Alla luce dei continui effetti del maltempo sul territorio, una fase di emergenza che in realtà continua da anni, il WWF dichiara estrema preoccupazione per l’indirizzo del Governo che vuole solo rafforzare il ruolo dei Governatori regionali come Commissari per il dissesto idrogeologico.
Il WWF chiede al Governo di verificare come impiegare al meglio con un piano di interventi veramente efficace il “tesoretto” di due miliardi di euro della contabilità separata affidata ai commissari per il rischio idrogeologico al quale attingere, non solo per interventi di mitigazione, ma di adattamento ai cambiamenti climatici, che tra l’altro liberino il territorio da manufatti che sorgono nelle aree più a rischio.
Il WWF ricorda ad esempio che il Governatore Burlando è Commissario per la Liguria nonostante le sue Giunte abbiano promosso leggi per la riduzione delle fasce di inedificabilità lungo i fiumi.
Questa logica, avviata nel 2010 con Accordi di Programmi Stato -Regioni, è fallimentare ed è sotto gli occhi di tutti che non ha permesso il superamento delle emergenze. In realtà è indispensabile rispettare e rendere operative le direttive europee su “acque” (2000/60/CE) e “alluvioni” (2007/60/CE).
Bisogna urgentemente promuovere un’adeguata riforma della governance della difesa del suolo, istituendo le Autorità di distretto e ridando centralità al bacino idrografico, come l’unità territoriale più efficace per garantire un serio governo del territorio e su cui impostare politiche per la gestione delle acque, la manutenzione del territorio, la riduzione del rischio idrogeologico e per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
‘Senza un suolo sano, vitale, resiliente, con la sua ricchezza di biodiversità e capacità dei cicli bio geochimici e regimi idrici non vi è benessere e sviluppo umano e i danni economici, sociali e ambientali legati anche agli effetti dei mutamenti climatici saranno ovviamente sempre più pesanti’ ricorda il WWF Italia a proposito del valore del capitale naturale, termine che è stato al centro del dibattito durante gli Stati Generali della Green Economy in corso a Ecomondo di Rimini.
Il WWF ricorda anche il recente APPELLO firmato da oltre 30 esponenti del mondo della scienza e delle scienze sociali italiani lanciato dall’Associazione in occasione del Festival della Scienza “Dopo Genova 2014 – Clima, suolo e futuro: per un’economia basata sul valore della natura” in cui si richiama l’attenzione del mondo della politica, dell’economia, delle imprese e dei media per scongiurare altri episodi come quello avvenuto a Genova poche settimane fa. L’esigenza è non solo quella di sbloccare finanziamenti per un risanamento del territorio, ma di ‘instradare’ in maniera efficacie ed efficiente tali risorse.
Nel loro Appello gli scienziati richiamano la necessità di uno straordinario salto di qualità innovativa ed anticipatrice per passare da politiche che continuano a perseguire azioni che provocano uno stravolgimento di un territorio delicato e intrinsecamente fragile dal punto di vista idrogeologico come quello della nostra Italia, a politiche che inseriscano prioritariamente la difesa, il ripristino e la riqualificazione del nostro territorio. Nell’Appello è ribadita con forza soprattutto la necessità che nei processi di programmazione economica venga dato valore alla natura e ai servizi offerti dagli ecosistemi al benessere e allo sviluppo umano.
“Appare evidente come le questioni ambientali restino ancora ‘ghettizzate’ nell’ambito delle funzioni di un solo Ministero – dichiarano gli scienziati – Chiediamo l’istituzione di un Comitato Nazionale per il Capitale Naturale ai massimi livelli istituzionali (con la presenza anche del Ministro dell’Economia e delle Finanze, del Ministro per lo Sviluppo Economico e del Governatore della Banca d’Italia nonché dell’ISTAT e gli altri enti di ricerca ed esperti di chiara fama sulla materia) che produca un rapporto sul capitale naturale italiano inserito nel processo annuale di programmazione economica. Questo punto è già inserito nel disegno di legge del collegato ambiente alla scorsa legge di stabilità ed è in discussione alla Camera dei Deputati. Chiediamo inoltre sistemi di contabilità nazionale capaci di tenere in conto le dimensioni ambientali” .
Tra le richieste, l’adozione della Strategia nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici, l’applicazione delle direttive europee sulle acque e sul rischio alluvionale, la promozione di un rilevamento delle situazioni di compromissione che abbiano turbato le naturali condizioni di deflusso dei corsi d’acqua, la promozione di un’azione diffusa di ripristino ecologico, indispensabile per le politiche di adattamento e infine, la manutenzione del territorio.