Con una mossa imbarazzante, la Commissione europea ha annunciato che posticiperà ancora una volta l’applicazione del Regolamento contro la Deforestazione (EUDR) a causa di “problemi informatici”, nonostante abbia avuto più di due anni di tempo per la loro predisposizione. Ciò comporterà costi ingenti per le aziende che hanno già investito nella conformità al Regolamento e, soprattutto, a un’ulteriore perdita di credibilità per la Presidente von der Leyen.
“Non è una coincidenza che questo rinvio arrivi proprio mentre la Commissione sta perseguendo un’agenda di deregolamentazione senza precedenti, sacrificando l’EUDR. È inaccettabile e imbarazzante per la Presidente von der Leyen e tutta la Commissione. Se questo problema tecnico è reale, non solo dimostra incompetenza, ma anche una palese mancanza di volontà politica nell’investire per un’attuazione tempestiva dell’EUDR”, afferma Anke Schulmeister-Oldenhove, Forest Policy Manager del WWF European Policy Office.
La decisione di rinviare l’applicazione di un Regolamento che può salvare le foreste del mondo che ci forniscono letteralmente l’ossigeno per vivere, arriva nonostante solo due settimane fa quasi 200.000 europei abbiano chiesto alla Commissione di mantenere integre le leggi europee sulla natura, compreso l’EUDR. A questo punto è lecito domandarsi a chi risponde questa Commissione.
C’è il rischio concreto che la proposta di posticipare il Regolamento porti a un indebolimento ulteriore con conseguenze devastanti per le foreste di tutto il mondo. L’EUDR è stato attaccato dai dal PPE (Forza Italia), ECR (Fratelli d’Italia) e Patrioti (Lega) al Parlamento Europeo, oltre che da diversi governi nazionali incluso quello italiano, che stanno facendo pressione sulla Commissione europea per annacquarlo, sostenendo che le attuali regole sono “troppo difficili” da rispettare. Dalla Commissione il WWF si aspetta di più di una giustificazione palesemente infondata. La Commissione ha le risorse per intensificare gli sforzi per rendere pronto e operativo il sistema informatico entro la fine dell’anno, invece che proporre un ulteriore rinvio di questa normativa cruciale, piegandosi alle pressioni politiche di parte.