Il futuro della natura al vaglio delle istituzioni europee

Giovedì 9 novembre ultima riunione decisiva del Trilogo per approvare un compromesso sulla Legge europea per il ripristino della natura

Nature Restoration law


All’indomani delle catastrofiche alluvioni in Toscana e in centro Italia, il WWF chiede un testo ambizioso che includa obiettivi specifici per il ripristino degli ecosistemi, inclusi quelli agricoli.

Alla vigilia della conclusione dei negoziati tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo, in seno al cosiddetto Trilogo, l’Europa è chiamata ad una scelta chiara per sostenere la Nature Restoration Law, fondamentale provvedimento “simbolo” del Green Deal a favore della Natura.
Giovedì 9 novembre, le Istituzioni europee si riuniranno per definire un testo condiviso che sarà successivamente votato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Un percorso non privo di ostacoli, considerati i tentativi di bloccare il provvedimento nelle votazioni del Parlamento di luglio, sfociati nell’adozione di un testo provvisorio meno ambizioso rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea.
A fronte della crisi climatica e della perdita di biodiversità, di cui l’Italia paga ormai quasi settimanalmente le conseguenze, non possiamo permetterci di temporeggiare e rinviare azioni urgenti per il rispristino degli ecosistemi naturali. Occorre adottare soluzioni rapide e incisive, non solo per proteggere, ma soprattutto per rivitalizzare gli habitat e gli ecosistemi, generando ricadute positive sulla pianificazione territoriale delle aree urbane e rurali, sull’adattamento climatico e sull’agricoltura: un percorso ambizioso che traccia un nuovo modello del nostro vivere in comune con la Natura.

Le richieste del WWF

È per questo che il WWF Italia chiede che il Trilogo non adotti un compromesso al ribasso, ma un testo capace di garantire obiettivi ambiziosi per la Natura europea. In particolare, è indispensabile:

  • stabilire target vincolanti e quantificati per il ripristino di tutti gli habitat terrestri e marini, applicabili sia all’interno che all’esterno dei siti della Rete Natura2000 (rete di aree tutelate attraverso le quali l’Unione Europea protegge la biodiversità del nostro continente);
  • includere target di ripristino anche per gli ecosistemi agricoli;
  • garantire il principio di “non-deterioramento” degli ecosistemi, in linea con gli impegni europei in materia di clima e biodiversità;
  • individuare fondi aggiuntivi e dedicati per le misure di ripristino.

La posizione dell’Italia

“Ci chiediamo quale sarà la posizione dell’Italia e come si muoverà il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin”, sottolinea Dante Caserta, Responsabile Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia. “Nel voto di giugno, il Governo italiano era andato contro l’approccio adottato dalla maggioranza degli Stati membri, mostrando una scarsa lungimiranza e lasciandosi condizionare da una narrativa anti-natura alimentata da alcune lobby che in Europa lavorano per smantellare qualsiasi ambizione ambientale. Nel delicato equilibrio in seno al Consiglio, l’Italia ha una nuova occasione per assumere un ruolo coraggioso a favore della natura, allineandosi alla maggioranza degli Stati Membri. Auspichiamo che il Ministro dell’Ambiente faccia valere il peso del proprio Ministero nel quadro dei negoziati europei, accogliendo le posizioni della comunità scientifica, del mondo imprenditoriale e delle oltre 200 ONG che sostengono l’approvazione della legge. Sarà per l’Italia e l’Europa un banco di prova decisivo, anche in vista delle prossime Elezioni europee che confermeranno o meno le ambizioni portate avanti con il Green Deal”.
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