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Il TAR Lazio ferma Ombrina in Abruzzo

Il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso della Medoilgas di Londra che si opponeva alla richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale, una elaborata procedura come requisito per autorizzare il trivellamento di cinque-nove pozzi e la costruzione di una…

Il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso della Medoilgas di Londra che si opponeva alla richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale, una elaborata procedura come requisito per autorizzare il trivellamento di cinque-nove pozzi e la costruzione di una FPSO (le navi utilizzate per stoccaggio e produzione petrolifera offshore) nella piattaforma “Ombrina Mare”,  in Adriatico, tra Ortona e Vasto.

E’ una viittoria che arriva anche grazie alla mobilitazione dei cittadini abruzzesi, che da anni si battono contro la deriva petrolifera dell’Abruzzo (sia in terra che in mare) e che lo scorso 13 aprile hanno manifestato a Pescara in 40mila contro il progetto Ombrina.

“I 40.000 cittadini che parteciparono alla grande manifestazione di Pescara hanno fatto la cosa giusta, chiedendo di fermare la grande piattaforma e la nave-raffineria che la Medoilgas vuole realizzare di fronte alla Costa dei trabocchi in Abruzzo” è questo il primo commento delle associazioni e delle organizzazioni, tra cui il WWF, alla sentenza depositata ieri dal TAR del Lazio. Alla conferenza stampa di oggi era presente il Presidente del WWF Abruzzo, Luciano Di Tizio.

Alla fine il TAR del Lazio ha dato ragione al Ministero dell’Ambiente e al Ministro Orlando che, nonostante le fortissime pressioni dei petrolieri ha giustamente bloccato l’iter che il suo predecessore Ministro Clini voleva a tutti i costi portare avanti La Commissione Valutazione di Impatto Ambientale aveva inopinatamente approvato Ombrina, senza la procedura di A.I.A., il 3 aprile 2013, quando gli abruzzesi avevano già indetto ed organizzato quella che si sarebbe rivelata da lì a pochi giorni la più grande manifestazione mai svolta nella regione.

I numeri del progetto Ombrina mare
A 6 km dalla Costa dei Trabocchi, individuata fin dal 2001 dal Parlamento Italiano come parco nazionale, dovrebbe sorgere la piattaforma Ombrina delle seguenti dimensioni: 35 metri X 24 metri X 43,50 metri di altezza sul livello medio marino (come un palazzo di 10 piani). Essa sarà collegata ai 4-6 pozzi che dovrebbero essere perforati in un periodo di avvio del progetto della durata di 6-9 mesi. Solo in questa fase verrebbero prodotti 14.258,44 tonnellate di rifiuti, soprattutto fanghi di perforazione. La piattaforma sarà collegata ad una grande nave della classe Panamax riadattata per diventare una vera e propria raffineria galleggiante, definita Floating Production, Storage and Offloading (FPSO), posizionata con ancoraggi a 10 km di distanza dalla costa. La nave avrebbe le seguenti dimensioni: 320 metri di lunghezza per 33 di larghezza e 54 metri di altezza massima (le fiancate si alzeranno dal mare per 22 metri

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