Singye Wangmo fin da piccola, è sempre stata affascinata dalle tigri, considerate in Bhutan quasi come delle divinità, e ha sempre sognato di proteggerle, un sogno che oggi è diventato reale! La 31enne è una delle pochissime donne a lavorare in Bhutan come ranger: guida un team di 30 uomini insieme ai quali, trascorre intere settimane sul campo pattugliando il Parco Nazionale di Royal Manas alla ricerca delle trappole dei bracconieri.
Singye e il suo team lavorano ogni giorno per raggiungere un obiettivo molto ambizioso: raddoppiare il numero delle tigri entro il 2022. Quello per cui lavora Sigye è un progetto che è stato lanciato nel 2010 dal WWF e che sta conseguendo dei risultati straordinari: il Bhutan, ad esempio, è stato il primo Paese ad adottare la tecnologia SMART, un sofisticato software di pattugliamento antibracconaggio. Questa donna coraggiosa lavora presso il Parco Nazionale di Royal Manas che copre un’area di 1000 km quadrati di rigogliosa foresta tropicale ai piedi dell’Himalaya e che è considerato un vero e proprio scrigno di biodiversità, con oltre 400 specie di uccelli e mammiferi come il leopardo maculano, il rinoceronte indiano e l’elefante asiatico. Il bracconaggio e la perdita degli habitat rappresentano ad oggi le principali minacce per la sopravvivenza delle tigri, a cui bisogna aggiungere anche i conflitti con le comunità locali, e le tigri uccise per vendicarsi della perdita di bestiame subita.
Come facilmente intuibile, Singye deve affrontare numerosi pericoli mentre svolge la sua missione: durante le sue uscite sul campo, non c’è recezione telefonica o connessione ad internet e l’unica linea di collegamento con il mondo esterno è un telefono satellitare per le emergenze. Il Parco Nazionale di Royal Manas si trova vicino al confine con l’India e questo lo rende estremamente vulnerabile a bracconieri e contrabbandieri di legame, i quali possono entrare nell’area protetta e restare nascosti nella foresta anche per intere settimane, inoltre le minacce possono arrivare anche dall’ambiente circostante: quando il terreno diventa scivoloso e ci sono le inondazioni dei fiumi, continuare a pattugliare il parco può essere davvero complicato per i rangers come Singye. Ciò che spinge la giovane donna a continuare a portare avanti il suo sogno, nonostante le mille difficoltà emerge chiaramente dalle sue parole : “La lotta per salvare le tigri è una responsabilità collettiva. Gli esseri umani sono la risposta nel salvare le tigri. Voi ed io siamo la risposta.”