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Sicilia, buone notizie per il capovaccaio

Una bella notizia per il capovaccaio in Italia: la Regione Siciliana (Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale-DRSRT) ha messo in funzione, presso alcune delle sue riserve naturali e demani forestali, sei stazioni per l’aiuto alimentare di questo avvoltoio…

Una bella notizia per il capovaccaio in Italia: la Regione Siciliana (Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale-DRSRT) ha messo in funzione, presso alcune delle sue riserve naturali e demani forestali, sei stazioni per l’aiuto alimentare di questo avvoltoio nidificante sull’isola, nell’intento di garantire cibo sicuro per l’allevamento della prole nel periodo aprile – settembre. L’auspicio di questa azione è che contribuisca anche ad aumentare ulteriormente la popolazione riproduttiva siciliana di Capovaccaio in un territorio che ha ancora una buona vocazione per la specie.
 
Supportata da WWF Italia, Ecologia Applicata Italia, Laboratorio di Zoologia applicata dell’Università di Palermo e il contributo tecnico-veterinario delle ASL territoriali competenti il DRSRT della Regione Siciliana, tramite le sue articolazioni territoriali e nel quadro delle azioni previste dal progetto Life ConRaSi, cofinanziato dall’Unione Europea, ha realizzato queste importanti strutture.  
 
L’aiuto alimentare al capovaccaio riduce la difficoltà, per questo rapace protetto, di reperire in natura animali allevati in modo estensivo morti (o parti di essi), principale nutrimento.  Infatti, oltre alla rarefazione di quest’attività, l’abbandono all’aperto di bestiame morto è vietato in Italia, ad eccezione delle stazioni di alimentazione autorizzate e controllate, motivo per cui si è ridotta di molto la disponibilità di “carogne” per gli avvoltoi e altri spazzini naturali.
 
Costituendo una fonte alimentare certa, questi carnai possono avere ricadute positive sul successo riproduttivo della popolazione siciliana della specie, che è la più importante a livello nazionale. Inoltre possono aiutare ad aumentare la probabilità di reclutamento di altri esemplari non riproduttori e favorire il transito migratorio. Inoltre queste strutture sono una risposta di lotta all’avvelenamento casuale dovuto al consumo di resti di animali a loro volta uccisi da veleni, oltre all’intossicazione da piombo ed altri metalli pesanti. L’avvelenamento e l’intossicazione da metalli pesanti sono tra le minacce critiche per questo avvoltoio e altri necrofagi. Un modo per mitigarne gli effetti è attraverso la creazione di questi siti di alimentazione, fornendo cibo più sicuro, contribuendo potenzialmente a ridurre il numero di avvoltoi avvelenati nel paese.
 
Infine, questa azione fornisce l’opportunità ai demani forestali coinvolti, di proprietà e gestiti dalla Regione, di avere un ruolo strategico negli sforzi di conservazione di valore internazionale.
 
Il capovaccaio è un avvoltoio migratore proveniente dall’Africa sub-sahariana, che in Italia nidifica nelle regioni Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia. Più del 70% della popolazione nidificante in Italia, attualmente, è ospitata dalla Sicilia, in cui sono presenti 8 coppie. È tra le 10 specie italiane di uccelli in pericolo critico di estinzione, secondo l’organizzazione internazionale IUCN.

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