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Tremiti, una catena umana per dire No alle trivelle

Una catena umana circonderà a nuoto l’isolotto del Cretaccio alle isole Tremiti la mattina del 27 agosto per dire no alle trivellazioni petrolifere in Puglia e in tutto l’Adriatico. Un abbraccio simbolico ad una delle perle dell’Adriatico, per…

Una catena umana circonderà a nuoto l’isolotto del Cretaccio alle isole Tremiti la mattina del 27 agosto per dire no alle trivellazioni petrolifere in Puglia e in tutto l’Adriatico. Un abbraccio simbolico ad una delle perle dell’Adriatico, per dire NO allo scellerato progetto di fare del Mare Nostrum un distretto petrolifero. L’appuntamento, organizzato dell’associazione tremitese Punto a Capo nasce con il partenariato del WWF, Comune di Tremiti e numerosi comuni ed enti regionali e vuol essere un momento di pacifica e provocatoria riflessione sui temi ambientali. Finora la manifestazione ha ricevuto oltre 2.000 adesioni tra singoli e sigle associative, tra cui tutti i comuni costieri pugliesi e il Presidente della Regione Molise, oltre a un vasto raggruppamento di associazioni ambientaliste tra cui il WWF.
Donatella Bianchi, Presidente WWF Italia: “E’ un chiaro appello alla mobilitazione individuale quello lanciato dalle Isole Tremiti, con la catena umana acquatica antitrivelle. Un chiaro “no” della gente di mare alle esplorazioni petrolifere, alle inaccettabili politiche di sfruttamento dei fondali di un mare chiuso, fragile e ricco di biodiversità come l’Adriatico e, piu in generale, del Mediterraneo.
L’economia blu deve investire sul capitale naturale e sulla sua valorizzazione, sullo sviluppo sostenibile del turismo, sulla conservazione dello straordinario patrimonio naturale e paesaggistico costiero. Le Diomedee sono un’eccellenza ambientale, un museo a cielo aperto, isole incontaminate e protette ma troppo spesso dimenticate dallo Stato. Le esplorazioni petrolifere rappresentano una minaccia alla sopravvivenza di quelle piccole comunità tremitesi e delle loro isole”.

Le politiche del Ministero dello Sviluppo economico negli ultimi anni hanno condizionato la politica del Governo, procedendo in direzione ostinata e contraria agli interessi delle popolazioni costiere (come dimostra anche la grande manifestazione di Lanciano in Abruzzo, del maggio scorso): dall’articolo 35 decreto Sviluppo del 2012 del Governo Berlusconi, che ha compiuto una sanatoria nei procedimenti in corso per le trivellazioni anche nella fascia vietata delle 12 miglia dalla linea di costa; sino ad arrivare all’articolo 38 del decreto Sblocca Italia del 2014 del Governo Renzi, che trasforma prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in attività strategiche, accelerando e rendendo più opache le procedure autorizzative per attività ad alto rischio ambientale; mentre si mira ad un recepimento parziale e pro-petrolieri della Direttiva europea Offshore.
“Una politica energetica diversa è un cambio di prospettiva e di passo potrebbero fare della Puglia l’avamposto verde dell’Italia che si vuole rinnovare – sottolinea Nicolò Carnimeo delegato regionale del WWF Puglia – occorre un diverso approccio è un cambiamento delle politiche ambientali nel loro complesso in modo che la natura rimanga il centro da cui ripartire per avviare nuove politiche di sostenibilità. La manifestazione delle Tremiti dimostra cambiare si può, partendo dal basso”.
Sono ben 7 le regioni che hanno impugnato di fronte alla Corte Costituzionale l’articolo 38 del decreto “Sblocca Italia” ed ora si sta seriamente dibattendo su proposte di referendum abrogativo dell’art. 35 del decreto Sviluppo.

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