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Riapre l’Oasi WWF Bosco di Bottaccio

Il Bosco Bottaccio è un’area naturale protetta di interesse locale, situato nel settore ovest dell’ex alveo del Lago di Bientina, costituisce un importante residuo dei boschi planiziali che un tempo circondavano il lago. Il Bottaccio ricade per intero…

Il Bosco Bottaccio è un’area naturale protetta di interesse locale, situato nel settore ovest dell’ex alveo del Lago di Bientina, costituisce un importante residuo dei boschi planiziali che un tempo circondavano il lago. Il Bottaccio ricade per intero nella cassa di espansione del Rio Visona di Castelvecchio, che qui termina il suo corso. Le acque che scendono dai Monti Pisani, libere da inquinanti di rilievo, chiuse dalle arginature, permangono nel Bottaccio creando ambienti palustri e semi-palustri di transizione al bosco.

Il paesaggio si presenta ben diversificato e si possono individuare quattro differenti tipologie: la zona boscata, i prati umidi, i canneti ed i “chiari”, che concorrono a formare un variegato mosaico di ambienti. Nell’Oasi del Bottaccio si sono conservati il bosco e la zona umida a testimonianza di quello che era un tempo il paesaggio delle pianure interne della Toscana.

Il WWF si è impegnato nella sua gestione con un progetto di rinaturalizzazione che vede la reintroduzione delle specie autoctone ormai scomparse, unitamente al tentativo di estirpare le specie alloctone infestanti. L’area è di 47 ettari. Tutta l’area è compresa in una vasta zona posta a divieto caccia a confine tra la provincia di Lucca e quella di Pisa. Nelle vicinanze il lago della Gherardesca facilmente raggiungibile a piedi.  Si tratta di un piccolo bosco planiziale dal tipico carattere meso-igrofilo, costituito in prevalenza da farnia (Quercus robur) e ontano nero (Alnus glutinosa) a cui si accompagnano olmo minore, acero, sambuco e altre essenze tipiche.

Nelle aree più umide predominano cannuccia di palude e salici. Tra le erbe del bosco, è da segnalare la presenza del raro Arisarum proboscideum, specie endemica della penisola italiana.  L’area ha un’elevata biodiversità faunistica: oltre al cinghiale e ai mustelidi, sono presenti volpe, istrice e numerosi roditori. Importante è anche la presenza di anfibi, quali il tritone crestato ed il punteggiato, la rana agile e la raganella, simbolo dell’oasi. La fauna entomologica comprende entità vulnerabili, strettamente legate agli ambienti umidi, come la Apatura ilia, la Lycaena dispar ed il coleottero endemico Carabus clathratus antonellii.   

Posta sulla direttrice che unisce la costa alle zone umide dell’entroterra, l’Oasi diviene punto di sosta per l’avifauna migratoria: nei chiari si osservano folaghe, germani reali, folaghe, gallinelle d’acqua, tuffetti, porciglioni e la rara schiribilla. I canneti danno rifugio a tarabusi e tarabusini, accompagnati da cannaiole e cannareccioni. Tra i grossi ardeidi, troviamo aironi cinerini, aironi rossi, aironi guardabuoi, garzette e nitticore; frequenti sono anche le cicogne bianche. Il bosco ospita specie silvane, tra le quali, picchio verde, rampichino, assiolo, allocco, cinciarella, codibugnolo. D’inverno, il bosco offre rifugio a centinaia di colombacci. Numerose pavoncelle frequentano i prati e le aree agricole circostanti l’oasi. E’ sempre presente la poiana. Altri rapaci diurni si vedono durante il passo stagionale. 

Per le scuole l’Oasi si presta allo studio della tipica foresta planiziale delle zone umide e dell’ambiente naturale sopravvissuto alla bonifica del lago di Bientina, oltre che a percorsi stagionali ed uscite per l’osservazione dell’avifauna. Sono disponibili specifici programmi didattici per le scuole di ogni ordine e grado. L’oasi è aperta a gruppi, enti, associazioni e classi scolastiche, studenti e ricercatori, anche negli altri giorni della settimana. La peculiarità dell’ambiente offre moltissimi spunti per studi e ricerche sul campo.
 
La gestione è a cura del WWF Alta Toscana ONLUS, mentre l’attività di vigilanza è assicurata dalle GAV WWF di Lucca e Pisa. Il percorso-natura è corredato di pannelli didattici, passerelle, due capanni di osservazione al bordo degli stagni e tavoli.  Sono inoltre presenti nella zona strutture per l’accoglienza turistica.

L’Oasi sarà aperta dalla prima domenica di febbraio alla seconda domenica di maggio qui info e contatti >>
 

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