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Fiumi, le richieste del WWF

Il WWF ritiene che i distretti idrografici e le città metropolitane possano essere tra i principali soggetti per favorire un positivo, diffuso ed efficace adattamento ai cambiamenti climatici.   Il WWF sostiene fermamente la necessità di applicare in…

Il WWF ritiene che i distretti idrografici e le città metropolitane possano essere tra i principali soggetti per favorire un positivo, diffuso ed efficace adattamento ai cambiamenti climatici.
 
Il WWF sostiene fermamente la necessità di applicare in modo corretto le Direttive europee su “Acque” e “Alluvioni” e per questo ribadisce la necessità di rimettere al centro della pianificazione e del coordimamento di tutti i soggetti sul territorio, le Autorità di bacino distrettuale.
 
Ritiene inoltre cruciale:
 
1. Adeguare, integrare e rendere operativo il “piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, identificando con chiarezza gli attori istituzionali per la sua attuazione, fornendo una definizione più cogente delle azioni necessarie e fonti di finanziamento.
 
2. Rilanciare la centralità delle autorita di distretto.  Alle Autorità di distretto, adeguatamente rafforzate sul piano istituzionale e organizzativo, come previsto dalle Direttive europee “Acque” e “Alluvioni” a garanzia dell’indispensabile coordinamento delle conoscenze, degli interventi in materia di mitigazione del rischio e di adattamento ai cambiamenti climatici, deve essere affidato il compito, in stretta collaborazione con le regioni, di:
 
a. avviare una diffusa azione di rinaturazione fluviale realizzando “interventi integrati per ridurre il rischio idrogeologico e per il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua e la tutela degli ecosistemi e della biodiversità, promuovendo in via prioritaria gli interventi tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità” (L. 133/2014);
 
b. promuovere la realizzazione di “infrastrutture verdi” (risoluzione della Commissione europea 2013/249);
 
c. garantire la manutenzione del territorio per tutelare la funzionalità dell’ecosistema e mantenere un adeguato equilibrio territoriale ambientale;
 
d. garantire un approccio interdisciplinare alla definizione delle azioni sugli ecosistemi fluviali e, soprattutto, il coinvolgimento delle adeguate competenze nella progettazione e realizzazione degli interventi di difesa del suolo, di miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua e di manutenzione del territorio.
 
3. Promuovere il ruolo delle “città metropolitane” come laboratori dell’adattamento ai cambiamenti climatici su area vasta, favorendo risorse per progetti e azioni innovative volte principalmente a:
 
a. delocalizzare insediamenti dalle aree a rischio,
 
b. promuovere azioni diffuse di drenaggio urbano sostenibile,
 
c. realizzare progetti integrati per la mitigazione del rischio e per la riqualificazione ambientale,
 
d. adeguare i sistemi di distribuzione e depurazione delle acque.
 
4. Garantire le necessarie risorse economiche per la difesa del suolo, la mitigazione rischio idrogeologico e il miglioramento dello stato ecologico dei corpi idrici.
 
5. Il ruolo dei comuni: stop al consumo del suolo.
 
Il ruolo dei Comuni:
 
a. dare vita ad una nuova fase di pianificazione urbanistico-ambientale che ricomprenda le reti ecologica e renda effettiva la tutela della biodiversità urbana, individuando nella zonizzazione su scala comunale le aree che devono essere verdi e che devono essere lasciate libere per rispondere alle esigenze di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici;
 
b. delocalizzare gli edifici civili e industriali situati nelle zone a rischio per ridurre i fenomeni di sprinkling e favorire una politica insediativa a breve termine, caratterizzata da processi di densificazione/infilling e, a lungo termine, di shrinkling/riqualificazione.
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