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WWF: dissodare i prati stabili in Friuli è un illecito

Il WWF Friuli lancia un monito ai proprietari di terreni con prati stabili tutelati. “Dissodarli è un illecito: sanzioni inevitabili”. Sul sito della regione è pubblicato l’inventario completo dei prati stabili del Friuli Venezia Giulia, per ogni comune sono…

Il WWF Friuli lancia un monito ai proprietari di terreni con prati stabili tutelati. “Dissodarli è un illecito: sanzioni inevitabili”. Sul sito della regione è pubblicato l’inventario completo dei prati stabili del Friuli Venezia Giulia, per ogni comune sono presenti le liste con tutti i dati di riferimento per identificare le aree di prato stabile tutelate a livello regionale. 

“La legge regionale n. 9 del 2005 – ricorda il presidente del sodalizio Roberto Pizzutti – impedisce ai proprietari dei prati stabili di procedere a riduzioni di superficie, a operazioni per la trasformazione colturale, alla modificazione del suolo, al dissodamento dei terreni e alla piantagione di specie arboree”.

Chi non dovesse rispettare questa legge è soggetto a dure sanzioni ed è obbligato a ripristinare lo stato originale del terreno. I prati stabili sono una risorsa naturale importantissima, uno straordinario patrimonio di biodiversità, tutelato da una legge da ormai 8 anni. 

Qualche settimana fa il corpo forestale regionale, a cui va il plauso dell’associazione ambientalista, ha “pizzicato” l’affittuario di un terreno che stava perpetrando un danno ambientale con un parziale intervento di dissodamento di un prato stabile all’interno del biotopo “Prati della Piana di Bertrando” a Pasian di Prato. Il corpo forestale ha impedito che  l’azione portasse peggiori conseguenze con la concimazione, il diserbo e la semina di un cereale.

I cittadini e i proprietari di terreni con prati stabili tutelati possono scoprire quali sono i prati oggetto di tutela e impegnarsi per la tutela della biodiversità del bene comune da salvaguardare e della sua biodiversità. “Chi non rispetta le norme di tutela – sottolinea Pizzutti – viene immancabilmente sanzionato: le sanzioni vanno da 100 euro a 1.000 euro ogni mille metri quadrati danneggiati, con l’obbligo del ripristino dello stato dei luoghi”.

Infine, il WWF ricorda che “a compensazione della tutela regionale sul bene comune “biodiversità”, sono previsti contributi derivanti dal Piano di sviluppo rurale e dalla stessa legge regionale 9/2005, anche se quest’ultima non è poi stata finanziata dalla precedente maggioranza, e per questo auspichiamo un intervento della Giunta Serracchiani tramite un’adeguata variazione di bilancio”.

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