Orango

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  • 3
    le specie di orango: 1 in Borneo e 2 a Sumatra.
  • 6-11
    gli anni che un piccolo trascorre con la mamma
  • 70.000
    gli individui complessivi delle tre le specie.

L’ABC DELLA SPECIE

L’orango trascorre la maggior parte del tempo sugli alberi dove si nutre, dorme e si riproduce, scendendo a terra solo occasionalmente. L’orango dedica quasi tutta la giornata alla ricerca del cibo, poi, prima che faccia notte, intreccia dei rami su cui si coricherà per riposare al sicuro.  

La sua dieta è composta soprattutto da frutta, ma si nutre anche di foglie, di miele e di insetti, di piccoli rettili e occasionalmente di uova. 

Grazie alle lunghe braccia, che superano i 2 metri di apertura, e ai piedi prensili, l’orango è perfettamente adattato alla vita sugli alberi. Le articolazioni degli arti molto flessibili gli consentono di svolgere movimenti impossibili alle altre specie di scimmie antropomorfe. 

L’orango è un animale prevalentemente solitario e, anche se le occasioni di incontro con i conspecifici non mancano, le interazioni sono limitate.  

La femmina partorisce sugli alberi un solo piccolo alla volta e si occupa della sua cura per molto tempo; i giovani restano infatti dipendenti dalla madre per circa sei – otto anni in Borneo e per undici anni a Sumatra. Il più recente censimento dell’orango di Sumatra stima la presenza di 13.846 individui; meno precisi e attuali sono invece i dati dell’orango del Borneo che stimano una popolazione di circa 55.000 animali; gli esemplari dell’orango di Tapanuli sono invece appena 800. 

CARATTERISTICHE E CURIOSITÀ

L’orango ha un’altezza che può variare da 1,25 metri fino a 1,80 metri. Il maschio può arrivare a pesare quasi 120 kg, mentre la femmina è di dimensioni decisamente minori e non supera i 50 kg di peso. Il maschio dell’orango è morfologicamente molto diverso dalla femmina: presenta due protuberanze adipose all’altezza delle guance (che aumentano di volume con la crescita dell’animale), una peluria simile a barba e baffi e una sacca golare che gli consente di emettere richiami udibili anche a lunga distanza. I suoi arti anteriori sono ricoperti di lunghi peli rossicci che pendono verso terra come una “mantella”. L’orango è un animale prevalentemente solitario, tendenza poco comune tra i primati, caratterizzato da una strategia riproduttiva che potremmo definire promiscua dove un maschio si accoppia con diverse femmine e una femmina con diversi maschi. Ci sono poi i maschi sub-adulti che adottano una strategia riproduttiva alternativa: cercano infatti di accoppiarsi fugacemente con una femmina appena essa ha concluso rapporti con maschi adulti. 

LE MINACCE

La perdita di habitat costituisce la principale minaccia alla sopravvivenza dell’orango che ha visto restringersi sempre più il proprio areale storico a causa della deforestazione e dei continui incendi. 

Sull’isola di Sumatra e del Borneo, le foreste dove vive l’orango, le foreste vengono distrutte a ritmi sempre maggiori: gli alberi vengono incessantemente abbattuti per far posto alle coltivazioni, tra cui su tutte olio di palma e acacia, per la produzione industriale di polpa di carta e olio di palma. Come conseguenza della riduzione della superficie forestale, gli oranghi sempre più spesso invadono le aree agricole alla ricerca di cibo, producendo danni ai raccolti e aumentando le occasioni di scontro con le comunità locali.  

COSA FA IL WWF

Siamo impegnati per la conservazione dell’orango dal 1970 in collaborazione con gruppi internazionali e locali, tra cui istituti di ricerca, università, governi e comunità locali. Questo lavoro rientra in uno specifico Programma, lo “Species Action Plan for Orang-utans” che prevede la conservazione dell’habitat forestale, sia in Borneo sia a Sumatra, attraverso l’istituzione e la gestione di specifiche aree protette. Non solo, il programma promuove anche una gestione forestale sostenibile attraverso i marchi di certificazione dell’olio da palma e della carta; porta avanti una battaglia al commercio illegale delle specie, in collaborazione con TRAFFIC (Ente internazionale per il monitoraggio del commercio di fauna selvatica), per incentivare l’azione dei governi contro il commercio di animali vivi e di prodotti derivati; istituisce e sostiene centri di recupero in cui ricevono cure oranghi feriti o ritrovati in difficoltà, e dove, in seguito ad un percorso di riabilitazione, vengono rimessi in libertà. 

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