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Salviamo la salamandra di Aurora

Qui la petizione rivolta al ministro dell’Ambiente e alle alla Regione Veneto >> A due anni dalla tempesta Vaia prosegue, sull’Altopiano dei Sette Comuni, l’esbosco degli alberi schiantati, con metodi dagli effetti devastanti sull’habitat della salamandra di Aurora. Le…

Qui la petizione rivolta al ministro dell’Ambiente e alle alla Regione Veneto >>

A due anni dalla tempesta Vaia prosegue, sull’Altopiano dei Sette Comuni, l’esbosco degli alberi schiantati, con metodi dagli effetti devastanti sull’habitat della salamandra di Aurora. Le associazioni WWF, S.O.S. Anfibi, GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, LIPU – BirdLife Italia, As.Fa.Ve. – Associazione Faunisti Veneti, CIRF ed SHI chiedono pertanto lo stop immediato dei lavori, che stanno proseguendo anche  in questo periodo dell’anno, in cui le Salamandre sono attive, e sottolineano come i lavori siano privi delle necessarie procedure autorizzative in materia di protezione ambientale. 
Nell’autunno 2018 si sono verificati eventi meteorologici estremi chiaramente collegabili ai cambiamenti climatici in atto, come la tempesta Vaia, che hanno interessato soprattutto il Nord-Est Italia e hanno portato alla distruzione di circa 40.000 ettari di boschi. Tra le aree colpite vi è anche la provincia di Vicenza, e in particolare il sito Natura 2000 “Altopiano dei Sette Comuni” (VI) .
Quest’area protetta è l’unica, insieme all’altopiano della Vezzena (TN), ad ospitare la salamandra di Aurora (Salamandra atra aurorae), una specie di interesse comunitario prioritario, di rilevanza nazionale e globale per la sua rarità. Questa specie è a forte rischio di estinzione per il suo cattivo stato di conservazione e per la distribuzione estremamente ridotta, oltre che per il costante declino del suo habitat, costituito da boschi secolari di faggi e abeti bianchi.  Le foreste abitate dalla salamandra meriterebbero quindi particolare protezione a prescindere dalla presenza di questa specie, trattandosi di boschi dalla elevata naturalità che hanno resistito meglio di altri alla furia della tempesta, i cui equilibri delicatissimi ora rischiano di essere compromessi da interventi incauti dell’uomo.
Tuttavia, attualmente in queste aree operano macchinari pesanti che provocano la distruzione dell’habitat della salamandra (ma anche di altre specie) e l’uccisione diretta di individui. Il passaggio dei mezzi produce il compattamento del suolo e la rimozione della copertura vegetale, compromettendo il microhabitat da cui dipende questo anfibio endemico.  Per una specie così localizzata e delicata, la riduzione ulteriore dell’habitat potrebbe comprometterne la sopravvivenza dell’intera popolazione.
A due anni dalla tempesta Vaia tali lavori non si configurano più come un’emergenza e non possono ignorare la presenza di una specie così rara e rigorosamente protetta, preservenadone gli individui e anche il loro habitat.
In un’epoca di grandi cambiamenti causati dalla mano dell’uomo, non è possibile accettare pratiche selvicolturali che non guardino prima di tutto al vitale interesse di chi nel bosco vive e sopravvive nonostante tutto: una gestione diversa, improntata a seguire ed anzi potenziare i naturali ritmi del bosco, è possibile ma spesso inattuata.
Tutti noi dobbiamo proteggere quanto di unico il nostro territorio preserva da generazioni: per questo a seguito dell’esposto che il  WWF ITALIA ha già presentato presso la Procura della Repubblica di Vicenza,
Le associazioni WWF, S.O.S. Anfibi, GUFI, LIPU, As.Fa.Ve., CIRF ed SHI hanno lanciato una petizione  per chiedere alle Comunità dell’Altopiano dei Sette Comuni di intraprendere un nuovo percorso, davvero votato alla conservazione e all’equilibrio con il loro patrimonio forestale, e alla completa protezione di quest’unico mondiale che è la salamandra di Aurora.

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