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Fiumicino, disastro ambientale a due passi dall’Oasi WWF

E’ un vero e proprio disastro ambientale quello che, purtroppo, si configura dopo lo sversamento di grandi quantità di cherosene che ha provocato l’inquinamento dei canali di irrigazione tra Pailidoro e Maccarese, a due passi da Roma. Già…

E’ un vero e proprio disastro ambientale quello che, purtroppo, si configura dopo lo sversamento di grandi quantità di cherosene che ha provocato l’inquinamento dei canali di irrigazione tra Pailidoro e Maccarese, a due passi da Roma. Già centinaia gli animali morti rinvenuti dai volontari WWF e della Lipu intervenuti tempestivamente, tra uccelli, mammiferi e pesci. L’area si trova a due passi da due importanti aree protette del litorale romano, le Oasi WWF di Macchiagrande ma soprattutto quella di Foce dell’Arrone, uno degli ultimi tasselli di bosco igrofilo costiero del litorale tirrenico.

Cormorani, gallinelle, germani reali, testuggini d’acqua, nutrie sono le specie più colpite, oltre a numerosi pesci d’acqua dolce (cavedani, anguille) che popolano (o meglio dire..popolavano) i numerosi canali che irrigano i campi agricoli e che alla fine confluiscono tutti nel fiume Arrone, per poi finire in mare.

Il WWF sta cercando volontari per questi giorni di emergenza all’Oasi Foce dell’Arrone. Chiunque voglia rendersi disponibile chiami il numero 339.1588245

“Soprattutto in aree di estremo valore, sia per qualità ambientale che di testimonianza storica del paesaggio originario, occorrerebbe il massimo dell’attenzione – sottolinea il WWF. Sorprende quindi come sia stata leggera la gestione di questo gravissimo episodio, che ha colpito un’area sottratta alla distruzione e al degrado. Il WWF ha lanciato per primo l’allarme venerdì sera e ha chiamato alla collaborazione enti e volontari, tra cui gli amici della Lipu. Mentre continua l’opera di raccolta degli animali, si pensa già al domani, a quanto sarà necessario fare per recuperare l’ambiente così gravemente colpito. Il WWF farà la sua parte in tutte le sedi necessarie”.
Secondo l”Eni, all’origine della perdita ci sarebbe stato un tentativo di furto in un proprio deposito.

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