Zone Umide

Laghi, stagni, lagune, paludi, acquitrini, fontanili, risorgive e torbiere rappresentano tutta una varietà di habitat naturali che vengono riuniti sotto la definizione di zone umide.

Un tempo erano assai più diffuse di oggi e attualmente restano come ambienti residuali dopo i profondi processi di trasformazione che hanno interessato l’intero Pianeta, soprattutto nei Paesi industrializzati e più popolosi.

Nel nostro Paese sin dall’epoca dei Romani e poi durante la prima metà del XX secolo, ampie aree pianeggianti paludose costiere sono state bonificate e ciò che rimane oggi sono piccoli lembi, però di grande importanza per la fauna selvatica.

  • 53
    sono le zone umide italiane riconosciute dalla Convenzione di Ramsar, altre 12 sono in attesa di designazione
  • 3mln
    di ettari era l’estensione delle zone umide al tempo dei Romani in Italia
  • 66%
    delle zone umide d'Europa sono scomparse negli ultimi 50 anni

Overview

Le zone umide sono aree temporaneamente o perennemente allagate e possono essere di origine naturale o artificiale. Esse hanno un’importanza per la biodiversità sostenendo una ricca varietà di specie vegetali e animali, ma assumono anche un valore commerciale, sociale e culturale per tutta una serie di attività che vengono svolte dall’uomo in queste aree, dalla pesca, al turismo, il birdwatching,  l’acquacoltura e anche la caccia.

Anche aree di piccola dimensione possono assumere una grande importanza per la presenza di endemismi (specie che sono esclusive di pochi siti) o per le specie migratrici che qui trovano opportunità di riproduzione, sosta e svernamento. Anche le aree umide artificiali, come le saline, le vasche di colmata, i bacini artificiali e le risaie possono essere molto importanti per la biodiversità e in molti ambiti territoriali rappresentano dei veri e propri santuari per le specie di uccelli migratrici.

Tra le più importanti funzioni svolte da questi ambienti c’è:

  • il mantenimento dei livelli di falda,
  • il controllo delle inondazioni,
  • il controllo dell’erosione e il consolidamento delle rive,
  • il trattenimento dei sedimenti e delle sostanze tossiche,
  • la cattura dei nutrienti,
  • la mitigazione e la conservazione del microclima.

La Convenzione di Ramsar del 1971 è un accordo internazionale che nasce proprio per proteggere gli habitat delle zone umide e tutelare le rotte degli uccelli migratori.

Cosa fa il WWF

La maggior parte delle nostre Oasi ospitano zone umide di grandi o piccole dimensioni, ambienti fondamentali per la flora e la fauna sempre più spesso minacciata a causa della scomparsa di questi ambienti, come conseguenza dei più vari interventi antropici.

Grazie al Sistema delle Oasi WWF, gestiamo direttamente o in collaborazione con altri enti, la rete di aree umide più diffusa in Italia, 10 delle quali sono Zone Umide d’importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar e altre 5 sono in attesa di designazione da parte del Segretariato della Convenzione. Si tratta delle zone umide più importanti e più estese, ma vi sono numerosissime altre paludi, torbiere, fontanili, acquitrini, macereti di piccole e medie dimensioni che nel loro insieme costituiscono un’importante rete, fondamentale per la sopravvivenza di habitat e specie minacciate.

La campagna “One Million Ponds” è la nostra campagna dedicata alle zone umide, in occasione della Giornata delle Oasi celebrata in tutta Italia, con attività e laboratori rivolte alla sensibilizzazione e alla conoscenza di questi ambienti.

Cosa puoi fare tu

La giornata delle Oasi, che si svolge ogni anno in maggio è l’occasione per venire a conoscere da vicino l’importanza e il valore delle zone umide. Ci sono però altre occasioni in tutto l’anno attraverso numerosi progetti, giornate di “citizen science” e attività con le scuole che possono essere l’opportunità per aumentare la tua conoscenza con questi ambienti e le specie che le usano per riprodursi, sostare durante le migrazioni e trascorrere l’inverno.

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