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WWF e FAI in difesa del paesaggio sardo

FAI – Fondo Ambiente Italiano e WWF Italia sono contro l’ennesimo tentativo di modificare il paesaggio sardo in chiave speculativa. Le due associazioni ambientaliste hanno chiesto al Governo di impugnare la legge n. 20 della Regione Sardegna del…

FAI – Fondo Ambiente Italiano e WWF Italia sono contro l’ennesimo tentativo di modificare il paesaggio sardo in chiave speculativa. Le due associazioni ambientaliste hanno chiesto al Governo di impugnare la legge n. 20 della Regione Sardegna del 18 ottobre 2012 (Norme di interpretazione autentica in materia di beni paesaggistici) che, in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione Italiana e con gli obblighi internazionali di tutela del paesaggio, presenta evidenti profili di incostituzionalità.

La legge regionale n. 20, con la scusa di predisporre un’ “interpretazione autentica” delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesistico Regionale (PPR) vigente, nella pratica esclude la tutela paesaggistica sulle aree limitrofe alle “zone umide”, che il Piano redatto dalla Giunta Soru aveva invece opportunamente equiparato alle coste, ai fiumi e ai laghi, sottoponendole allo stesso vincolo di tutela “di 300 metri dalla linea della battigia”. Le “zone umide”, come lagune e stagni, sono aree di grande interesse paesaggistico di cui la Sardegna è ricca e oggetto di ampia tutela anche nel diritto europeo per il loro elevato valore ambientale.
Questa è una modifica che apre una breccia a pericolosi interessi speculativi e che rischia di compromettere irrimediabilmente il paesaggio sardo. Per questo FAI e WWF chiedono a gran voce al Governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale questa legge, in quanto contraddice i principi dell’ordinamento giuridico dello Stato a tutela del patrimonio ambientale e culturale italiano.
Le associazioni – nella nota tecnica inviata al Consiglio dei Ministri – ricordano che il Piano Paesistico
sardo può essere modificato solo nel rispetto delle procedure previste e non attraverso “scorciatoie”, come è avvenuto con la legge n. 20, emanata in tutta fretta anche per superare una recente sentenza del Consiglio di Stato che riconosceva, in coerenza con il PPR vigente, la tutela per le zone umide.

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