Liberiamo i fiumi

Liberiamo i fiumi: i fiumi italiani ed europei sono interrotti da dighe e barriere artificiali, che compromettono la loro salute.

Il progetto

Dal 22 marzo (World Water Day) al 26 settembre (World Rivers Day) WWF Italia, Federazione Italiana Canoa Kayak e Spinning Club Italia promuovono il censimento di tutto ciò che artificialmente ostacola il libero scorrimento dei nostri corsi d’acqua, piccoli e grandi: volontari, canoisti, pescatori e chiunque abbia a cuore i nostri fiumi può farlo scaricando la app “BARRIER TRACKER nel proprio smarthphone, sia per IOS che per Android, e partecipare ad una grande azione di Citizen Science.

L’uso della App “BARRIER TRACKER” è molto semplice e permette di fotografare, classificare e georeferenziare qualsiasi barriera, traversa o diga. In questo modo si potrà disporre di un ampio quadro della frammentarietà dei nostri fiumi e avere una prima mappa delle barriere da rimuovere per far tornare i nostri fiumi alla loro naturalità.

L’elaborazione dei dati raccolti permetterà di individuare una prima lista di barriere che WWF Italia, Federazione Italiana Canoa Kayak e Spinning Club Italia proporranno per la rimozione e per la rinaturazione del tratto interessato. Sarà così possibile incominciare a liberare i nostri fiumi e migliorarne lo stato ecologico e renderli anche più fruibili. I risultati verranno presentati il prossimo autunno.

Le barriere fluviali in Italia

Da quando abbiamo reso disponibile l’app “Barrier Tracker”, molte persone hanno già segnalato barriere fluviali presenti nei corsi d’acqua del nostro Paese. Abbiamo creato questa mappa, che andremo ad aggiornare periodicamente, per raccoglierle tutte.

Scopri le segnalazioni più vicine a te!

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Completa il form che segue, compilando tutti i campi obbligatorie, e proponi soluzioni per le barriere fluviali, che hai segnalato.
Se hai scattato delle foto, includi anche quelle per rendere più efficace la tua proposta!


Fiumi liberi anche in Europa

La nuova Strategia Europea per la Biodiversità ha avviato il decennio della riqualificazione dei fiumi, ponendo l’obiettivo di recuperare la continuità ecologica e il libero scorrimento delle acque lungo 25000 km di corsi d’acqua europei. Purtroppo la situazione di nostri corsi d’acqua è piuttosto critica, infatti solo il 41% di loro ha raggiunto il “buono stato ecologico” richiesto dalla Direttiva Quadro acque. Secondo il WWF, l’Italia, considerando la propria estensione, dovrebbe impegnarsi per il recupero di almeno 1600 km. Infatti, uno dei principali problemi dei nostri corsi d’acqua è rappresentato dalle numerose barriere, traverse e dighe che frammentano la continuità ecologica fluviale, impedendo le migrazioni di molti pesci verso le aree di riproduzione e alterando le caratteristiche morfologiche dei fiumi, con la riduzione del trasporto di sabbie, limi e argille contribuendo all’arretramento della linea di costa.
Il WWF ha avviato, al livello europeo, una campagna di raccolta fondi per avviare progetti di rimozione delle grandi e piccole dighe, soprattutto se abbandonate, ma che sbarrano la strada a molti pesci come i rari storioni e sta facendo pressione sulle istituzioni europee affinché i paesi investano in progetti di “rinaturazione” dei fiumi.

Fiumi in salute

La salute dei fiumi è anche una garanzia per ridurre gli impatti devastanti del cambiamento climatico in atto: un corso d’acqua con una vegetazione in buono stato, ampie zone di esondazione e cemento lontano dalle sponde è meno pericoloso di un corso d’acqua costretto da barriere, sponde cementate e disboscato. Le nostre società subiscono continuamente un mix di effetti tra siccità estreme, inondazioni e emergenze idriche: politiche di adattamento sono urgenti e indispensabili tanto quelle di mitigazione e i fiumi hanno un ruolo essenziale. Un impegno collettivo per un miglior governo delle risorse di acqua dolce, soprattutto rigenerando i sistemi naturali, può ridurre efficacemente le conseguenze dei cambiamenti climatici.

