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Trento e Bolzano per abbattere lupi e orsi: tentativo vergognoso

Dopo un emendamento fantasma inserito nottetempo in un parere della Conferenza delle Regioni, rigettato con forza dal Ministero dell’Ambiente e sconfessato dalle altre Regioni, la Provincia di Trento e quella di Bolzano tornano alla carica, questa volta con disegni di…

Dopo un emendamento fantasma inserito nottetempo in un parere della Conferenza delle Regioni, rigettato con forza dal Ministero dell’Ambiente e sconfessato dalle altre Regioni, la Provincia di Trento e quella di Bolzano tornano alla carica, questa volta con disegni di legge provinciali, per arrogarsi la possibilità di ‘gestire’ autonomamente lupi e orsi sul territorio.
 
Per il WWF l’impressione è che si tratti solo di propaganda in vista delle prossime elezioni locali e che la proposta finirà anche questa volta in un nulla di fatto.
 
Innanzitutto la Costituzione italiana, come confermato da numerosi pronunciamenti della Corte Costituzionale, assegna allo Stato la competenza nella tutela dell’ambiente, in cui rientra anche la fauna selvatica (e in particolar modo specie strettamente protette a livello europeo e internazionale come lupo e orso).
 
Per di più le deroghe alla tutela integrale delle specie ai sensi della Direttiva Habitat (la norma europea che tutela le specie più a rischio) non possono essere accolte fintanto che le popolazioni non raggiungano uno stato di conservazione favorevole, ancora ben lontano dall’essere raggiunto per orsi e lupi sulle Alpi italiane.
 
Ma l’inganno maggiore è ai danni degli stessi allevatori: in primis perché è ampiamente dimostrato che gli abbattimenti non sono efficaci per ridurre i danni al bestiame, ma soprattutto perché, paventando soluzioni che non arriveranno mai si perde tempo prezioso per installare strumenti di protezione adeguati che invece consentirebbero, come in molte altre zone d’Italia, di limitare al minimo danni e conflitti sociali.
 
Poche settimane fa sono state lanciate petizioni pubbliche da parte di alcuni amministratori sull’ipotesi di gestione locale degli abbattimenti, largamente superate da contro-petizioni in senso opposto. È quindi grottesco che ora le amministrazioni procedano ugualmente in questa direzione, in palese contrasto con il parere espresso dalla maggioranza dei cittadini.
 
Ovviamente, se i testi licenziati dalle Giunte di Trento e Bolzano dovessero essere accolti anche nei rispettivi consigli provinciali, il WWF chiederà immediatamente al nuovo Governo di impugnarli, nella certezza che l’impugnativa sarebbe un atto dovuto dato il palese il contrasto con la normativa nazionale.
 
Ma al di là degli aspetti legali della vicenda, rimane la tristezza per quanto accaduto. Le attività rurali nelle nostre Alpi non falliranno certo per la presenza dei grandi carnivori, come non è successo in ogni altra zona dell’Appennino e delle Alpi in cui queste specie sono tornate ormai da tempo (in Piemonte, ad esempio, da oltre 25 anni): fallirà semmai una visione miope che non sa riconoscere il valore della biodiversità (inclusa la presenza di specie chiave per l’equilibrio degli ecosistemi come orsi e lupi) come base di tutte le attività umane, in particolare in quelle regioni che fanno delle bellezze naturali la loro bandiera turistica, ma che poi agli atti pratici sono pronte a sacrificarle sull’altare di convenienze di parte… anche nella Giornata Mondiale dell’Ambiente.

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