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Appello di WWF e Legambiente per il torrente Baganza (Pr)

Le cause del dissesto idromorfologico del Baganza In occasione del convegno del 22 aprile 2015 “Difendere il Baganza per difenderci dalle alluvioni” WWF e Legambiente hanno avuto modo di illustrare nel dettaglio i principi, le motivazioni e le…

Le cause del dissesto idromorfologico del Baganza
In occasione del convegno del 22 aprile 2015 “Difendere il Baganza per difenderci dalle alluvioni” WWF e Legambiente hanno avuto modo di illustrare nel dettaglio i principi, le motivazioni e le proposte concrete per affrontare il problema del rischio alluvioni del torrente Baganza in modo efficace ed integrato con gli altri aspetti della gestione del bacino: miglioramento della qualita delle acque, mantenimento di un deflusso ecologico, alimentazione degli acquiferi, tutela della biodiversita e fruizione pubblica.
In particolare sono stati richiamati i principali problemi che, secondo le analisi effettuate dalla Provincia di Parma, vanno oggi affrontati per il ripristino della funzionalita fluviale:
– Perdita degli spazi di pertinenza fluviale. A partire dal 1810 la superficie del Baganza da Marzolara a Parma e piu che dimezzata: da 9.132.240 mq a 4.040.980 mq, con una perdita di volume utile pari a 10.000.402 mc. E’ il caso di ricordare che si tratta di oltre il doppio del volume della cassa d’espansione progettata da AIPO, pari a 4,6 milioni di mc. La causa principale della riduzione degli spazi fluviali e da attribuirsi alla progressiva occupazione delle golene con insediamenti e forme di uso del suolo non compatibili con il naturale dinamismo del corso d’acqua.
– Abbassamento dell’alveo. Dal 1972 al 1996 si e registrato un abbassamento della quota dell’alveo del Baganza a  Ponte Nuovo di circa 1,5 m. Un abbassamento che ha messo e mette tuttora a rischio le fondazioni di ponti, difese spondali ed altri manufatti oltre a contribuire all¡¦ulteriore canalizzazione del torrente. L’impossibilita dell’acqua di esondare nelle golene – zone di pertinenza naturale d’ogni idrovia che si costituisca fisicamente nel corso dei millenni – riduce la scabrezza del flusso, ne aumenta alquanto la velocita (quindi la potenza erosiva e dirompente), ne alza pericolosamente il livello (quindi l¡¦incombere oltre le arginature).
– Impermeabilizzazione del territorio. I comuni dell’alta pianura parmense hanno subito una fortissima espansione urbana negli ultimi decenni, con un conseguente aumento del rischio idraulico. Per fare due esempi, dal 1960 al 2008 le superfici urbanizzate di Felino e di Sala Baganza sonno aumentate rispettivamente del 281% e del 332%.
– Riduzione dei tempi di propagazione. Come effetto dei suddetti fattori, si registra una continua riduzione dei tempi di scorrimento delle piene tra Marzolara e Ponte Nuovo. Agli inizi degli anni 2000, i tempi che intercorrevano tra il passaggio delle piene a Marzolara e a Ponte Nuovo si erano gia avvicinati mediamente alle 2-3 ore contro le 3-4 registrate negli anni precedenti. Se da un lato la velocita del deflusso aumenta il rischio idraulico, dall’altro aumenta la frequenza e la durata del completo prosciugamento dell¡¦alveo.

