Cicogne, gru, pellicani, rapaci rari uccisi a decine, a centinaia, ed esposti dai loro carnefici. Le foto disponibili grazie a Facebook stanno mostrando al mondo l’incredibile dimensione del bracconaggio agli uccelli migratori nel Medio Oriente. Ma facciamo un passo indietro. Il Libano è la più importante rotta migratoria per gli uccelli del Paleartico Occidentale a cui si uniscono migratori provenienti dall’Asia Centrale. La regione costiera del Libano è interessata soprattutto dal passaggio di uccelli acquatici e dei grandi veleggiatori come rapaci, cicogne e gru, mentre una seconda linea di passo si concentra lungo la Valle della Bekaa ad est del paese.
Un così alto numero di uccelli migratori compressi in uno spazio limitato ben spiega come storicamente la caccia abbia rappresentato una cospicua fonte stagionale di fonti alimentare per le popolazioni locali. Negli ultimi anni tuttavia la pressione venatoria è andata aumentando a dismisura: maggiore disponibilità di munizioni, l’introduzione dei fucili semiautomatici, mezzi di locomozione e apertura di nuove strade che consentono di raggiungere zone altrimenti isolate. Il risultato sono autentiche stragi, nella totale assenza di una reale volontà del Governo Libanese di attuare controlli e prevedere pene certe e severe per i bracconieri.
Un gruppo di ambientalisti libanesi ed europei, supportati dal CABS (Committee against bird slaughter), crea una comunità su facebook: “Stop hunting birds in Lebanon”. La raccolta di immagini iniziata nel 2012 dal LEM è proseguita portando alla luce una situazione ancora più allucinante: vengono scandagliati circa 10.000 profili facebook di cacciatori e raccolte oltre ventimila immagini: la quantità di uccelli rari uccisi è impressionante. 143 le specie identificate nelle foto, tra cui popolazioni minacciate come capovaccaio, grifone, avvoltoio monaco, aquila anatraia minore pomarina, aquila antatria maggiore, aquila del Bonelli, aquila delle steppe, falco cuculo, Re di quaglie, rigogolo, gru, cicogna bianca, cicogna nera e pellicano bianco.
Parlamenatri Europei, producono interrogazioni scritte alla Commissione Europea ricevendo una solerte risposta dal Commissario Potocnik. L’UE è consapevole dei grave problema e si muoverà nell’ambito delle sue competenze nei confronti del Libano, che è tenuto in quanto firmatario della Convenzione di Bonn a proteggere gli uccelli migratori.
Il bracconaggio in Medio Oriente, Cipro, Malta, nord Africa è stato a lungo sconosciuto. Solo ora, attraverso i social network e una più stretta collaborazione con partner locali la dimensione de fenomeno appare chiara. Lo scorso 23 marzo arriva la notizia che nel Nord del Paese 250 cicogne bianche sono state uccise in una sola area di roosting: purtroppo non c’è alcun interlocutore (polizia ambientale, governo) a cui passare l’informazione così come accadrebbe in qualsiasi altro luogo del mondo. Il Libano si trova in una situazione unica e difficile ma non dobbiamo perdere la speranza e continuare a lottare per salvare gli uccelli migratori, patrimonio della Comunità internazionale intera.
Stop Hunting Crimes Lebanon STAFF (facebook.com/stophuntinglebanon )