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Pescatori che salvano gli squali

Presentati a Monopoli i primi risultati del progetto SafeSharks per ridurre la pesca accidentale di squali nel Mediterraneo

I pescatori, angeli degli squali

Li chiamiamo “shark angels”, angeli degli squali, perché da qualche anno sono loro i protagonisti del progetto che il WWF ha messo in campo nel Mediterraneo per proteggere la specie nel Mediterraneo.

SafeSharks è un progetto di monitoraggio e tagging realizzato insieme ai pescatori, che fin dal suo avvio, nel 2018, identifica insieme ai ricercatori, soluzioni per ridurre le catture accidentali di squali o incrementarne la sopravvivenza in seguito al rilascio.

Squalo mako catturato accidentalmente © Ioannis Giovos / ISea

Oltre la metà delle 86 specie di squali, razze e chimere del Mediterraneo è minacciata e un terzo di queste è prossima al rischio di estinzione. Il preoccupante stato di questi predatori marini è un chiaro segnale della salute complessivamente precaria del nostro mare, la cui biodiversità è decimata dalla pesca eccessiva, a sua volta alimentata da un consumo inconsapevole e da un mercato globale di carne di squalo e razza opaco. 

Sebbene infatti squali e razze non siano quasi mai ‘obiettivo’ dei pescatori, verdesche, palombi, mobule, torpedini, gattucci, mako e altre specie spesso protette vengono catturate accidentalmente in tutte le attività di pesca nel Mediterraneo, la maggior parte delle volte rigettate in mare o quando possibile commercializzate.

Oltre 60 specie sono vittime di reti a strascico, attrezzo che sbarca più specie di squali e razze a scopi commerciali, mentre in alcune zone addirittura un terzo del pescato catturato dai palangari è costituito da squali e razze.

I primi risultati a Monopoli

Protagonista di questi primi anni del progetto è la comunità di pescatori di Monopoli, la più importante dell’Adriatico per quanto riguarda la pesca del pesce spada, che è stata coinvolta con attività di formazione e sensibilizzazione per supportare la raccolta di dati chiave sulle catture accidentali di questi animali e per identificare insieme ai ricercatori soluzioni per ridurle.

Il video racconto del progetto SaveSharks a Monopoli

Per comprendere la sopravvivenza alla cattura e gli spostamenti a breve/medio termine delle popolazioni di verdesca del Mediterraneo centrale, incluso l’Adriatico meridionale, alcuni squali sono stati marcati con dispositivi satellitari “pop-up tag”. E la sopravvivenza registrata è molto alta: oltre l’85% degli individui marcati è sopravvissuta. Ciò significa che una strategia di mitigazione del fenomeno del by-catch basato sul rilascio degli esemplari di verdesca catturati durante la pesca avrebbe un impatto positivo.

Inoltre i dati confermano che nonostante questa specie abbia capacità natatorie per compiere grandi migrazioni (in un caso la verdesca marcata a largo di Bari in un mese ha nuotato fino a largo di Creta) la maggior parte degli esemplari preferisce l’Adriatico almeno nel periodo estivo monitorato.

Verdesca, squalo © naturepl.com / Nuno Sa /WWF

Questi dati supportano l’ipotesi che il mar Adriatico sia un’importante area per l’alimentazione, la riproduzione e per l’accrescimento dei giovani di verdesca. Si è anche scoperto che questa specie possiede un pattern di movimenti verticali molto stabile, durante il giorno preferiscono nuotare in acque anche molto profonde fino oltre i 600 metri, mentre durante la notte cacciano in superficie anche a pelo d’acqua

Pierluigi Carbonara, Ricercatore del progetto, COISPA Tecnologia & Ricerca

Lo studio di incidenza del by-catch di verdesca per la marineria di Monopoli ha evidenziato che ogni 7 pesci spada viene sbarcata una verdesca e che i 16% dello sbarcato totale dei palangari di superficie è rappresentato da verdesche.

C’è ancora tanto lavoro da fare

Oggi sempre più pescatori di Monopoli si stanno impegnando a rilasciare gli squali catturati accidentalmente, soprattutto i più giovani. Ma il lavoro da fare è ancora molto, per questo le attività proseguiranno con il progetto Medbycatch coordinato da Birdlife nel Mediterraneo e implementato da WWF Italia a Monopoli e Porto Cesareo.

In questa seconda fase, sperimenteremo strategie di mitigazione delle catture accidentali sulla base delle scoperte ottenute con SafeSharks, e coinvolgeremo altre marinerie nelle formazioni e sensibilizzazioni in un gioco di squadra. Insisteremo inoltre affinché le istituzioni sviluppino un Piano Nazionale sugli Elasmobranchi e migliorino la raccolta dati nazionale per quanto riguarda il bycatch. La conservazione di queste specie è un problema complesso ma insieme potremo dare a queste specie un futuro migliore. Dipende da ognuno di noi

Giulia Prato, responsabile Mare del WWF Italia

Fai la tua parte per gli squali

Tutti possiamo fare la nostra piccola parte per sostenere il progetto SafeSharks, partecipando alla campagna di raccolta fondi WWF “adotta uno squalo”.

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