Oltre 500 partecipanti hanno seguito questa mattina il webinar “Un Piano per il ripristino della Natura. Il quadro europeo e italiano”, organizzato dalla Lipu e dal WWF Italia. Il Regolamento europeo per il ripristino della natura (Nature Restoration Law – NRL), approvato definitivamente a giugno 2024 dopo due anni di discussione, è ormai operativo. Nelle scorse settimane la Commissione europea ha adottato il modello per la redazione del Piano nazionale di ripristino (PNR) che ogni Stato membro dovrà approvare tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027.
In attesa che anche nel nostro Paese si avvii il confronto formale tra istituzioni e portatori d’interesse previsto anche dal Regolamento, Lipu e WWF Italia hanno voluto fare il punto sulla situazione italiana all’interno del contesto europeo con un webinar che ha visto la partecipazione di relatori della Commissione europea (Marco Cipriani dell’Unità Conservazione della Natura), del Ministero dell’ambiente (Laura Pettiti della Direzione Generale Tutela della Biodiversità e del Mare), dell’ISPRA (Lorenzo Ciccarese – Responsabile conservazione habitat e specie terrestri, agricoltura e foreste), delle Regioni (Matteo Massara della Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte), oltre ai relatori delle associazioni.
Proteggere il territorio non è più sufficiente
“Proteggere territorio creando nuove aree naturali protette è indispensabile, ma ormai non è più sufficiente – affermano Lipu e WWF Italia – Vanno recuperati gli ambienti naturali che sono stati danneggiati. Per questo la Nature Restoration Law, che ha proprio questo obiettivo, è da considerarsi l’atto legislativo più significativo in materia di natura dell’Unione europea dalla Direttiva Habitat del 1992”.
La biodiversità europea è infatti a rischio: anche il nostro continente risente della diminuzione di specie e habitat che colpisce l’intero Pianeta. Secondo un recente studio che ha analizzato i dati della Lista rossa dell’IUCN, in Europa sono 2839 le specie a rischio estinzione (quasi il 20% delle specie esaminate). E la perdita di biodiversità ci riguarda direttamente perché incide sulla nostra qualità di vita: boschi, foreste e mare ci donano l’aria per respirare; fiumi, torrenti e falde sotterranee ci forniscono acqua da bere e da utilizzare per l’igiene e le produzioni agricole ed energetiche; suolo pulito e impollinatori ci permettono di avere cibo sano.
Un regolamento che favorirà le economie europee
Il Piano Nazionale di Ripristino sarà dunque uno strumento fondamentale per garantire il nostro capitale naturale e tutti i servizi ecosistemici che la biodiversità ci offre, anche in termini di mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici. Ma la NRL è anche una grande opportunità per nuovi investimenti e per creare posti di lavoro. “Questo Regolamento non penalizzerà le economie europee – affermano all’unanimità tutti i relatori della giornata – ma, al contrario, le renderà più forti, aiutandole a superare le crisi ambientali, sociali ed economiche”.
Come illustrato da Marco Cipriani, in rappresentanza delle Commissione Europea, ogni Stato, dovrà intraprendere entro il 2030 misure di ripristino sul almeno il 20% delle aree degradate a terra e a mare, mentre entro il 2050 il ripristino dovrà essere esteso a tutti gli ecosistemi degradati. Ulteriori obiettivi sono stabiliti per gli ecosistemi terrestri, costieri, fluviali, marini, urbani, agricoli e forestali: ad esempio, sempre entro il 2030 almeno 25.000 km di fiumi dovranno tornare a scorrimento libero e saranno piantati 3 miliardi di nuovi alberi, mentre specifiche misure sono poi stabilite per difendere gli impollinatori e riportare la natura nelle aree agricole.
L’impegno in Italia per un Piano Nazionale di Ripristino
Per rendere operativo tutto questo, l’Italia, come tutti gli altri Stati membri, dovrà sviluppare e adottare un Piano Nazionale di Ripristino (PNR) che illustri come raggiungere gli obiettivi della NRL, attraverso un approccio graduale con informazioni dettagliate per il periodo fino al 2032 e una panoramica strategica delle misure e delle azioni previste fino al 2050.
Benché la Governance del PNR attenda ancora gli ultimi atti formali per la sua definizione, nel corso della mattinata Laura Pettiti del Mase ha descritto come Ministero stia già mettendo in pratica alcune misure e finanziamenti indirizzati ai target del Regolamento, così come Lorenzo Ciccarese di Ispra ha illustrato l’avvio di gruppi di lavoro e raccolta dati che Ispra ha già intrapreso al fine di consolidare la baseline di conoscenze fondamentale per la costruzione del PNR.
Chiave sarà il ruolo delle Regioni che saranno i primi attori nella messa in campo degli interventi di ripristino, come nel caso della Regione Piemonte in rappresentanza della quale Matteo Massara ha raccontato, durante il suo intervento, come l’Amministrazione sia già ben consapevole di questo ruolo. “Lo sviluppo di un PNR ambizioso e coerente è essenziale per il successo dell’attuazione della NRL e sarà garantito solo attraverso un percorso partecipato e aperto al contributo dei vari portatori d’interesse: gli Stati membri dovranno coinvolgere tutte le parti interessate fin dall’inizio del processo di preparazione, assicurando un processo aperto e inclusivo” affermano le associazioni. Partecipazione che i rappresentanti di Mase ed Ispra assicurano che verrà garantita in diverse forme.
Le ONG siano messe nelle condizioni di aiutare
“Le ONG ambientaliste hanno un ruolo cruciale, così come le amministrazioni regionali e gli altri portatori di interesse, ma devono essere messe nelle condizioni di svolgerlo. Solo così potranno condividere conoscenze e competenze sul ripristino della natura e sulle politiche correlate, assistendo le competenti autorità e le agenzie nazionali nella preparazione e nell’attuazione delle misure necessarie. Per questo la mattina di oggi sarà il primo di altri incontri che promuoveremo nel corso della redazione del PNR e anche negli anni della sua implementazione, sicuri – concludono Lipu e WWF – di trovare nelle istituzioni uno spirito di confronto e collaborazione come in questa occasione”.