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Torre Guaceto: gli scarichi non depurati mettono a rischio la riserva

Il WWF Italia chiede che la Regione Puglia blocchi lo scarico del depuratore di Carovigno, realizzando celermente i lavori promessi della condotta sottomarina a tutela della biodiversità di Torre Guaceto, per scongiurare che gli scarichi di acqua non…

Il WWF Italia chiede che la Regione Puglia blocchi lo scarico del depuratore di Carovigno, realizzando celermente i lavori promessi della condotta sottomarina a tutela della biodiversità di Torre Guaceto, per scongiurare che gli scarichi di acqua non depurata si riversino nei prossimi mesi nelle acque dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, rischiando di compromettere la prateria di posidonia, protetta da un sito di importanza comunitaria (SIC), oltre ad un modello di gestione, quello dell’area marina protetta, conosciuto ed apprezzato a livello europeo e globale.

La Regione non può scaricare in zona A, nel cuore dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, un’eccellenza tra le Riserve italiane, modello esemplare di tutela e sostenibilità, compromettendo il risultato di anni di lavoro, vanificando un modello di gestione che genera economia, lavoro e protezione di un’area preziosa per la biodiversità delle coste pugliesi, denuncia il WWF Italia.

‘Ci costerà danneggiare un sito d’importanza comunitaria, un’area marina protetta. Il WWF si chiede se questi costi sono stati valutati. Due domande su tutte: il Canale Reale può mangiarsi il reddito dei pescatori (guarda caso, anch’essi, di Carovigno) che pescano a Torre Guaceto? Chi risponderà alla Comunità Europea dei danni al sito d’importanza comunitaria in zona A? ‘ dice Marco Costantini responsabile Mare WWF Italia.

‘Non consola che lo scarico sia stato indicato come una soluzione provvisoria. Sono infatti pronti i progetti di una condotta sottomarina che dovrebbe portare i reflui sino a due miglia al largo (cosa che attenuerebbe  gli impatti) ma non c’è ancora e si teme ci vogliano anni per il completamento.  Ci sono anche dei progetti per riutilizzare gran parte degli scarichi in agricoltura, anche questi non ancora operativi, ma restano i dubbi sugli equilibri ambientali di Torre Guaceto e sulle praterie di posidonia. Ricordiamo inoltre che il problema dello scarico dei reflui interessa tutta la costa pugliese, sia adriatica che ionica. Vanno trovate quindi soluzioni alternative allo scarico in falda secondo le più innovative tecniche disponibili’ dichiara Nicolò Carnimeo Delegato WWF Puglia.

L’area marina protetta di Torre Guaceto, in provincia di Brindisi, nel cui comitato di gestione siede anche il WWF Italia,  è un modello a livello europeo per la gestione delle aree marine protette e per la gestione sostenibile della pesca artigianale. Con i suoi  2200 ettari protetti, otto chilometri di costa incontaminata, ulivi secolari, antiche varietà di pomodori (oggi tutelati da un Presidio Slow Food), è un luogo dove si organizzano laboratori di educazione ambientale e dove i pescatori  artigianali rispettano la straordinaria biodiversità dell’area, pescando con reti a maglie grandi e in aree ben delimitate.
Così virtuosa che è una delle poche aree marine protette a essere riconosciuta a livello internazionale come Area Speciale di Interesse Mediterraneo e, per le sue attività a difesa della biodiversità e delle produzioni sostenibili, tra l’altro, individuata dal Ministero dell’Ambiente come buon esempio da portare a Expo 2015.
Che ne sarà di questa reputazione che dà orgoglio alla Puglia intera quando si scoprirà che per necessità è stata indicata dalla Regione Puglia quale punto di scarico di acque non depurate, scarichi iniziati lo scorso 22 settembre, si chiede il WWF Italia.

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