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I Carabinieri sequestrano un allevamento di cani

Nei giorni scorsi il N.I.P.A.A.F (Nucleo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale) del Gruppo Carabinieri Forestale di Ancona e altri Reparti del Gruppo medesimo, congiuntamente alle Guardie Zoofile del Nucleo Vigilanza WWF e della Legambiente di Ancona, coadiuvati…

Nei giorni scorsi il N.I.P.A.A.F (Nucleo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale) del Gruppo Carabinieri Forestale di Ancona e altri Reparti del Gruppo medesimo, congiuntamente alle Guardie Zoofile del Nucleo Vigilanza WWF e della Legambiente di Ancona, coadiuvati dai volontari dell’Associazione Amici Animali di Osimo, hanno eseguito, su delega della Procura della Repubblica di Ancona, il sequestro di circa 850 cani di piccola taglia, di strutture e altro materiale utile alle indagini presso un allevamento ubicato nel Comune di Trecastelli (AN).
I militari intervenuti hanno riscontrato che gli animali erano detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura tali da arrecare loro gravi sofferenze. Nell’allevamento, con strutture autorizzate per un massimo di n.61 cani, gli animali sono stati trovati confinati in spazi angusti, privati della possibilità di adeguato movimento e non adeguatamente areati. La situazione peggiore è risultata essere quella riscontrata presso l’abitazione annessa all’allevamento, nella quale sono stati rinvenuti circa 270 cani, molti dei quali chiusi dentro trasportini accatastati gli uni sugli altri o dentro contenitori in plastica in condizioni igieniche molto precarie. Inoltre molti dei cani sequestrati risultano aver contratto la Brucella canis, zoonosi infettiva trasmissibile anche all’uomo.
L’allevamento di Trecastelli, molto noto e particolarmente attivo nella vendita di cani di piccola taglia come chihuahua, barboncini e maltesi, aveva già subito dei provvedimenti di restrizione a partire dal 2018 sia nella movimentazione dei cani che nel numero dei cani allevati, in considerazione del limite imposto dall’autorizzazione. Le ordinanze sono state più volte reiterate, in particolare dal giugno 2020 a seguito dell’accertamento di un focolaio di brucellosi (Brucella canis), malattia rilevata in maniera sporadica in Italia su singoli esemplari e di unico l’allevamento rappresenta l’unico focolaio conosciuto nella Comunità Europea.
Malgrado le ordinanze emesse il numero dei cani è passato dai circa 500 accertati nel 2018, ai circa 700 nel novembre 2020 ed ai circa 850 accertati nel corso del sequestro eseguito qualche giorno fa; inoltre circa la metà dei cani presenti, risulterebbero positivi al batterio della Brucellosi canina.
Il sequestro preventivo d’urgenza disposto dalla Procura di Ancona è stato già convalidato dal GIP Carlo Masini. Al momento sono 5 le persone indagate dalla Procura della Repubblica di Ancona per i reati di inosservanza dei provvedimenti delle Autorità Sanitarie e detenzione degli animali in condizioni di sofferenza.
Sono al vaglio dell’Autorità Giudiziaria le eventuali responsabilità di altri soggetti coinvolti a vario titolo nella vicenda.

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