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WWF Verona: il fiume Adige sotto assedio

Il progetto per la costruzione di una diga sul fiume Adige in località Rosta in Comune di Terrazzo (VR) in riva sinistra, e di Badia Polesine in riva destra, all’interno di un’area tutelata di Interesse Comunitario – SIC…

Il progetto per la costruzione di una diga sul fiume Adige in località Rosta in Comune di Terrazzo (VR) in riva sinistra, e di Badia Polesine in riva destra, all’interno di un’area tutelata di Interesse Comunitario – SIC IT 3270042 e Habitat 3260 e 91E0, da parte di una società padovana istituita solo da qualche mese, incontra l’opposizione risoluta del WWF Veronese che ritiene quel progetto causa di una intollerabile compromissione del prezioso sistema fluviale che l’Adige rappresenta.

Il WWF, nella sua qualità di portatore di interesse, autore di molte iniziative a tutela del fiume nell’arco di decenni, normale interlocutore dell’Autorità di bacino dell’Adige – sedi di Venezia e Trento – e del Genio Civile di Verona e Rovigo, unisce la propria alle preoccupate voci di opposizione alla costruzione della nuova diga, del WWF di Rovigo, Padova e Venezia, dei Sindaci di Terrazzo e Badia Polesine, dei Presidenti delle Amministrazioni provinciali di Verona e Rovigo, di Consorzi di Bonifica interessati e di altri enti ed associazioni locali.

Opponendosi inoltre già fin d’ora ad altri progetti, ora in fase istruttoria, volti alla realizzazione di nuove dighe in provincia di Verona, a monte e a valle della città, e ad un ulteriore sfruttamento di dighe già in funzione.
L’Adige non è e non può essere considerato alla stregua di un canale industriale essendo invece importante corridoio biologico, anche a valle di Verona e fino all’Adriatico.

Questo è il motivo che induce il WWF Veronese ad opporsi ad un uso a dir poco troppo spregiudicato ed aggressivo della risorsa Adige, come pare essere il replicarsi di nuove dighe a breve distanza una dall’altra.
Ogni intervento importante sul fiume, ed una diga lo è certamente, genera conseguenze sia a valle che a monte, conseguenze poi sopportate dalle comunità locali. I processi decisionali dovrebbero essere presi quindi con la partecipazione di tutti i portatori di interesse.

Per i valori naturalistici, paesaggistici e storici dal suo corso – acqua, flora, fauna, bentonica, ripariale e di vicinanza – ha già meritato l’istituzione di parchi naturali a Verona, S. Giovanni Lupatoto, Belfiore cui altri seguiranno.
Va arricchito con piantumazioni in golena come già avvenuto a Legnago e a Villa d’Adige, va protetto e restaurato eliminando gli scarichi di limi o di altro genere come già avvenuto a nord di Verona, va conservato quale importante fattore nella preziosa compagine fluviale padano – veneta.

La diga alla Rosta, con il suo sbarramento di 150 m., che alza la quota del fiume di ben 5 m. realizza una piena permanente che indebolisce gli argini maestri aggravandone la permeabilità ne riduce la sicurezza idraulica, altera l’ambiente di vita delle specie che popolano il letto e le rive del fiume, ed inserisce con la sua struttura un assurdo confine alla libera dinamica della vita fluviale.

Contravviene inoltre ai dettami degli strumenti urbanistici che governano quelle aree classificate nel PAT di Badia come “non idonee, fortemente penalizzanti e propense al dissesto” mentre il PATI di Terrazzo con le sue NTA (Norme tecniche di attuazione) ne vieta la trasformazione per gli “effetti negativi permanenti” che provocherebbe. Quanto precede legittima l’affermazione che la diga costituirebbe una compromissione dell’intero ecosistema del fiume, con
ripercussioni per almeno 20 km a monte e fino al mare a valle.
Nè vale considerare che la centrale genererebbe 8MW di energia rinnovabile in quanto, in questo caso, il vantaggio energetico conseguito, a nostro avviso, sarebbe decisamente inferiore al costo ambientale.

Quelli che precedono, sinteticamente, ma esaustivamente sono i motivi per cui il WWF – cultore storico della natura e del paesaggio – alza la propria voce unendola a quella di pubblici amministratori responsabili, di agricoltori, di amanti della natura e del fiume, della società civile, insomma per dire che la diga sull’Adige alla Rosta responsabilmente non si può e non si deve fare.

WWF Veronese

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