Le barriere nei fiumi europei

Secondo una nuova ricerca, i fiumi d’Europa sono congestionati da più di 1 milione di barriere.

La scala della frammentazione fluviale registrata dallo studio è allarmante, rendendo l’Europa il paesaggio fluviale più ostruito del mondo. Queste barriere – come dighe, sbarramenti, rampe, guadi e culverts – hanno un impatto terribile sui fiumi, influenzando la salute del fiume, la qualità e la disponibilità dell’acqua, e minacciando la sopravvivenza delle specie vulnerabili.

L’Atlante Pan-Europeo delle Barriere In-Stream, prodotto dal progetto dell’UE Horizon 2020 Adaptive Management of Barriers in European Rivers (AMBER), è la panoramica più completa della frammentazione fluviale in Europa fino ad oggi. Contiene informazioni su 630.000 barriere. Tuttavia, dopo aver percorso 2.700 km di corsi d’acqua in 28 paesi, i ricercatori di AMBER hanno scoperto che più di un terzo delle barriere non sono registrate, portando il totale in Europa a ben oltre 1 milione.

Tradizionalmente, i gestori dei fiumi hanno la tendenza a considerare la frammentazione dei fiumi come causata esclusivamente da grandi dighe, ma i ricercatori di AMBER hanno scoperto che in realtà questo caso è raro. In Europa, oltre l’85% delle barriere sono briglie e altre piccole strutture. Tutte le barriere, qualunque sia la loro dimensione, hanno un impatto sulla salute dei fiumi, cambiando il flusso naturale di un fiume, bloccando le rotte di migrazione dei pesci – influenzando gli stock ittici e la sopravvivenza delle specie vulnerabili – e intrappolando i sedimenti che proteggono gli argini dei fiumi e i delta contro le inondazioni e gli aumenti del livello del mare. Molte delle barriere mappate da AMBER sono fuori uso e potrebbero essere rimosse mentre rompono la connettività del fiume e bloccano il movimento dei sedimenti e degli organismi.

Con quasi nessun fiume a flusso libero rimasto in Europa, lo studio si aggiunge a un quadro già desolante. Il 60% delle acque dell’UE non è attualmente sano [1], e le specie d’acqua dolce sono tra le più minacciate in Europa. È necessaria un’azione urgente per ricollegare i fiumi europei.

Nell’UE, c’è speranza: la Commissione europea proprio la settimana scorsa ha scelto di salvaguardare l’importante legislazione sull’acqua dell’UE, la direttiva quadro sulle acque (WFD), con il commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, che ha sottolineato la necessità di rafforzare l’attuazione e l’applicazione. Recentemente, la Commissione ha anche proposto un impegno concreto per ripristinare almeno 25.000 km di fiumi a flusso libero nella strategia dell’UE sulla biodiversità.

Gli strumenti e gli impegni ci sono, ma sono superflui se non sono pienamente implementati, applicati e soddisfatti con ambizione e volontà politica. Gli Stati membri dell’UE devono fare tutto il possibile per assicurare che la WFD funzioni non solo sulla carta ma nella pratica, e per affrontare la pressione di queste barriere alla fonte. Questo dovrebbe includere un drastico aumento della rimozione delle dighe e della gestione delle barriere nella prossima serie di piani di gestione dei bacini fluviali (i piani che gli Stati membri sono tenuti a presentare ai sensi della WFD) per il periodo 2021-2027.

I dati raccolti attraverso il progetto AMBER completano nettamente la prima mappatura a livello europeo delle centrali idroelettriche, rilasciata dal WWF l’anno scorso, che ha trovato i fiumi europei saturi di più di 20.000 dighe idroelettriche, e più di 8.000 dighe aggiuntive sulla carta.

Riferimenti:
 
[1] Agenzia europea dell’ambiente, 2018. Acque europee — Valutazione dello stato e delle pressioni 2018, https://www.eea.europa.eu/publications/state-of-water
[2] Commissione europea, 2011. Lista rossa europea dei pesci d’acqua dolce, https://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/redlist/downloads/European_freshwater_fishes.pdf

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