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L’Europa continuerà a finanziarlo?

Lunedì 2 febbraio un gruppo di lavoro di funzionari dei Ministeri europei delle Finanze dovranno decidere la posizione dell’UE sul sostegno economico agli impianti di produzione elettrica a carbone installati fuori dai confini europei. Il WWF chiede di…

Lunedì 2 febbraio un gruppo di lavoro di funzionari dei Ministeri europei delle Finanze dovranno decidere la posizione dell’UE sul sostegno economico agli impianti di produzione elettrica a carbone installati fuori dai confini europei.
Il WWF chiede di fermare questo flusso di denaro che alimenta il combustibile fossile più inquinante per clima, salute e ambiente: sarebbe un passo importante in vista della Conferenza sul Clima prevista a Parigi il prossimo dicembre

Il carbone è il principale responsabile al livello globale del cambiamento climatico e i crediti all’esportazione rappresentano il maggiore sostegno finanziario pubblico per questa fonte fossile utilizzata al di fuori dell’UE. I paesi OCSE stanno negoziando su come fermare questa forma di sostegno finanziario prima della prossima Conferenza sul clima.
 
Ciò che ha proposto la Commissione Europea, in linea con il solito trend dell’industria del carbone, è di bandire semplicemente il sostegno per un tipo obsoleto di impianti a carbone che in realtà sono già superati, dunque, di fatto, già fuori mercato.
 
“La proposta della Commissione è solo uno specchietto per le allodole – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima&Energia del WWF Italia – ed è una conseguenza di ciò che il mercato stesso ha già deciso. Nel frattempo si continua di fatto a finanziare l’inquinamento da carbone.
E’ un gesto in palese contraddizione rispetto agli impegni più volte sollecitati dall’Unione Europea di rendere ‘green’ l’economia ed evitare il cambiamento climatico pericoloso. Invece di discutere di standard superflui e deboli, il Consiglio dovrebbe seguire la politica impostata dalla Banca Europea per gli Investimenti che ha stabilito limiti stretti di emissioni di gas serra”.
 
In Germania e in Francia, le stesse aziende che costruiscono impianti a carbone, con un impegno sorprendente, stanno esportando attivamente energia rinnovabile e tecnologie di risparmio energetico: è il caso della tedesca Siemens o della francese Alstom. Queste aziende potrebbero facilmente trasferire la propria attività su tecnologie pulite se dall’UE arrivasse il giusto segnale politico.

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