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40 anni di campi antibracconaggio sullo Stretto di Messina

Con un evento svoltosi oggi a Messina, WWF e MAN hanno voluto ripercorrere la storia e premiare l'impegno delle forze dell'ordine

Lo Stretto è la rotta primaverile più importante per 4 specie di falchi


“Nel 1984, anno del primo campo, contammo 3.198 rapaci contro ed udimmo 1.187 spari. Nel 2022, 52.289 rapaci e zero spari. Oggi, ormai da 7 anni, il falco pecchiaiolo nidifica dove prima veniva ucciso”. Questi i dati che riassumono, in estrema sintesi, quanto sia cambiato l’atteggiamento verso i migratori negli ultimi 40 anni sullo Stretto di Messina. Un cambiamento avvenuto anche grazie allo storico campo antibracconaggio avviato grazie alla passione e al coraggio di Anna Giordano, in un periodo in cui sparare ai falchi era una consuetudine diffusa e tollerata, anche se illegale.
Si è tenuto oggi a Messina l’evento di celebrazione dei 40 anni dalla organizzazione del primo campo antibracconaggio sullo Stretto, organizzato da WWF e MAN, che hanno voluto premiare l’impegno delle forze dell’ordine in tutti questi anni. Sono state consegnate targhe celebrative a:
Gabriella Ioppolo, Questore Polizia di Stato; Giorgio Borrelli, Comandante Regionale Carabinieri Forestali Calabria; Giovanni Cavallaro, Dirigente Comando Corpo Forestale della Sicilia; Gerardo Mastrodomenico, Comandante Provinciale Guardia di Finanza Messina; Marco Carletti, Comandante Provinciale Carabinieri Messina; Giovanni Giardina, Comandante Polizia Metropolitana; Domenico Tedesco Comandante SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno degli Animali); Giovanni Dell’Acqua, Dirigente Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale di Messina.

All’evento era presente anche il Prefetto di Messina, Cosima Di Stani.

una fase della premiazione


Il WWF Italia è stato rappresentato da Anna Giordano, che ha raccontato con parole e immagini questi 40 anni di impegno a difesa della fauna e da Domenico Aiello, Responsabile Tutela giuridica della Natura.. Per la MAN era presente Deborah Ricciardi. L’evento si è concluso con la liberazione di alcuni rapaci curati nel CRFS provinciale di Messina, gestito dall’Associazione Mediterranea per la natura (MAN).

Il 7 aprile del 1981 fu il giorno che cambiò la mia vita – ha raccontato Anna Giordano – . Quel giorno, a monte Ciccia, con un compagno di osservazioni, vedemmo uccidere davanti a noi 17 rapaci su 34 che passarono in poche ore. I bracconieri erano in ognuno dei 17 bunker, da 3 a 12/15 per ogni appostamento. Quando capirono che non eravamo dei semplici gitanti ci circondarono in 30. Tutti armati.


Monte Ciccia, settembre 1984

“Il mondo adulto, tranne i nostri genitori, ci diceva che era battaglia persa, nulla sarebbe cambiato – racconta Anna Giordano, vincitrice nel 1998 del prestigioso premio Goldman – . Che non valeva la pena rischiare la pelle per un falco. Davanti alla mia macchina bruciata sentì una persona dire “se l’è cercata”. A seconda del periodo eravamo “drogati”, “radicali”, “estremisti”. Ma la nostra era una battaglia di legalità”.

“Oggi facciamo prevenzione e ricerca e la durata del campo si è estesa a due mesi (dall’1 aprile al 30 maggio). Abbiamo scoperto nel tempo che lo Stretto è la rotta migratoria primaverile più importante al mondo per quattro specie di rapaci: il l’albanella pallida, il grillaio, il falco cuculo e il lodolaio ma quest’area è attraversata da esemplari appartenenti a moltissime specie, alcune delle quali versano in un grave stato di conservazione e sono a rischio di estinzione . Abbiamo scoperto che i migratori che passano sullo Stretto sono quelli che in mezzo pianeta affrontano le più ampie distese di ambienti ostili: 2.700 km di deserto (Sahel e Sahara) e non meno di 140 km di mare (il canale di Sicilia). La mortalità in questi ambienti è altissima. Ecco perché quando li vediamo lo consideriamo un miracolo. Ce l’hanno fatta ad arrivare fino a noi ed è già un miracolo. Bellissimo, indimenticabile”.

