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Monitoraggio Biodiversità Rete Natura 2000

Il WWF Italia ha realizzato nel 2012 il primo “monitoraggio” dello stato degli habitat e delle specie d’interesse comunitario, protetti dalle Direttive “Habitat” (92/43/CEE) e “Uccelli” (Direttiva“Uccelli” 2009/147/CEE – ex 79/409/CEE), presenti nelle 78 Oasi WWF appartenenti a…

Il WWF Italia ha realizzato nel 2012 il primo “monitoraggio” dello stato degli habitat e delle specie d’interesse comunitario, protetti dalle Direttive “Habitat” (92/43/CEE) e “Uccelli” (Direttiva“Uccelli” 2009/147/CEE – ex 79/409/CEE), presenti nelle 78 Oasi WWF appartenenti a Rete Natura 2000.
Le Oasi WWF appartenenti a Siti d’Importanza Comunitaria (SIC) o a Zone di Protezione Speciale (ZPS) sono 78 e, nonostante siano una piccola porzione delle 2299 aree di rete natura 2000 italiane, cioè il 3,4% del totale, si è riscontrata  una buona rappresentatività delle biodiversità italiana in esse tutelata, testimoniata dalla presenza del  66,6% di habitat per la bioregione “alpina”, del 57% per quella “continentale” e del 65% per quella “mediterranea”.  Si tratta quindi di un buon campione che restituisce una prima e aggiornata “fotografia” della biodiversità italiana.

Il monitoraggio della biodiversità nella Rete natura 2000 è richiesto dall’Unione Europea che con la  direttiva “Habitat” 92/43/CEE richiede obbligatoriamente che gli Stati membri garantiscano la sorveglianza dello stato di conservazione (art.11) e che ogni sei anni elaborino una relazione sull’attuazione delle disposizioni adottate nell’ambito della direttiva “Habitat” (art.17) e analogamente prevede la Direttiva “Uccelli” (art. 12)  2009/147/CEE – ex 79/409/CEE.  

Il monitoraggio del WWF è stato svolto con un metodo “speditivo”, basato sulla “conoscenza” diretta delle aree da parte dei gestori e degli esperti delle oasi (expert based) che, oltre ad essere stato realizzato in tempi brevi (5 mesi) è stato svolto con pochissime risorse grazie anche ai 190 esperti volontari.
Sono stati complessivamente raccolti 7238 dati, di questi il 16,5% cioè 1191 (84 habitat e 1107 specie) rappresentano segnalazioni nuove rispetto a quanto riportato nei Formulari di Rete Natura 2000 . 
Il 2,8%, cioè 185 (10 habitat e 175 specie) tra specie e habitat attualmente sono scomparse o, comunque, non più segnalate; l’1,5%, cioè 112 tra habitat o specie non sono mai stati presenti e rappresenterebbero un errore nel Formulario di Natura 2000. Infine, è emersa la necessità di un approfondimento di indagini e ricerche in quanto risulta che complessivamente per circa il 30% degli habitat sono necessari approfondimenti; analoga la situazione delle specie per le quali complessivamente per il 38,3 % è indispensabile avviare approfondimento, studi e monitoraggi.

Vi sono diverse specie che destano preoccupazione come il Tritone crestato italiano (Triturus carnifex)  delle cui 20 segnalazioni solo in 17 è confermato ed è dato per scomparso in 3 Oasi, in 3 è in peggioramento e in 5 non lo status.  Ma sono molte le specie per le quali si è registrato un declino, spesso confermato a scala più ampia, come la Trota macrostigma, il Gambero di fiume o, tra gli uccelli, l’Averla piccola o il Fraticello. Inoltre, si è notato come vi sono gruppi di specie legati a particolari habitat in difficoltà: è il caso, ad esempio, delle specie “forestali esigenti” come il Picchio dorsobianco, il Picchio rosso mezzano o come la Balia dal collare che evidenziano come, sebbene in questi ultimi decenni la superficie forestale, soprattutto in collina e montagna, sia aumentata a questo non ha corrisposto un altrettanto miglioramento della loro qualità.

HABITAT E SPECIE “TARGET”.

Preso atto dei risultati del monitoraggio, il WWF Italia ha deciso di identificare una serie di habitat e specie “target” per il proprio sistema. Specie e habitat per i quali l’azione a “rete” dell’Associazione può essere determinante per la loro conservazione a livello globale. E’ il caso, ad esempio del Cervo Sardo o del piccolo anfibio endemico Geotritone di Genè, entrambi endemici della Sardegna e protetti in gran parte nella storica e stupenda Oasi di Monte Arcosu: già solo l’azione del WWF Italia consente la tutela di queste 2 specie. Però vi sono poi specie di interesse comunitario ampiamente distribuite nelle Oasi WWF come le due Testuggini palustri, quella più a larga distribuzione (Emys orbicularis) , presente in oltre 40 oasi del sistema WWF e quella endemica della Sicilia, recentemente distinta come specie a sé stante, Emys trinacris, e presente nelle due Oasi riserve naturali siciliane, Laghi di Preola e Torre salsa. Un’altra specie importante anche per il suo ruolo di indicatore di qualità degli ecosistemi acquatici è il Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes italicus) che è presente in almeno 14 Oasi WWF e in due, Valpredina (lombardia) e cascate Rio verde (Abruzzo), sono in atto progetti di studio e di allevamento particolari  che sono da traino per altre aree dove quella specie non c’è più o è in regresso. Vi sono anche specie di uccelli come il Fraticello che, oltre ad essere presente in diverse oasi del sistema è oggetto di un importante progetto Life, in cui partecipa il WWF, nel Delta del Po veneto dove è in corso la realizzazione di nuove isole o barene per la sua nidificazione.

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