Gli interventi in progetto rispondono ai criteri di riqualificazione fluviale previsti dalla normativa?
Nella stessa occasione del 22 aprile e in successivi incontri, gli enti preposti alla gestione del corso d’acqua hanno illustrato l’importante lavoro svolto per predisporre in tempi rapidi il progetto di riduzione del rischio idraulico nel tratto urbano ed il progetto di cassa d’espansione a Casale di Felino. Nell’apprezzare la qualita dei progetti sotto il profilo tecnico, si rileva tuttavia che gli interventi proposti sono ancora riduttivi rispetto alle possibilita di riqualificazione fluviale offerte dall’intera asta del Baganza.
Ci chiediamo quante risorse resteranno per studiare e realizzare un'”espansione diffusa” del torrente, se oggi finanziamenti di notevole entita (oltre 50 milioni di £á) vengono destinati ai soli progetti di riarginatura e di cassa d’espansione. Inoltre, sapendo che i tempi previsti di approvazione e realizzazione della cassa d’espansione di Casale di Felino sono di minimo sette anni, riteniamo che sarebbe subito da considerare il ricorso ad altri interventi di piu rapida realizzazione per ottenere una significativa riduzione del rischio alluvioni i tempi piu brevi.
WWF e Legambiente chiedono quindi ai decisori di tenere conto degli aspetti di seguito elencati in modo schematico, nella scelta del tipo di interventi da finanziare.
– L’integrazione degli aspetti qualitativi e quantitativi delle acque superficiali e sotterranee, tenendo conto delle condizioni naturali di scorrimento delle acque nel ciclo idrologico. (Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CEE). Dal momento che gli interventi previsti potranno rappresentare un ostacolo al raggiungimento dello stato ¡§buono¡¨ del corpo idrico del T. Baganza, si ritiene necessario approfondire i pre-requisiti richiesti per un’esenzione ai sensi del comma 7 dell¡¦art. 4 della Direttiva europea Acque, senza i quali si rischierebbe di incorrere in sanzioni da parte della Commissione Europea. In particolare si richiede di dimostrare, attraverso competenze adeguate, se:
a) e stato fatto tutto il possibile per mitigare l’impatto negativo sullo stato del corpo idrico interessato (art. 4 comma 7, a) della Direttiva Acque);
b) le motivazioni delle modifiche o alterazioni sono menzionate specificamente e illustrate nel Piano di gestione delle acque in corso di adozione (art. 4 comma 7, b) della Direttiva Acque);
c) le motivazioni di tali modifiche o alterazioni sono di prioritario interesse pubblico e/o i vantaggi per l’ambiente e la societa risultanti dal conseguimento degli obiettivi di cui al punto a) sono inferiori ai vantaggi derivanti dalle modifiche o alterazioni per la salute umana, il mantenimento della sicurezza umana o lo sviluppo sostenibile (art. 4 comma 7, c) della Direttiva Acque);
d) per ragioni di fattibilita tecnica o costi sproporzionati, i vantaggi derivanti da tali modifiche o alterazioni del corpo idrico non possono essere conseguiti con altri mezzi che costituiscano una soluzione notevolmente migliore sul piano ambientale (art. 4 comma 7, d) della Direttiva Acque).
– Per l’importanza dell¡¦opera in questione e per le possibili ricadute che puo avere dal punto di vista della funzionalita idrogeomorfologica e ambientale del T.Baganza, gia compromessa nei corpi idrici terminali, si ritiene necessario dimostrare che la soluzione progettuale presentata rappresenti la soluzione migliore per l’attuazione integrata delle Direttive 2000/60/CE e 2007/60CE rispetto ad altre soluzioni possibili e alternative, anche sulla base
di analisi costi-benefici.
– La realizzazione delle infrastrutture verdi, una delle misure che possono dare un contributo importante alla limitazione delle conseguenze negative di alluvioni e siccità, in particolare dalle misure di ritenzione naturale delle acque, tra cui il ripristino di pianure alluvionali e zone umide. (Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee- Blueprint);
– Al fine di conferire maggiore spazio ai fiumi, il mantenimento e/o il ripristino delle pianure alluvionali. (Diretttiva 2007/60 relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni
– Promuovere interventi di riqualificazione ambientale e rinaturazione, che favoriscano la riattivazione e l¡¦avvio di processi evolutivi naturali e il ripristino di ambienti umidi naturali; il ripristino, il mantenimento e l¡¦ampliamento delle aree a vegetazione spontanea e degli habitat tipici; il recupero dei territori perifluviali ad uso naturalistico e ricreativo.
(Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico del fiume Po – Autorita di Bacino del fiume Po)
– Non limitare le condizioni di buona officiosita ad un’ideale sezione regolare, rettangolare o
trapezoidale, in grado di trasportare a valle le portate di piena con tiranti piu bassi possibili e pertanto con una minore occupazione possibile della pianura alluvionale in termini di aree allagabili, ma tenere conto delle caratteristiche geomorfologiche e dei fenomeni di dinamica fluviale propri dei corsi d’acqua naturali (formazione di barre di
fondo, sviluppo di alvei pluricorsuali, ecc.). La gestione dei sedimenti dovrebbe puntare ad un miglioramento dell’assetto ecologico del fiume evitando che i processi di erosione, trasporto e deposizione dei sedimenti che si sviluppano lungo l’alveo siano oggetto di consistenti interventi nella maggioranza dei casi effettuati in via d¡¦urgenza senza una precisa e specifica conoscenza delle dinamiche fluviali in atto, correlati a non trascurabili obiettivi di reperimento di materiale inerte. Un corso d’acqua puo essere considerato in condizioni di buona funzionalita morfologica quando il suo assetto risulta in condizioni di equilibrio dinamico e puo essere definito in condizioni di buona funzionalità ecologica quando l’assetto dell’alveo, delle sponde ripariali e delle aree di pianura alluvionale ancora connesse all’ambiente fluviale consentono la conservazione degli ecosistemi acquatici e ripariali e lo sviluppo di habitat diversificati. Vanno privilegiati gli interventi di movimentazione di materiale litoide, rispetto a quelli di asportazione. (Direttiva tecnica per la gestione dei sedimenti degli alvei dei corsi d’acqua – Autorita di Bacino del fiume Po, Del. 9/2006)
– La progettazione degli interventi dovra assumere quali aspetti vincolanti la conservazione delle caratteristiche di naturalita dell’alveo fluviale. (Del. RER 3939/1994 – Direttiva concernente criteri progettuali per l’attuazione degli interventi in materia di difesa del suolo nel territorio della Regione Emilia-Romagna).
– Riqualificare i corsi d¡¦acqua in considerazione del mantenimento dei deflussi vitali e della qualita ecologica in situazioni di variazioni dei regimi termopluviometrici futuri.
(Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici )
– A partire dalla programmazione 2015 le risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico sono utilizzate tramite accordo di programma sottoscritto dalla Regione interessata e dal Ministero dell’ambiente. A questo tipo di interventi integrati, in grado di garantire contestualmente la riduzione del rischio idrogeologico e il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua e la tutela degli ecosistemi e della biodiversita’, in ciascun accordo di programma deve essere destinata una percentuale minima del 20 per cento delle risorse. (Decreto Legge n.133/2014, “Sblocca Italia”).

