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Il Parco nazionale Prespa alleato del WWF Italia nel Progetto ARCProm


Venerdì 10 settembre una femmina di orso, di circa sei anni, è stata trovata morta nei pressi di Vrontero, Prespa. La direzione del Parco Nazionale di Prespa e l’Ufficio Forestale di Florina si sono recati in zona insieme al Dipartimento di Veterinaria dell’Unità Regionale di Florina, al Comune di Prespa e alla Ong “Callisto”. Gli esami necroscopici hanno rivelato che la morte dell’animale è stata causata da un colpo di arma da fuoco che ha lacerato un polmone.

L’orso bruno è una specie rigorosamente protetta dalla legislazione nazionale e dalle direttive comunitarie, tra cui la Convenzione di Berna per la conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali europei. I crimini di natura, come l’uccisione di animali selvatici protetti, sono punibili dalla legge. In Grecia l’orso bruno rientra nella categoria delle specie “in pericolo” delle Liste Rosse della IUCN, viste le dimensioni ridotte della popolazione, che non supera i 500 individui.
Gli episodi di danno da parte della fauna selvatica, che colpiscono l’economia rurale, possono essere alla base dell’insorgenza di conflitti con le comunità locali, che dovrebbero comunque essere risolti senza ricorrere a soluzioni e mezzi illeciti.

ARCProm per favorire la coesistenza uomo-orso

L’obiettivo del Progetto Life ArcProm mira proprio a migliorare la coesistenza tra uomo e orso qui a Prespa, in altri due Parchi Nazionali in Grecia e uno in Italia (il Parco Nazionale della Maiella), con le Ong Callisto e WWF Italia come due dei suoi otto partner. I partner greci fanno appello a tutti i residenti dell’area a partecipare ai processi della Piattaforma di consultazione locale, una delle azioni che il progetto prevede per raggiungere il suo obiettivo.
LIfe ArcProm è un progetto transnazionale che mira a migliorare la convivenza tra uomo e orso sia attraverso azioni di informazione e sensibilizzazione dei residenti e delle istituzioni (si è appena concluso in Italia il Tour della coesistenza, che ha coinvolto adulti e bambini in cinque comuni montani del Parco Nazionale della Maiella, organizzato dal WWF Italia e dal Parco), sia attraverso l’attuazione di misure efficaci per prevenire danni da parte dei grandi carnivori all’economia agricola (come recinzioni elettrificate a difesa di apiari e cani da guardiania).

Il progetto si occupa attivamente anche della presenza di orsi cosiddetti “problematici”, che hanno sviluppato la tendenza ad avvicinarsi ai centri abitati, attratti dalle fonti di cibo di origine antropica non messe in sicurezza. Per limitare questo fenomeno, il progetto prevede da un lato azioni per limitare la disponibilità di fonti di cibo vicino alle aree residenziali, e dall’altro attività di installazione di deterrenti speciali e la costituzione di squadre di emergenza anti-orso.

Le uccisioni illegali di orsi, come quella avvenuta pochi giorni fa, purtroppo non sono una novità in Grecia. In Italia proprio nei giorni scorsi la Cassazione si è pronunciata sull’orso ucciso a Pettorano sul Gizio nel 2014, confermando la condanna dell’imputato e il risarcimento a vantaggio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e delle Ong, tra cui il WWF, che si erano costituite nel procedimento.

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