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Apertura della caccia anticipata in Toscana

Ancora una volta la Regione Toscana conferma la sua politica clamorosamente filovenatoria e, dopo aver approvato un calendario venatorio che ignora e calpesta le indicazioni del mondo scientifico, ricevute con specifico parere dall’Istituto Superiore per la Protezione e…

Ancora una volta la Regione Toscana conferma la sua politica clamorosamente filovenatoria e, dopo aver approvato un calendario venatorio che ignora e calpesta le indicazioni del mondo scientifico, ricevute con specifico parere dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, dà inizio alla stagione con l’apertura anticipata, pratica di gravissimo impatto sulla fauna e peggiore inizio che una stagione può avere.

Quest’anno però dalla preapertura si salvano merli, colombacci, germani reali, alzavole e marzaiole, e questo grazie al ricorso al TAR che lo scorso anno il WWF ha presentato insieme a ENPA, LAC, LAV e LIPU. 
Il TAR ha infatti confermato la nostra interpretazione del concetto di ‘arco temporale’ massimo del prelievo, per cui se per una specie viene autorizzata la preapertura 15 giorni prima della data canonica, il prelievo dovrà chiudere altrettanti giorni prima. 

Questo non ha fermato la Regione sulla tortora, che dopo i primi di Settembre abbandona i nostri territori, ma lo ha fatto per le altre specie suddette. 
Un importante risultato che però non basta; l’apertura anticipata deve infatti essere del tutto eliminata per il suo insostenibile e ingiustificabile impatto sia sulle specie oggetto di prelievo che sul resto della fauna selvatica.

Le Associazioni non si fermano qui e sono già al lavoro su un nuovo ricorso sul calendario venatorio anche di quest’anno, per cercare di far rispettare almeno le norme vigenti, in un quadro sempre più grave di deregulation venatoria. La gravità della situazione è evidenziata da un semplice confronto fra quello che dice il mondo scientifico e ciò che fa la Regione Toscana. Il calendario include tra le specie cacciabili ben 4 specie che ISPRA e/o il Ministero per l’Ambiente avevano chiesto di tutelare con un completo divieto di caccia (Combattente, Moretta, Moriglione, Pavoncella) e su molte altre non vengono rispettate le indicazioni su tempi e carnieri massimi. 

Per la Regione evidentemente la Scienza conta meno dei voleri del mondo venatorio. Per i nostri politici la fauna selvatica continua ad essere non un patrimonio inestimabile e di tutti, da conservare, ma merce di scambio per qualche manciata di voti. 
Il WWF non ci sta e continuerà a fare tutto il possibile perché questo finisca.

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