Living Planet Report

Il Living Planet Report è il rapporto biennale curato da WWF sulla salute della biodiversità globale, che analizza in particolare i trend di declino di decine di migliaia di popolazioni di vertebrati (mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi) in tutto il mondo.

Perché è importante il living planet

Il Living Planet Report 2022, alla sua 14° pubblicazione, fornisce una panoramica dello stato della biodiversità, dei suoi stretti legami con la crisi climatica, dei fattori umani che la causano e delle potenziali soluzioni a favore della nostra stessa sopravvivenza e benessere. Il Report mira quindi a supportare i governi, le comunità, le imprese e le organizzazioni a prendere decisioni a supporto della natura e delle persone: una finestra di opportunità (sempre più stretta) per ripristinare la nostra relazione interrotta con il mondo naturale e offrire un futuro più sano e sostenibile per tutti.

Living Planet Index

L’Indice del Pianeta Vivente (Living Planet Index – LPI) misura il cambiamento nell’abbondanza media delle popolazioni di vertebrati sia a livello globale che per le diverse aree del mondo o per determinati gruppi di specie.
L’Indice venne pubblicato per la prima volta nel 1998 e per due decenni ha registrato l’abbondanza media delle popolazioni di migliaia di specie di mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi monitorate in tutto il mondo.
Già dagli scorsi anni si è evidenziato che i principali fattori di declino sono il degrado e la perdita degli habitat, il sovrasfruttamento delle specie, l’introduzione di specie invasive e la diffusione di malattie, l’inquinamento e il cambiamento climatico, che si prevede diventerà un fattore di impatto sempre maggiore sulla biodiversità globale.

Living Planet Report 2022

Nell’edizione di quest’anno il Living Planet Index, che analizza quasi 32.000 popolazioni di oltre 5.000 specie (con più di 838 nuove specie e poco più 11.000 nuove popolazioni aggiunte rispetto al precedente rapporto), mostra un calo medio del 69% dell’abbondanza delle popolazioni di specie di vertebrati – mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci – analizzati, in meno di una vita umana.

Le popolazioni monitorate in America Latina e nella regione dei Caraibi hanno mostrato i peggiori trend, con un calo medio del 94% dal 1970. Nello stesso periodo, le popolazioni monitorate in Africa sono diminuite del 66%, mentre quelle in Asia-Pacifico sono diminuite del 55%. In Nord America, le popolazioni monitorate sono diminuite del 20%, mentre l’Europa e l’Asia centrale hanno registrato un calo del 18%, sebbene questi numeri non siano certo positivi, in quanto gran parte della perdita di biodiversità in queste regioni si è registrata nei decenni precedenti.

Tra i gruppi animali analizzati, le specie d’acqua dolce mostrano il calo più marcato, con un declino medio dell’83%.

Senza un cambiamento strutturale nelle nostre politiche, economie e abitudini, quasi nessuno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) potrà essere raggiunto. Per invertire la perdita di natura e garantire un futuro più sicuro e sano per tutti è indispensabile dimezzare l’impronta globale di produzione e consumo entro il 2030. Abbiamo bisogno di trasformare radicalmente la nostra cultura e la nostra società.

Luciano Di Tizio, Presidente WWF Italia

L’importanza della natura

Tutte le ricerche scientifiche dimostrano l’incalcolabile importanza dei sistemi naturali per la nostra salute, il nostro benessere, la nostra alimentazione e la nostra sicurezza. Tutte le nostre attività economiche dipendono dai servizi che ci offre la natura.

Tuttavia, la natura e la biodiversità stanno progressivamente scomparendo ad una velocità allarmante a causa della nostra domanda crescente di energia, acqua e suolo. Ad oggi, tra l’1 e il 2,5% delle specie di uccelli, mammiferi, anfibi, rettili e pesci si è già estinto, l’abbondanza delle popolazioni e la loro diversità genetica sono diminuite drasticamente, due terzi degli oceani e tre quarti delle terre emerse sono stati alterati in maniera significativa dall’azione umana, mentre le temperature medie sono già aumentate di 1,2°C dai tempi preindustriali. È la prima volta nella storia della Terra che una singola specie, Homo sapiens, esercita un impatto così forte sul Pianeta.

A meno che non conserviamo e ripristiniamo la biodiversità e limitiamo il cambiamento climatico indotto dall’uomo, quasi nessuno degli SDGs potrà essere raggiunto: tra questi in particolare la sicurezza alimentare e idrica, la buona salute per tutti, la riduzione della povertà e un mondo più equo. Le ricadute delle nostre azioni sono su noi stessi.

Costruire società nature-positive

Sappiamo che la salute del nostro pianeta è in declino e sappiamo perché. Sappiamo anche di avere le conoscenze e i mezzi per affrontare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.

Lo storico riconoscimento dello scorso luglio da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del diritto dell’umanità a un ambiente sano, rafforza la nostra comprensione che la crisi del clima, la perdita della natura, l’inquinamento e le pandemie sono crisi che riguardano i diritti umani.

Sappiamo che un cambiamento trasformazionale – ovvero un cambiamento che cambia le regole del gioco – sarà essenziale per mettere in pratica la teoria. Dobbiamo apportare cambiamenti a livello di sistema nel modo in cui produciamo e consumiamo, nella tecnologia che utilizziamo e nei nostri sistemi economici e finanziari.

Per aiutarci a immaginare un futuro in cui le persone e la natura possano prosperare, abbiamo esplorato una serie di scenari e modelli, come il lavoro pionieristico Bending the Curve presentato nell’edizione 2020 del Living Planet Report. I ricercatori stanno analizzando nuovi elementi da aggiungere a questi modelli, inclusi gli impatti del cambiamento climatico, la giustizia e l’equità. Collegare il commercio internazionale ai suoi impatti sulla natura è un elemento fondamentale per invertire la curva della perdita di biodiversità.

Allegati

  • Living Planet Report 2020
    • formato: pdf
    • peso: 28.4MB
  • Living Planet Report 2018
    • formato: pdf
    • peso: 4.49MB
  • Living Planet Report 2016
    • formato: pdf
    • peso: 5.08MB
  • Living Planet Report 2014
    • formato: pdf
    • peso: 5.74MB
La natura chiama. E a volte scrive anche. Iscriviti alla newsletter WWF

Utilizziamo cookie tecnici, indispensabili per permettere la corretta navigazione e fruizione del sito nonché, previo consenso dell’utente, cookie analitici e di profilazione propri e di terze parti, che sono finalizzati a mostrare messaggi pubblicitari collegati alle preferenze degli utenti, a partire dalle loro abitudini di navigazione e dal loro profilo. È possibile configurare o rifiutare i cookie facendo clic su “Configurazione dei cookie”. Inoltre, gli utenti possono accettare tutti i cookie premendo il pulsante “Accetta tutti i cookie”. Per ulteriori informazioni, è possibile consultare la nostra cookies policy.