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Clima, aumento emissioni? Agire subito per invertire tendenza

Oggi è stata una giornata particolarmente importante alla COP 23 sul clima in corso a Bonn. Infatti il più grande programma mondiale di ricerche sui cambiamenti globali e la sostenibilità globale Future Earth ha reso noto, da una…

Oggi è stata una giornata particolarmente importante alla COP 23 sul clima in corso a Bonn. Infatti il più grande programma mondiale di ricerche sui cambiamenti globali e la sostenibilità globale Future Earth ha reso noto, da una parte, il Global Carbon Budget 2017 prodotto dal Global Carbon Project (il più autorevole programma mondiale sul ciclo del carbonio), presentato presso il padiglione WWF alla COP 23 di Bonn, e dall’altra, insieme a Earth League, ha pubblicato il rapporto “The Science 10 “Must Knows” on Climate Change”.
Si tratta di due documenti molto importanti provenienti dai maggiori esperti mondiali del settore che hanno l’obiettivo di stimolare i delegati dei vari paesi presenti alla COP 23 di spingere decisamente verso l’azione concreta senza alcun indugio sin da ora. Il budget di carbonio ci illustra che la proiezione per la chiusura dell’anno in corso documenta un incremento delle emissioni di almeno il 2% rispetto all’anno precedente, dopo tre anni di un livello di emissioni che non ha registrato crescite (siamo per il 2017 a 36,8 miliardi di tonnellate di CO2 ).
Il quadro che emerge da tutti i dati del budget di carbonio è un segnale chiarissimo che non vi sono segni evidenti di stabilizzazione e riduzione delle emissioni e che bisogna fare in fretta per invertire la tendenza. Il documento su scienza e clima è altrettanto chiaro: ci troviamo ormai in un nuovo periodo geologico, l’Antropocene, con profonde implicazioni per l’umanità e per la relativa stabilità dell’intero sistema Terra.
Anche i sistemi naturali che sino ad ora hanno contribuito a sequestrare parte importante del carbonio immesso dalle attività umane (foreste e oceani) cominciano a soffrire significativamente in queste loro capacità di resilienza proprio a causa del crescente impatto umano. Alcuni elementi del sistema Terra stanno dimostrando chiaramente la loro sofferenza come la progressiva riduzione della banchisa artica estiva, la fusione irreversibile di parti dei ghiacci della Groenlandia e dell’Antartico occidentale, la perdita di numerose barriere coralline (sottoposte al bleaching, ai fenomeni dello “sbiancamento” dovuti alla crescita della temperatura media della superficie degli oceani), alla riduzione o scomparsa di molti ghiacciai presenti in diverse catene montuose nel mondo. L’appello è netto: agire subito e concretamente collegando il percorso dell’Accordo di Parigi con l’applicazione concreta dell’Agenda 2030 con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (approvati nel settembre 2015 da tutti i paesi del mondo al Summit ONU) indicando una roadmap per una vera trasformazione dei nostri vecchi modelli di sviluppo nella strada della sostenibilità.

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