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Foreste: a rischio il 50% dei boschi piemontesi

Boschi e foreste senza tutela per lo sfruttamento del territorio. La regione Piemonte infligge un duro colpo alla gestione sostenibile delle foreste riducendo del 50% la superficie a bosco della regione. Con la legge regionale 12 agosto 2013,…

Boschi e foreste senza tutela per lo sfruttamento del territorio.

La regione Piemonte infligge un duro colpo alla gestione sostenibile delle foreste riducendo del 50% la superficie a bosco della regione. Con la legge regionale 12 agosto 2013, infatti, tutta una serie di superfici boschive perdono lo status di bosco, perdendo anche la tutela riservata ai boschi dai piani comunitari e dai trattati sulla gestione sostenibile delle foreste e sul controllo delle emissioni di anidride carbonica.

Secondo la legge regionale, in Piemonte sono stati esclusi dalla definizione di bosco “i terrazzamenti e i nuclei abitativi abbandonati e rimboschiti da decenni, i rimboschimenti eseguiti con i fondi della PAC(Politica Agricola Comunitaria), le aree comprese nel paesaggio agrario e pastorale di interesse storico”.In pratica la regione Piemonte ritene siano disboscabili tutti i terrazzamenti  che nei decenni si sono imboschiti, molti costruiti per stabilizzare i versanti e proteggere il territorio dall’azione erosiva dell’acqua,. Inoltre ritiene si possa abbattere i boschi cresciuti, anche nel corso di secoli, nelle aree edificate e poi abbandonate, non definendo però cosa diventeranno queste aree boschive secondo la legge.

Manca una definizione anche per le  “aree comprese nel paesaggio agrario e pastorale di interesse storico“, ovviamente non esiste alcun censimento che stabilisca quali siano queste aree. Ma lo scandalo maggiore perpetrato dalla legge regionale è quello legato all’esclusione dallo status di boschi delle aree rimboschite con i contributi europei della Politica Agricola Comunitaria.

In pratica, dopo che sono stati spesi i soldi dei contribuenti per il rimboschimento di ampie aree del Piemonte, la regione ha deciso che sarà possibile tagliare liberamente i boschi nati dalle azioni di rimboschimento.L’azione della Regione Piemonte mira quindi a facilitare lo sfruttamento del territorio e delle risorse naturali, a spese della salvaguardia di foreste e boschi. Lo scopo e facilitare l’arricchimento di pochi a spese della collettività, che si deve sobbarcare i rischi idrogeologici e i rischi ambientali, legati a un aumento dei tassi di anidride carbonica: quella che i boschi che verranno abbattuti non smaltiranno più, e quella prodotta dalle attività che sorgeranno sui territori disboscati.

Il Piemonte e l’Italia corrono rischi anche dal punto di vista politico-amministrativo venendo meno agli impegni presi negli accordi internazionali come il protocollo di Kyoto, adottando strategie di lotta al cambiamento climatico contrastanti con le indicazioni internazionali.Il WWF invita le associazioni ambientaliste, i  cittadini e i soci WWF a monitorare lo stato dei boschi e segnalarci eventuali abbattimenti, documentando l’attività di taglio con fotografie e video.

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