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Election Day, anche il WWF al presidio

Per il WWF, che partecipa questa mattina al sit in di fronte a Montecitorio, indetto da ambientalisti e comitati di cittadini. non concedere l’election day, chiesto anche da Regioni e Parlamentari, è per il Governo l’avallo ad un…

Per il WWF, che partecipa questa mattina al sit in di fronte a Montecitorio, indetto da ambientalisti e comitati di cittadini. non concedere l’election day, chiesto anche da Regioni e Parlamentari, è per il Governo l’avallo ad un ingiustificabile spreco di Stato e un’inutile prova muscolare.
Per il WWF non concedere l’election day (possibile per stessa ammissione del Ministro dell’Interno Alfano, visto il precedente del decreto legge del 2009),  in modo che si possa accorpare il voto sul referendum sulla durata delle concessioni nell’area di interdizione per le trivellazioni offshore con quello per le amministrative,  è uno spreco di Stato ingiustificabile, se si paragona  la spesa prevista per svolgere la sola consultazione popolare (300 milioni di euro) con quanto il Governo ha stanziato quest’anno nella Legge di Stabilità 2016 per la difesa del mare (a questo scopo sono stati stanziati circa 32 milioni di euro, 1/10 della cifra prevista per svolgere il solo referendum). Non concedere l’election day, aggiunge il WWF, è un’inutile prova muscolare per cercare di depotenziare la partecipazione democratica su una partita che ha già visto la sconfitta del Governo, obbligato in gran fretta a modificare radicalmente, tra l’altro, le norme del decreto Sblocca Italia (dl. 133/2014) pur di tentare di disinnescare i  5 dei 6 quesiti proposti da 9 Regioni, in un conflitto istituzionale che non ha precedenti.
Il Governo ha l’occasione di superare la politica energetica pro-fossili che ha seguito fino ad oggi: una politica insensata sia dal punto di vista ambientale, sia da quello economico come dimostra la volontà, espressa dalla multinazionale irlandese Petroceltic nel suo Piano industriale 2016, di rinunciare al permesso di ricerca di idrocarburi alle Isole Tremiti.
Il WWF ricorda che prima l’Ufficio Centrale per i referendum presso la Corte di Cassazione il 9 gennaio e poi la Corte Costituzionale il 19 gennaio hanno preso atto del dietrofront voltafaccia del Governo che aveva dovuto cancellare, a causa della presentazione dei quesiti referendari, le norme fortemente volute dall’esecutivo che introducevano nel nostro ordinamento forzature inaccettabili, come la classificazione delle trivellazioni come “opere strategiche” (dunque imposte a forza ai territori) e la creazione di servitù potenzialmente senza limiti di tempo, con concessioni prorogabili ad oltranza. Registrata questa sconfitta annunciata, il Governo, a giudizio del WWF, sta cercando di limitare la partecipazione al voto sull’unico quesito superstite, su cui si dovrà al momento andare a votare nel periodo tra il 15 aprile e il 15 giugno, relativo alla durata delle concessioni nella zona di interdizione delle 12 miglia marina dalla costa, che ha visto  l’esecutivo introdurre ex novo nel  Codice dell’Ambiente, una formula ambigua, per la durata di vita utile del giacimento censurata dalla Corte Costituzionale che nella sua Sentenza 17/2016 ha confermato la validità del quesito referendario per non consentire che il divieto stabilito nelle zone di mare in questione incontri deroghe ulteriori quanto alla durata dei titoli abilitativi già rilasciati.

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