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Parco Virunga ancora a rischio petrolio

“Qualunque attività legata al petrolio è da considerarsi illegale, e contribuisce all’instabilità della regione” . Sono parole di Emmanuel de Merode, il direttopre del Parco Virunga (il più antico parco africano dove vivono gli ultimi gorilla di montagna)…

“Qualunque attività legata al petrolio è da considerarsi illegale, e contribuisce all’instabilità della regione” . Sono parole di Emmanuel de Merode, il direttopre del Parco Virunga (il più antico parco africano dove vivono gli ultimi gorilla di montagna) contenute nel film appena presentato al Tribeca Film Festival, la prestigiosa rassegna voluta da Robert de Niro che si sta svolgendo a Manhattan fino al 27 aprile.

ULTIM’ORA: 

Emmanuel de Merode, vittima di un agguato e ferito, ora sta meglio e ringrazia tutti coloro che si sono adoperati per salvargli la vita, ricordando i tanti guardiaparco che in questi anni hanno subìto attentati: “Non vedo l’ora di riprendere a lavorare” , leggil il messaggio integrale in inglese dal sito del Parco Virunga

Il debutto del bellissimo documentario Virunga, girato nell’omonimo Parco Nazionale africano considerato Patrimonio dell’UNESCO e tra gli ultimi rifugi per i gorilla di montagna, avviene proprio alla vigilia dell’avvio dei rilevamenti sismici  per la ricerca di petrolio previsti all’interno dell’area da parte della compagnia petrolifera Soco, e all’indomani dell‘infame agguato cui è stato vittima il direttore del Parco, Emmanuel de Merode,. Le condizioni di de Merode sono stabili.

“Questo documentario pone domande importanti alle quali la Soco deve dare risposte urgenti ed evidenzia in maniera efficace i motivi per i quali un luogo così iconico e fragile debba essere salvato da qualunque esplorazione petrolifera – ha dichiarato Zach Abraham, direttore delle Campagne Globali del WWF Internazionale, presente alla Premiere del film Virunga “Nel documentario lo stesso de Merode dichiara che ‘qualunque attività legata al petrolio è da considerarsi illegale’ e contribuisce all’instabilità della regione” .

Il WWF, che ha avviato da tempo una campagna contro le esplorazioni petrolifere in Virunga, rinnova la richiesta alla Soco di sospendere i progetti di rilevamento sismico e di allontanarsi dal Parco.

“Il WWF pensa che alle popolazioni congolesi, il cui sostentamento, benessere e lavoro dipendono dal Parco Nazionale Virunga, spetti una risposta chiara da parte della Soco così come spetta agli azionisti e allo stesso governo della Repubblica Democratica del Congo  – ha dichiarato Isabella Pratesi, responsabile Programma Internazionale di Conservazione del WWF Italia – . Le accuse contenute nelle immagini e testimonianze potenti del documentario Virunga alimenteranno certamente una diffusa consapevolezza sul fatto che la Soco debba interrompere immediatamente qualunque attività nel Virunga – ha continuato Isabella Pratesi – E’ estremamente irresponsabile per la compagnia britannica continuare a operare nonostante l’opposizione del governo britannico, dell’UNESCO, del Parlamento Europeo, della società civile e di molti altri”.

Oltre 650.000 persone hanno sottoscritto la petizione WWF contro le esplorazioni petrolifere della Soco nel Parco Nazionale Virunga. Il Parco  è anche patrimonio dell’UNESCO e racchiude specie animali e vegetali estremamente rare, compresi  i 200 esemplari degli 800 gorilla di montagna ancora superstiti in tutta l’Africa. Il pesante inquinamento provocato dalle attività petrolifere distruggerebbe questo habitat fragile e contaminerebbe l’aria, l’acqua e il suolo.

La stessa UNESCO ha più volte condannato le esplorazioni petrolifere nel Virunga e ha chiesto con forza la cancellazione di ogni permesso. Durante una visita al parco avvenuta lo scorso mese, due diplomatici europei di alto livello hanno dichiarato che la produzione di petrolio sarebbe un rischio gravissimo per gli equilibri delicati di questo parco.

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