Pochi progressi ai negoziati ONU sulla biodiversità

WWF: cresce il consenso per un mondo nature-positive ma a Ginevra sono stati fatti pochi passi avanti. Serve maggiore leadership per raggiungere un accordo globale

La preoccupazione del WWF

Ieri sera a Ginevra si è chiuso il round di negoziati per concordare un piano globale contro l’escalation mondiale della crisi di natura e il WWF resta preoccupato per i limitati progressi compiuti durante le due settimane e mezzo di negoziati.

Il meeting della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), ha riunito i negoziatori dei governi mondiali, per la prima volta in presenza dall’inizio della pandemia di COVID-19, per discutere la bozza di testo del quadro globale sulla biodiversità (Global Biodiversity Framework) post-2020. I paesi non si incontravano fisicamente dai colloqui tenutisi a Roma nel febbraio 2020.

Ora il piano finale dovrebbe essere adottato alla COP15 della CBD a Kunming, in Cina, entro la fine dell’anno e rappresenta un’opportunità irripetibile per raggiungere un accordo globale per affrontare la perdita e il degrado della natura.

Marco Lambertini, Direttore Generale del WWF Internazionale, ha dichiarato:

 “Il mondo ha finalmente compreso che la perdita di natura rappresenta un’enorme minaccia per salute e benessere umano. Eppure, nonostante i leader abbiano ripetutamente dichiarato il proprio impegno ad agire per proteggere la natura, a Ginevra abbiamo assistito solo a piccoli passi avanti. Sarà essenziale che nel prossimo round di negoziati ci sia una maggiore leadership se vogliamo raggiungere un accordo sulla strategia globale per la biodiversità a prova di futuro e in linea con le sfide che dobbiamo affrontare. Accogliamo con grande favore il crescente consenso raccolto dall’approccio nature-positive per invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. A differenza del cambiamento climatico, la perdita di natura è ancora priva di un piano che sappia guidare le attività in tutti i settori. I paesi devono quindi garantire urgentemente un alto livello di ambizione alla COP15, assicurandosi che il piano finale contenga tutti gli ingredienti per realizzarlo. È fondamentale arrivare alla fine di questo decennio con più natura, non con meno. I governi dovrebbero agire concretamente per invertire la perdita di natura”.

I negoziati a Ginevra non sono riusciti a compiere progressi in diversi settori chiave, come il piano finanziario e l’equa condivisione delle risorse genetiche, rendendo quindi necessario l’annuncio di un ulteriore ciclo di negoziati a Nairobi, dal 21 al 26 giugno. Il WWF evidenzia la mancanza di sostegno politico e leadership come fattori determinanti nelle difficoltà incontrate. I governi devono dare la giusta priorità ai negoziati di giugno affinché sia evitato un possibile fallimento della stessa COP15.

Un importante passo avanti è invece stato il crescente consenso sul fatto che l’obiettivo generale del piano debba essere quello di invertire la perdita di biodiversità entro il 2030.

I target della bozza attuale dell’accordo ONU si concentrano sulla protezione degli habitat, sull’arresto della perdita di specie e sulla conservazione della diversità genetica. L’obiettivo globale di protezione e ripristino del 30% della terra e degli oceani è stato ampiamente appoggiato durante i negoziati di Ginevra, sostenuto dal riconoscimento dei diritti e delle responsabilità dei popoli indigeni e delle comunità locali. Il WWF sostiene fermamente questo obiettivo, ma sottolinea che un mondo nature-positive non sarà possibile senza agire sulle cause della perdita di biodiversità, come ad esempio l’agricoltura, la pesca, la silvicoltura e le infrastrutture.

Un elemento su cui porre particolare attenzione è l’obiettivo relativo alle specie, contenuto nella bozza di accordo. La precedente strategia per la biodiversità, adottato ad Aichi, impegnava i governi mondiali a fermare la perdita di specie entro il 2020. Con la formulazione molto ambiziosa, formulata a Ginevra, di porre definitivamente fine alla perdita di specie entro il 2030, il WWF è preoccupato che i governi non siano disposti ad anticipare l’azione.

Il dibattito sugli strumenti finanziari- sia su chi paga per contrastare la perdita di biodiversità, sia sui passi necessari per trasformare i sistemi finanziari in modo che lavorino a favore e non contro la natura – è proseguito fino all’ultimo giorno dei colloqui. I paesi in via di sviluppo hanno chiesto maggiori finanziamenti per sostenere azioni a favore della biodiversità. Il WWF sottolinea la necessità che a Nairobi i Paesi trovino un accordo su come sarà finanziato il piano finale e sottolinea che, senza un forte meccanismo di attuazione e maggiori finanziamenti, il piano definitivo delle Nazioni Unite non sarà in grado di garantire un’azione ambiziosa sul campo.

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