WWF per smuovere l’interesse di tutti quelli che non
vogliono che queste specie si estinguano per creare una rete di azioni, di sostegno e di richieste che fermi per sempre questo bracconaggio selvaggio che interrompa lo sterminio di tigri, elefanti e rinoceronti in nome di un commercio illegale e crudele.

Su Twitter segui la campagna con #killthetrade e #stopbracconaggio #stopavorio e sul profio @wwfitalia.
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