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La lupa Giulietta un ibrido? semplicemente una bufala

La notizia pubblicata questa mattina in Veneto secondo cui la lupa Giulietta, capostipite insieme al lupo Slavc del branco stabilitosi da ormai 5 anni sui monti Lessini, sarebbe ibrida, non solo non è veritiera ma rischia di aumentare…

La notizia pubblicata questa mattina in Veneto secondo cui la lupa Giulietta, capostipite insieme al lupo Slavc del branco stabilitosi da ormai 5 anni sui monti Lessini, sarebbe ibrida, non solo non è veritiera ma rischia di aumentare i conflitti che mettono a repentaglio la convivenza tra lupi e uomini. Purtroppo quanto riportato a proposito della lupa Giulietta (notizia che ha fatto preoccupare non solo gli allevatori ma anche appassionati e studiosi di mezza Europa) non trova alcuna giustificazione se non nel desiderio di alcuni allevatori di sapere qualcosa di più approfondito sull’origine dei lupi che da qualche anno sono tornati spontaneamente sul loro territorio.
“Gli studiosi dell’ISPRA già nel 2014 avevano dimostrato pubblicamente con un articolo scientifico internazionale  confermato in tutti i successivi report scaricabili del progetto WolfAlps che Giulietta è una perfetta lupa italica (Canis lupus italicus) senza la benché minima traccia di ibridazione”. L’unica cosa sorprendente è semmai il fatto che, per la prima volta dopo centinaia di anni, si sia riprodotta con un maschio proveniente dalle Alpi dinariche, Slavc per l’appunto, come dimostrato dai dati satellitari che hanno permesso di seguirne gli spostamenti passo dopo passo dalle zone di origine fino alle montagne lessine, dove hanno dato origine ad un branco misto.
“Il referto a cui fa riferimento il presidente dell’associazione Salvaguardia Rurale Veneta, prelevato da personale non specializzato su un capo predato, indica solo la presenza di componenti di DNA riferibili sia a lupi dinarici, che italici, che a cani. La cosa più verosimile è che sia un lupo del branco di Giulietta e Slavc, sia uno o più cani si siano nutriti della carcassa, come sicuramente avranno ben specificato gli stessi colleghi dell’Istituto Zooprofilattico incaricati delle analisi”. Dichiara Marco Galaverni, esperto di genetica del lupo che prima di lavorare al programma Conservazione del WWF Italia è stato ricercatore ISPRA. “L’ipotesi della presenza di ibridi sul territorio non si può escludere a priori, ma è molto remota, dato che tutti gli altri campioni finora analizzati (e si parla ormai di centinaia) non ne hanno mai confermato la presenza in tutto l’arco alpino. È giusto stare in allerta sulla questione ma la priorità è quella di collaborare tutti insieme per risolvere al più presto i problemi reali degli allevatori: la regione Veneto riprenda il suo ruolo di facilitatore al fianco degli allevatori e dei tecnici del progetto WolfAlps, invece di parlare di fantomatici piani di abbattimento che rischierebbero solo di peggiorare le cose”.

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