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Allarme captazione dal fiume Merse

Durante uno dei sopralluoghi della “Campagna Liberafiumi in Terre di Siena” le guardie ambientali del WWF e Mosca Club sono rimaste sconcertate scoprendo che per il raddoppio della Siena-Grosseto il cantiere si sta predisponendo ad attingere dal fiume…

Durante uno dei sopralluoghi della “Campagna Liberafiumi in Terre di Siena” le guardie ambientali del WWF e Mosca Club sono rimaste sconcertate scoprendo che per il raddoppio della Siena-Grosseto il cantiere si sta predisponendo ad attingere dal fiume Merse l’acqua necessaria ai lavori che interessano decine di chilometri di strada.

Le soluzioni tecniche percorribili per portare acqua ad un’opera strategica di interesse nazionale sono diverse, incluso l’eventuale accordo con l’acquedotto e la realizzazione di mini-invasi di accumulo in aree accessorie idonee, ma si è preferito stendere quasi 40 chilometri di tubazioni a partire da un unico punto di captazione nella Riserva Naturale Regionale Basso Merse.
Per la realizzazione dei punti di prelievo sono state messe in atto modifiche dell’alveo e opere di movimento terra dentro la confinante Riserva Naturale Statale di Tocchi, un’area che comprende al suo interno zone in cui è previsto solo accesso autorizzato.
Si parla di un territorio ad altissima valenza naturalistica, famoso in Italia e riconosciuto in Europa come Sito di Importanza Comunitaria per la conservazione di habitat che ospitano rare specie animali e vegetali.

Oltre al danno all’integrità dei luoghi, già in atto, la quantità di acqua che si prospetta prelevabile dal cantiere è spaventosa.
Sul tavolo ci sono indicazioni per prelievi fino a circa un milione di litri d’acqua al giorno, un flusso capace di riempire in due giorni una piscina di taglia olimpionica.

Ci chiediamo come sia stato possibile concentrare l’esigenza idrica di un’opera di queste dimensioni sull’esigua portata di uno dei fiumi d’Italia a maggiore naturalità, già eccessivamente sfruttato per l’irrigazione di colture ben poco sostenibili per il  territorio senese, fra cui riso e gran turco, in un contesto climatico fortemente alterato.

Solo in Italia sono possibili queste cose, per di più con un importante impiego di risorse pubbliche, nell’ambito di progetti che dovrebbero presupporre un’accurata valutazione di tutti gli aspetti. Per il raddoppio della Siena-Grosseto l’iter burocratico legato alla procedura di valutazione di impatto ambientale è partito nei primi anni novanta. Oggi, dopo vent’anni di revisioni ed adeguamenti progettuali, si arriva a soluzioni inaccettabili di questo tipo, in un quadro dubbio di autorizzazioni che il WWF valuterà con attenzione, al fine di segnalare eventuali illeciti.

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