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Tartarughe marine, il bilancio dell’ultimo nido

Dopo oltre due mesi di monitoraggio del sito di nidificazione di Caretta caretta ritrovato in località  Campomarino di Maruggio (Taranto) si può affermare certamente positiva la conclusione  di tale esperienza. Il 52% di schiusa in un nido soggetto…

Dopo oltre due mesi di monitoraggio del sito di nidificazione di Caretta caretta ritrovato in località  Campomarino di Maruggio (Taranto) si può affermare certamente positiva la conclusione  di tale esperienza. Il 52% di schiusa in un nido soggetto a mareggiata e traslocato ben due volte è certamente un ottimo risultato e incoraggiante per la conservazione di una specie vulnerabile come Caretta. Delle 99 uova originariamente rinvenute il 14 agosto al Lido “Paradise Beach” a seguito della mareggiata che ne aveva evidenziato la presenza, solo 86 vennero ricollocate nella spiaggia antistante il Lido dei cavalieri di Malta. Successivamente, a seguito di una nuova mareggiata di fine stagione, le uova vennero riposizionate nel tratto di spiaggia protetta dalla struttura portuale di Campomarino. Il supporto dell’amministrazione comunale e dei volontari di Green Rope e WWF ha reso il lavoro di protezione meno faticoso considerate le temperature non più favorevoli al bivacco e al controllo del sito H24.
Nonostante le poche aspettative legate alla stagione non più ottimale e alle peripezie delle due traslocazioni, il miracolo della natura non si è  fatto attendere: il 9 ottobre alle 5.30 le prime piccole tartarughine si sono presentate al mondo e pronte alla conquista del mare.
Le stesse temperature ormai non più estive, non hanno favorito l’emersione delle piccole, pertanto i ricercatori del Centro WWF di Policoro responsabili del progetto Golfo di Taranto, si sono adoperati affinché il percorso fosse meno arduo; e con il prezioso aiuto della Lega Navale di Maruggio e del suo presidente, le piccole tartarughe marine, percorso il corridoio approntato per facilitarne il possibile imprinting con il luogo di schiusa, con tutte le cautele del caso, venivano immediatamente liberate in mare aperto e in acque temperate, al sicuro da reti da posta e predatori come i pesci serra.
Dopo 6 giorni di schiusa e successiva pausa di non emersione, finalmente si può fare un bilancio: 44 uova schiuse con 38 piccoli emersi dalla sabbia e 6 ritrovati purtroppo morti all’interno del nido. Le altre uova, al “digging” (operazione di apertura e verifica della camera di deposizione) hanno confermato la presenza di muffe e la conseguente non ovulazione, compromettendo la naturale crescita delle uova e morte degli embrioni. Nonostante le diverse peripezie, al contrario dell’ultima deposizione lungo le spiagge di Maruggio, la deposizione 2017 segna senza dubbio un risultato positivo, confermando ulteriormente il litorale di Campomarino di Maruggio, importante luogo di deposizione in area salentina.
Questo ennesimo risultato conferma la necessità e l’urgenza della corretta conservazione di un patrimonio irripetibile quale paesaggio costiero, arricchito di biodiversità come confermato anche dalla presenza ormai costante di una specie “Bandiera” come la tartaruga Marina.  
I responsabili del CRTM Golfo di Taranto ringraziamn l’Amministrazione comunale di Maruggio, il sindaco Alfredo Longo, la Lega Navale di Maruggio, l’Ass. Greenrope di Bari, i volontari del WWF e naturalmente tutta la cittadinanza che ha supportato con meravigliosa disponibilità gli sforzi dei ricercatori del WWF Italia, che con la loro professionalità e dedizione, sono riusciti ancora una volta nel miracolo della vita.

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