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A Molfetta il WWF libera tre tartarughe marine

E’ stata una giornata di festa, sabato 18 luglio, a Molfetta. Tre tartarughe marine, che avevano ricevuto le cure necessarie presso il Centro di recupero WWF di Molfetta diretto da Pasquale Salvemini, sono tornate a nuotare libere tra…

E’ stata una giornata di festa, sabato 18 luglio, a Molfetta. Tre tartarughe marine, che avevano ricevuto le cure necessarie presso il Centro di recupero WWF di Molfetta diretto da Pasquale Salvemini, sono tornate a nuotare libere tra gli applausi di molti presenti, che avevano voluto seguire l’evento, grazie ai mezzi navali della Guardia costiera e della Polizia di Stato. Tra le tartarughe c’era “Flounder“, la protagonista di una storia tutta particolare perché fu rinvenuta in fin di vita sul litorale di Bari lo scorso 29 marzo grazie al cane antiesplosivo della Polizia di Stato Gino e dal suo conduttore, l’assistente Capo Cataldo Dammacco, ed Hermione, una femmina adulta di grandi dimensioni, circa 65 kg di peso, la cui ecografia effettuata la mattina stessa presso il centro ha mostrato la presenza di uova. La speranza è che la grande Caretta trovi in tempo una spiaggia adatta per deporre il pesante carico di uova.

Il Centro tartarughe marine di Molfetta nasce nel 2004 all’interno del plesso scolastico G. Cozzoli: negli ultimi 3 anni sono passate per il centro circa 400 tartarughe. L’attività dei volontari su tutto il territorio costiero della fascia adriatica ha consentito la collaborazione con diversi pescatori delle marinerie locali e con le istituzioni, in primis Capitanerie di porto e ASL. Il centro (080.3218627) ha ottenuto l’autorizzazione da parte del Ministero dell’Ambiente, ed è convenzionato con il dipartimento di Medicina veterinaria della facoltà di Bari dove si effettuato interventi chirurgici ma anche le necroscopie per l’accertamento delle cause di morte.
“L’Adriatico è un mare malato, registriamo non solo spiaggiamenti di tartarughe marine, ma anche di cetacei – sottolinea il responsabile del Centro, Pasquale Salvemini – . Abbiamo l’esigenza di monitorare il nostro mare, aggredito ogni giorno da scarichi di fognatura non depurati, dall’inquinamento da plastica e da metalli pesanti”. Il centro si avvale della collaborazione delle forze dell’Ordine, in primis della Capitaneria di Porto e Guardia costiera, e di molti pescatori che consegnano le tartarughe in difficoltà finite nelle reti o incappate negli ami delle lenze destinate alla pesca di specie di interesse commerciale.
 

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