Aquila reale

Qualche (incredibile) numero

Dal 3 aprile al 13 maggio 2006 il radar della stazione ornitologica svizzera ha censito 4 milioni e 300 mila uccelli in volo di notte sullo Stretto di Messina

Record giornaliero il 5 maggio del 2000, con 9729 rapaci che volarono in “volo cieco” e nella nebbia

La Sicilia è una rotta migratoria importantissima dall’Europa all’Africa e ritorno. Ben 328 specie diverse di uccelli sono state censite sullo Stretto di Messina

I pericoli

Oggi dopo tanti anni dall’avvio dei campi antibracconaggio che hanno aperto uno squarcio sulla brutalità di questa ignobile tradizione criminale il fenomeno è fortemente ridimensionato sul versante siciliano. “Ma non bisogna abbassare la guardia – ha sottolineato Anna Giordano – Ricordo il 2016 come un anno di sconfitta, in cui hanno sparato e ucciso di nuovo. Oltre al bracconaggio, poi, restano tanti i pericoli per gli uccelli: gli avvelenamenti, le intossicazioni, la distruzione degli habitat, l’impatto contro le strutture aeree. E oggi, di nuovo, il Ponte sullo Stretto”.
Domenico Aiello, Responsabile Tutela Giuridica della Natura WWF Italia ha dichiarato: “In questi giorni i cieli dello Stretto di Messina sono il teatro di uno spettacolo tra i più belli che la Natura ci possa offrire. In questo lembo di mare al centro del Mediterraneo stanno confluendo migliaia di uccelli migratori che dall’Africa si porteranno verso i luoghi di nidificazione in Europa. Fino a pochi anni fa questa era una delle capitali del bracconaggio in Italia. Oggi, anche se questa piaga culturale non è stata del tutto debellata, i fucili hanno lasciato il posto ai binocoli e alle macchine fotografiche. Questo risultato straordinario è il frutto del coraggio e della passione dei volontari che esattamente 40 anni fa hanno intrapreso una battaglia che sembrava impossibile contro un fenomeno criminale tanto diffuso e radicato, che non era percepito come tale. Ma non bisogna abbassare la guardia perché all’orizzonte incombono ulteriori e gravi minacce”.

Falco Pecchiaiolo

Non ha voluto far mancare il suo sostegno Fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia. “Sono sicuro che la lotta al bracconaggio contro gli uccelli migratori, l’impegno e il coraggio della grande Anna Giordano sullo Stretto in difesa dei falchi pecchiaioli, dei bianconi e altri rapaci, abbiano generato un vero e proprio mutamento culturale. E’ grazie all’impegno delle schiere di volontari del WWF, della Lipu e tanti altri, compresi i Carabinieri e i Forestali, se oggi il biancone e il pecchiaiolo sono cresciuti numericamente, o trampolieri come la cicogna bianca sono tornati finalmente a nidificare da noi dopo decenni di assenza. Un plauso ad Anna, grazie alla quale tutto questo è nato, ben 40 anni fa”.

Un po’ di storia

Volontari a Dinnammare

Nella primavera del 1981 una giovanissima siciliana amante della natura, la messinese Anna Giordano, che già a 10 anni girava per mercati e negozi di animali acquistando cardellini e altri piccoli uccelli in gabbia per poi restituirli alla libertà, scoprì che sullo Stretto di Messina passavano ogni primavera migliaia di rapaci in migrazione. Ma c’era anche una cattiva notizia: le colline attorno a Messina erano costellate di bunker di cemento da cui decine di bracconieri, nell’indifferenza generale, compivano vere e proprie stragi.
I primi sopralluoghi sul posto fecero scoprire ad Anna e ai primi volontari coinvolti una realtà agghiacciante: centinaia di rapaci e cicogne venivano massacrati a fucilate, nonostante si trattasse di specie non cacciabili e la stagione della caccia fosse chiusa. Un fenomeno tollerato perché ricondotto ad una sorta di tradizione locale.Nell’aprile del 1984 iniziò una delle avventure più affascinanti nella storia dell’attivismo e della protezione della natura in Italia: il campo antibracconaggio sullo Stretto di Messina. I primi tempi per i volontari si trattava di rischiare anche di persona: i bracconieri erano armati, e per nulla disponibili ad abbandonare la loro “tradizione”. Minacce, inseguimenti, messaggi intimidatori e accerchiamenti erano all’ordine del giorno. Solo l’arrivo delle forze dell’ordine consigliava agli sparatori di deporre le armi.

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