Proposte specifiche per un piano di riqualificazione fluviale del Baganza
Un progetto rispondente alle esigenze di riqualificazione del torrente Baganza dovrebbe affrontare i seguenti aspetti, effettuando un’analisi approfondita e definendo interventi, fonti di finanziamento e tempi di realizzazione.
– Eliminazione degli insediamenti abusivi e degli usi non regolari del demanio idrico
– Delocalizzazione degli insediamenti incongrui
– Restituzione delle fascia B di esondazione alla funzione di laminazione delle piene, mediante abbassamento di superfici terrazzate e/o costruzione di strutture trasversali per favorire il trattenimento di sedimenti e rialzare il livello dell’alveo (con un recupero valutato in 3milioni di mc dalla Provincia di Parma)
– Ripristino della dinamica planimetrica con eventuale allargamento dell’alveo, riapertura di canali secondari e recupero della sinuosita.
– Individuazione e ripristino di aree inondabili mediante eliminazione/arretramento degli argini
– Creazione di ecosistemi filtro ed aumento della diversita morfologica del corso d’acqua
– Smantellamento di opere di difesa non funzionali
– Restituzione delle aree perifluviali e degli argini ad un uso pubblico compatibile con la
sicurezza idraulica e la funzionalita ecologica del corso d’acqua (percorsi ciclopedonali, aree
per la fruizione ricreativa e naturalistica)
– Verifica e rinegoziazione delle concessioni dei prelievi idrici
– Riqualificazione della rete scolante secondo le Linee guida per la riqualificazione ambientale dei canali di bonifica in Emilia- Romagna
– Verifica di ulteriori interventi sulla base delle linee guida di riqualificazione fluviale: forestazione della piana inondabile per rallentare i deflussi, interventi per l’aumento diffuso della scabrezza in alveo, aumento dell’apporto di sedimenti dai versanti, rimozione o modifica strutturale di briglie e soglie, immissione di sedimenti in alveo.
In relazione ai progetti di cassa d’espansione e di riarginatura si chiede di ampliare le informazioni e le conoscenze ad oggi disponibili, attraverso tempi e competenze adeguate, al fine di definire e scegliere tra possibili alternative di intervento quelle che meglio rispondano ai criteri della riqualificazione fluviale ed individuare se necessario eventuali compensazioni, privilegiando interventi diffusi e di recupero morfologico ad interventi puntiformi e avulsi dal contesto fluviale e di valutare in quale modo gli interventi previsti rispondono al necessario ripristino dei servizi ecosistemici del corso d’acqua. Dati i tempi di realizzazione dell’opera, compatibili anche con i tempi utili a colmare le lacune conoscitive attuali per operare rispetto alle finalita multiobiettivo indicate, si ritiene che la richiesta formulata possa rappresentare la soluzione per essere in piena coerenza con le priorita e le raccomandazioni europee e per evitare future sanzioni da parte della Commissione Europea a seguito dell¡¦adozione del Piano Acque e Piano Alluvioni prevista per dicembre 2015.

Avviare un contratto di fiume per il Baganza
Si ricorda infine di dare seguito a quanto dichiarato il 22 aprile sulla possibilita di avviare un contratto di fiume, tenendo conto che obiettivi principali di tale strumento devono essere la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico (Tavolo Nazionale Contratti di Fiume, Gruppo di Lavoro 1:
Riconoscimento dei CdF a scala nazionale e regionale e definizione di criteri di qualita DOC1 – 12 marzo 2015 ).

WWF e Legambiente ritengono che i contenuti del presente appello debbano rientrare nel Documento d¡¦intenti contenente le motivazioni e gli obiettivi generali, che costituisce il primo passo del percorso di realizzazione di un contratto di fiume.
WWF e Legambiente, nello spirito della partecipazione pubblica promossa dall’Autorita di bacino del fiume Po e dalla Regione sulla pianificazione integrata delle direttive europee, auspicano che anche nelle scelte progettuali si ritrovi la stessa ricchezza di contenuti emersa negli incontri informativi, affinche si risponda in modo adeguato alle sfide che le normative europee e nazionali pongono per una migliore gestione dei corsi d’acqua.

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